Ho solo 49 anni, ma mia sorella minore è convinta che ormai non abbia più una vita privata e che debba fare da babysitter gratis a suo figlio di dieci anni. Adoro Matteo, è il mio nipote preferito, ma non sono disposta a sacrificare la mia esistenza per accudirlo ogni volta. Tutto è iniziato anni fa, e da allora la situazione è solo peggiorata.
**Come è cominciato tutto**
Mia sorella, Giulia, è più giovane di me di sette anni. È sempre stata un po’ viziata—la piccola di casa, coccolata da tutti. Quando è nato Matteo, ero felice di diventare zia. È un ragazzino meraviglioso: intelligente, allegro, e sempre pieno di storie da raccontare. Lo portavo a casa mia nei weekend, lo accompagnavo al parco, gli preparavo i dolci. Ma col tempo, Giulia ha iniziato a dare per scontato il mio aiuto.
Dopo il divorzio da suo marito, Giulia è rimasta sola con il bambino. Lavora tanto, spesso fino a tardi, a volte parte per lavoro. Capisco che sia difficile per lei, e ho sempre cercato di sostenerla: sto con Matteo, lo vado a prendere a scuola, lo aiuto con i compiti. Ma negli ultimi due anni ha iniziato a pensare che sia un mio dovere. «Sei libera, non hai marito né figli, occupati tu», mi ha detto una volta. Sono rimasta senza parole. Sì, non ho una famiglia mia, ma questo non significa che non abbia una vita!
**La mia vita a 49 anni**
Ho 49 anni, lavoro come contabile in una piccola azienda, e ho le mie passioni. Vado a yoga, esco con le amiche, frequento un corso di pittura. Ho un sogno—visitare l’Italia, vedere Roma e Firenze. Ho messo da parte soldi per questo viaggio da due anni. Ma mia sorella sembra credere che ogni mio minuto debba essere dedicato a Matteo. «Sei la zia, è il tuo ruolo», dice. E se provo a ribattere, aggiunge: «Tanto non fai niente di importante».
Di recente, la situazione è diventata ridicola. Giulia ha annunciato che vuole iscrivere Matteo a un corso extrascolastico d’inglese, ma è di sera e non ha nessuno che possa accompagnarlo. Ha deciso che devo rinunciare ai miei impegni e attraversare mezza città per lui. Mi sono rifiutata, spiegando che ho i miei programmi, incluso lo yoga, che non voglio saltare. Giulia si è rannuvolata: «Dai più importanza ai tuoi hobby che alla famiglia? Matteo non ti interessa?». Mi ha colpito come un pugno. Certo che mi interessa, ma perché devo rinunciare a tutto per lui?
**Il nipote che amo davvero**
Amo Matteo, davvero. È speciale: mi parla dei suoi giochi, mi racconta cosa succede a scuola, ridiamo insieme guardando i cartoni. Ma io non sono sua madre. Non ho la forza né la voglia di fare la babysitter a tempo pieno. Inoltre, noto che Giulia sta sempre più scaricando su di me le sue responsabilità. L’altra volta, mi ha chiesto di parlare con Matteo dei suoi brutti voti perché «con te si confida di più». L’ho fatto, ma non è il mio compito!
Ho provato a parlarne con mia sorella. Le ho detto che sono disposta ad aiutare, ma nei limiti del ragionevole. Le ho suggerito di assumere una tata o di chiedere aiuto ai suoceri (vivono vicino). Ma Giulia ha scosso la testa: «Una tata costa troppo, tanto tu ci sei». Sento che mi sta usando solo perché è comodo e gratis.
**Come trovare un equilibrio?**
Ora mi sento in trappola. Da un lato, non voglio litigare con mia sorella e far pensare a Matteo che non gli voglio bene. Dall’altro, sono stanca di essere la “zia di servizio”. Voglio vivere la mia vita, dedicarmi alle mie cose, senza sentirmi in colpa se non corro al primo richiamo. Ho iniziato persino a chiedermi se sono troppo remissiva. Forse devo essere più ferma nel fissare dei limiti?
Se avete vissuto situazioni simili, ditemi come avete fatto. Come dire di no ai familiari senza rovinare i rapporti? O forse sono io egoista, e Giulia ha ragione? Ho bisogno di un punto di vista esterno.