Fu così che appresi del tradimento di mio marito da suo fratello.
Valentina correva per le affollate strade di Milano verso il suo secondo appartamento, stringendo il volante fino a farle male le dita. Il cuore le martellava per la rabbia: i vicini si erano lamentati ancora una volta del fratello di suo marito, che aveva trasformato la sua eredità in un bordello. Ma ciò che scoprì entrando in quel luogo le strappò il cuore. Il cognato le rivelò una verità terribile sull’infedeltà del marito, e il suo mondo crollò all’istante. Valentina si trovò davanti a una scelta che le dilaniava l’anima: perdonare il tradimento o ricominciare da capo.
“Valè, è mio fratello, non ha un posto dove stare,” la pregava il marito, Fabrizio, quando tutto ebbe inizio. “Si è lasciato con Luisa, dove vuoi che vada?”
“Non voglio che Simone viva nell’appartamento di nonna,” rispose Valentina, incerta.
“Non rovinerebbe nulla,” insisteva Fabrizio. “Non può mica tornare dai genitori, no?”
“E perché no?” replicò lei, aggrappandosi a quell’idea.
“Un uomo di quarantacinque anni si vergogna a vivere con i genitori, e poi ha una sua vita,” Fabrizio la guardò con occhi supplicanti.
“Va bene, che resti, ma se i vicini si lamenteranno, lo caccio!” cedette Valentina dopo un lungo silenzio.
“Tutto andrà bene!” si rallegrò Fabrizio, strofinandosi le mani.
Fabrizio, però, aveva i suoi piani per quell’appartamento. Sotto la scusa di “aiutare il fratello”, lo avrebbe usato per incontrare l’amante, di cui la moglie trentaquattrenne non sospettava nulla.
“Vado subito a portare Simone, sarà felice!” esclamò Fabrizio, afferrò le chiavi e corse fuori di casa.
“Che fretta, sembra che sia lui a traslocare,” sghignazzò Valentina, tornando alle sue faccende.
Fabrizio tornò solo tre ore dopo. Valentina, vedendo i fari della macchina, corse in cortile.
“Dove sei stato tutto questo tempo? Stavo per chiamare i carabinieri!” disse, quasi scherzando.
“Stavo mostrando l’appartamento a Simone,” rispose evasivo Fabrizio, nascondendo la vera ragione.
“Dimmi, almeno pagherà le bollette?” chiese improvvisamente Valentina.
Fabrizio esitò, lo sguardo gli si fece inquieto. Non ne aveva parlato con il fratello.
“Sai, sarebbe meschino chiedere soldi a un fratello, soprattutto ora che sta male,” disse con tono accusatorio. “Tanto paghiamo l’affitto, non consumerà molto.”
Valentina, convinta dalle sue parole, accettò che chiedere denaro a un parente fosse sconveniente. Ma appena Simone si insediò, l’appartamento divenne un caos. Musica ad alto volume giorno e notte, feste rumorose, donne che entravano e uscivano, urla e litigi. I vicini chiamarono la polizia locale, che si limitò a multarlo senza riuscire a calmarlo.
Simone si lamentò con il fratello.
“I vicini sono insopportabili,” disse. “Noi siamo tranquilli, e loro chiamano la polizia. Fai qualcosa, altrimenti se mi cacciano, nemmeno tu potrai più venire qui,” scherzò.
“Risolverò tutto, ma smettila di fare casino,” rispose Fabrizio. “Se Valè lo scopre, siamo fritti!”
“Non succederà più,” promise Simone, ma quella stessa notte i vicini chiamarono di nuovo la polizia.
Una delle vicine, esasperata, scoprì a chi apparteneva la casa e contattò Valentina sui social. Le chiese se fosse al corrente di ciò che accadeva e delle visite della polizia. La risposta di Valentina lasciò tutti sbalorditi: non ne sapeva nulla.
Un’ora dopo, Valentina irruppe nell’appartamento, furiosa.
“Ciao!” fece Simone, sogghignando mentre apriva la porta.
“Simone, i vicini si lamentano di te!” esplose lei. “Voglio che te ne vada!”
“Me ne vada?” si stupì lui. “Mi dispiace, ma tu hai tradito la mia fiducia!”
“Sei tu che l’hai tradita!” ribatté Valentina. “Fuori di qui!”
“Ah sì? Allora senti cosa fa tuo marito!” ghignò Simone.
“Di cosa parli?” la voce di Valentina tremò.
“Non sono solo io a fare rumore qui,” sogghignò Simone. “Anche il tuo Fabrizio si diverte.”
“Che intendi?” chiese, già sentendo un vuoto allo stomaco.
“Porta qui la sua amante,” sibilò Simone. “Da tre mesi! E tu, cognatina, non ne sai nulla!”
La notizia la colpì come un fulmine. Valentina sentì la terra mancarle sotto i piedi.
“Vattene!” urlò, indicando la porta.
“E con tuo marito cosa farai?” rise Simone.
“Non sono affari tuoi!” ringhiò lei. “Sparisci!”
Simone, ridacchiando, raccolse le sue cose e venti minuti dopo se n’era andato. Valentina rimase sola nell’appartamento devastato. Entrando, non riconobbe più la casa di nonna: di quell’atmosfera accogliente non restava nulla. Muri sporchi, oggetti sparsi, odore di sigarette—tutto le gridava in faccia l’inganno. Spalancò le finestre, come per scacciare l’ombra del tradimento.
A casa, l’attendeva un confronto straziante con Fabrizio. Prima negò tutto, ma alle strette, crollò e iniziò a implorare perdono. Valentina ascoltò le sue scuse, ma nel suo cuore aveva già deciso. Il tradimento, le bugie e il cinismo di suo marito avevano cancellato anni di matrimonio. Chiese il divorzio e gli alimenti, decisa a non permettere più a nessuno di calpestare la sua dignità.
Valentina sedeva nell’appartamento vuoto, fissando la città notturna oltre la finestra. Le lacrime le rigavano il viso, ma in quelle gocce non c’era solo dolore—c’era anche determinazione. Aveva perso le illusioni, ma trovato la forza. Ora sapeva: la sua vita ricominciava, e non avrebbe permesso al passato di trascinarla indietro.