Ho sempre aiutato mia madre, ma mia moglie e la sua famiglia sono contrarie – adesso mi costringono a scegliere, e io non so cosa fare

Sono cresciuto in un piccolo paese della Toscana, un luogo dove tutti si conoscono, dove le voci corrono veloci e i pettegolezzi si diffondono in un batter d’occhio. Fin da bambino ho capito che la vita non sarebbe stata facile per noi. Io e mia madre, Anna, eravamo soli. Mio padre se n’era andato quando avevo appena pochi mesi. Non so nulla di lui, solo che un giorno ha chiuso la porta dietro di sé e non è mai più tornato.

Mia madre non parlava mai di lui. Non lo malediceva, non si lamentava. Ma io vedevo tutto nei suoi occhi. Vedevo la fatica di dover crescere un figlio da sola, vedevo la sua stanchezza quando tornava a casa la sera con le mani screpolate e gli occhi cerchiati di nero per le troppe ore di lavoro.

Si svegliava all’alba per pulire le case delle famiglie più benestanti del paese, poi lavorava al mercato fino al pomeriggio e, di sera, aiutava una signora anziana che aveva bisogno di assistenza. A volte la sentivo piangere di notte, quando credeva che io dormissi.

Non ci è mai mancato nulla di essenziale, ma il lusso non sapevamo nemmeno cosa fosse. Mamma sacrificava tutto per me. Ricordo che portava sempre gli stessi vestiti, anno dopo anno, perché i soldi servivano per i miei libri di scuola, per la mia divisa da calcio, per garantirmi un futuro migliore.

E così, da piccolo, ho giurato a me stesso che un giorno avrei fatto di tutto per ricompensarla. Che non l’avrei mai lasciata sola.

Quando ho iniziato a lavorare, è stato naturale per me destinarle una parte del mio stipendio. All’inizio era poco, ma a mano a mano che guadagnavo di più, aumentavo anche quello che le davo. Negli ultimi anni ero arrivato a darle metà del mio stipendio. Non perché me lo chiedesse – non l’aveva mai fatto – ma perché sapevo che ne aveva bisogno.

Per tanto tempo, nessuno ha avuto nulla da ridire. Vivevo da solo, non avevo particolari responsabilità, e il mio stipendio mi bastava. Aiutare mia madre mi sembrava la cosa più normale del mondo.

Poi, però, è arrivata Silvia.

Un nuovo amore, una nuova vita e un problema inaspettato

Silvia era bellissima, intelligente, determinata. Lavorava come avvocato a Firenze e aveva un appartamento tutto suo. Era indipendente, sicura di sé, esattamente la donna che avevo sempre sognato.

Ci siamo innamorati in fretta. Dopo due anni di relazione, abbiamo deciso di sposarci, e mi sono trasferito da lei.

Credevo che tutto fosse perfetto.

Ma non avevamo mai parlato seriamente di soldi.

Sapeva che aiutavo mia madre, ma non mi aveva mai chiesto quanto. Forse non voleva saperlo.

Finché un giorno la verità è venuta a galla.

La prima discussione seria – “Non puoi continuare così”

Una sera, Silvia mi ha chiesto di sederci a tavola per rivedere il nostro budget.

– Dobbiamo fare il punto sulle spese – mi ha detto, tirando fuori un quaderno e una penna.

Non mi sono preoccupato. Era normale che una coppia sposata organizzasse le proprie finanze.

Ha iniziato a elencare le spese: mutuo, bollette, cibo, risparmi per il futuro.

Poi mi ha guardato negli occhi e ha chiesto:

– Quanto dai ogni mese a tua madre?

– La metà del mio stipendio – ho risposto senza esitazione.

Lei è rimasta immobile.

– Stai scherzando?

Ho scosso la testa.

– No.

Silvia ha appoggiato la penna sul tavolo e ha incrociato le braccia.

– Non puoi farlo più.

Ho sentito il petto stringersi.

– Perché no?

Ha sospirato, come se dovesse spiegare qualcosa di ovvio.

– Perché adesso hai una famiglia. Dobbiamo pensare al nostro futuro. Magari avremo dei figli. Non puoi permetterti di regalare metà del tuo stipendio a tua madre.

Mi sono sentito ribollire dentro.

– Non sto “regalando” nulla! È mia madre! Lei ha sacrificato tutta la sua vita per me, vuoi che la lasci senza soldi ora che è anziana?

Silvia ha scosso la testa.

– Può vendere la casa e trasferirsi in un appartamento più piccolo. O trovarsi un lavoretto.

Sono rimasto senza parole.

– Ha 70 anni! Ha lavorato tutta la vita! E ora dovrebbe perdere anche la sua casa?

Ma Silvia non si è commossa.

– Non è più un tuo problema.

E in quel momento ho capito che lei non avrebbe mai accettato la mia decisione.

Quando è intervenuta mia suocera, tutto è peggiorato

Qualche giorno dopo, Silvia ha parlato con sua madre.

Durante una cena a casa dei suoi, l’argomento è saltato fuori.

– Luca – ha detto mia suocera mentre serviva il caffè – devi iniziare a comportarti da uomo.

L’ho guardata confuso.

– Cosa intende dire?

Ha posato la tazzina sul tavolo e mi ha fissato.

– Sei sposato. Presto, magari, avrai dei figli. Devi pensare alla tua famiglia, non alla tua mamma.

Ho stretto i pugni sotto il tavolo.

– Lei è la mia famiglia.

Ha scosso la testa.

– È un’adulta. Deve imparare a cavarsela da sola.

Mi sono voltato verso Silvia, sperando che mi difendesse. Ma lei è rimasta in silenzio.

E in quel momento ho capito che ero solo.

La decisione che ha quasi distrutto il mio matrimonio

Non potevo voltare le spalle a mia madre. Ho cercato un compromesso: invece di darle metà del mio stipendio, mi sono offerto di pagarle solo le bollette e le spese essenziali.

Circa 700 euro al mese.

Quando Silvia l’ha scoperto, è esplosa.

– Ancora?!

– Sì.

– Questo è un tradimento!

– Lei è mia madre! – ho urlato.

Mi ha guardato gelida.

– Se non smetti…

Non ha finito la frase.

Ma avevo capito.

E adesso?

Da quel giorno, niente è stato più lo stesso.

Ogni volta che faccio un bonifico a mia madre, sento gli occhi di Silvia su di me. Ogni discussione sui soldi diventa una lite.

Amo mia moglie. Ma non posso abbandonare mia madre.

Lavoro di più per riuscire a sostenere entrambe, ma so che questa situazione non può durare per sempre.

E so che, prima o poi, Silvia mi metterà davanti a una scelta.

Quando quel giorno arriverà, cosa farò?

Se scelgo mia madre, perdo la famiglia che ho costruito.

Se scelgo Silvia, tradisco la donna che mi ha cresciuto con sacrifici e amore.

Cosa fareste voi al mio posto?

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