Ho scoperto il tradimento di mio marito da suo fratello

Alessandra correva per le strade affollate di Milano verso il suo secondo appartamento, stringendo il volante fino a provare dolore alle dita. Il cuore le batteva forte dalla rabbia: i vicini si erano di nuovo lamentati del fratello del marito, che aveva trasformato la sua eredità in un bordello. Ma quello che scoprì entrando nell’appartamento fu un colpo ancora più duro. Il fratello del marito le rivelò una verità tremenda sull’infedeltà del suo sposo, e ora il suo mondo crollava. Alessandra si trovava davanti a una scelta che le lacerava l’anima: perdonare il tradimento o ricominciare da capo.

— Ale, è mio fratello, non ha un posto dove andare — la implorava suo marito Luca quando tutto era cominciato. — Con Isabella si è lasciato, dove vuoi che vada?

— Non voglio che Simone viva nell’appartamento di nonna — rispose lei, incerta.

— Non rovinerà niente — insistette Luca. — Non può mica andare a vivere con i nostri genitori?

— E perché no? — afferrò quell’idea come un’ancora di salvezza.

— Un uomo di quarantacinque anni si vergogna a vivere con i genitori, e poi ha una sua vita — Luca le lanciò uno sguardo supplichevole.

— Va bene, può restare, ma se i vicini si lamentano, lo caccio! — cedette Alessandra dopo un lungo silenzio.

— Tutto andrà bene! — si rallegrò Luca, strofinandosi le mani.

Luca aveva i suoi piani per quell’appartamento. Sotto la scusa di “aiutare il fratello”, lo usava per incontrare l’amante, una donna di cui la moglie trentaquattrenne non sospettava nemmeno l’esistenza.

— Ora porto subito Simone là, sarà felice! — esclamò Luca, afferrò le chiavi e uscì di casa.

— Così di fretta, sembra che sia lui a traslocare — sorrise sarcastica Alessandra, tornando alle sue faccende.

Luca rientrò solo tre ore dopo. Alessandra, vedendo i fari della macchina, corse in cortile.

— Dove sei stato tutto questo tempo? Stavo per chiamarti! — disse lei, mezzo scherzando.

— Ho fatto vedere l’appartamento a Simone — rispose evasivo, nascondendo la vera ragione.

— Sentimi, almeno per luce e acqua pagherà qualcosa? — domandò all’improvviso Alessandra.

Luca esitò, lo sguardo gli sfuggì. Non ne aveva parlato con il fratello.

— Sai, mi sembra brutto chiedere soldi a un fratello, soprattutto adesso che sta passando un momento difficile — disse con tono di rimprovero. — Tanto per l’affitto paghiamo noi, non spenderà molto.

Alessandra, cedendo alle sue insistenze, concordò che chiedere soldi a un parente sarebbe stato sconveniente. Ma non appena Simone si trasferì, l’appartamento divenne un caos. Musica a tutto volume giorno e notte, feste rumorose, donne che entravano e uscivano, litigi e urla. I vicini cominciarono a chiamare i carabinieri, ma questi si limitavano a multarlo, incapaci di calmare l’inquilino.

Simone si lamentò con il fratello.

— I vicini mi fanno impazzire — disse. — Noi stiamo tranquilli, e loro chiamano la polizia. Fai qualcosa, altrimenti se mi cacciano, anche a te chiuderanno la porta in faccia — scherzò.

— Sistemerò tutto, ma smettila di fare casino — rispose Luca. — Se Alessandra lo viene a sapere, siamo rovinati!

— Non succederà più — promise Simone, ma quella stessa notte i vicini chiamarono di nuovo i carabinieri.

Una delle vicine, stanca della situazione, scoprì a chi apparteneva l’appartamento e trovò Alessandra sui social. Le chiese se fosse al corrente di quello che succedeva e delle visite dei carabinieri. La risposta di Alessandra lasciò tutti a bocca aperta: non ne sapeva nulla.

Un’ora dopo, Alessandra irruppe nell’appartamento, furiosa.

— Ciao! — sorrise beffardo Simone aprendo la porta.

— Simone, i vicini si lamentano di te! — sbottò lei. — Voglio che te ne vada!

— Me ne vada? — fece finta di stupirsi. — Scusa, ma hai tradito la mia fiducia!

— Sei tu che hai tradito la mia fiducia! — tagliò corto Alessandra. — Fuori di qui!

— Ah, è così? Allora ascolta una cosa su tuo marito! — ribatté Simone con un ghigno.

— Di che stai parlando? — lei si bloccò, fissandolo dritto negli occhi.

— Non sono solo io a fare rumore qui dentro — sogghignò Simone. — Anche il tuo Luca si è divertito.

— Cosa intendi? — la sua voce tremò.

— Porta qui la sua amante — sparò Simone. — Da tre mesi! E tu, cognatina, non lo sapevi!

La notizia la colpì come un fulmine. Alessandra sentì la terra mancarle sotto i piedi.

— Esci immediatamente! — gridò indicando la porta.

— E con tuo marito cosa farai? — rise Simone.

— Non sono affari tuoi! — ringhiò lei. — Sparisci!

Simone, ridacchiando, iniziò a raccogliere le sue cose e venti minuti dopo se ne andò. Alessandra rimase sola nell’appartamento devastato. Dentro non riconosceva più la casa di nonna: niente era rimasto dell’atmosfera accogliente di un tempo. Pareti sporche, oggetti sparsi, odore di sigarette — tutto urlava l’inganno. Spalancò le finestre, cercando di scacciare il fantasma del tradimento.

A casa l’attendeva un confronto difficile con Luca. All’inizio negò tutto, ma messo alle strette si ruppe e iniziò a implorare perdono. Alessandra ascoltò le sue scuse, ma nel suo cuore aveva già deciso. Il tradimento del marito, le sue bugie e il suo cinismo avevano cancellato anni di matrimonio. Chiese il divorzio e gli alimenti, decisa a non permettere più a nessuno di calpestare la sua dignità.

Alessandra sedeva nell’appartamento vuoto, guardando dalla finestra la città di notte. Le lacrime le scendevano sulle guance, ma non c’era solo dolore in esse, anche determinazione. Aveva perso le illusioni, ma trovato la forza. Ora sapeva: la sua vita ricominciava, e non avrebbe permesso al passato di trascinarla indietro.

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