LA CASSATA CHE SPEZZÒ UNA MALEDIZIONE FAMILIARE
In questa casa non si parla di mia nonna disse Luca, abbassando la voce, come se il vento potesse udirlo.
Era la terza volta che visitava Roma. Ma questa volta non era per turismo o capriccio. Questa volta, era per uneredità: un quaderno macchiato di zucchero e silenzio.
Sua madre glielaveva consegnato prima di morire.
È tuo. Te lha lasciato lei. E se vuoi cercarla vai con fame, ma non di risposte. Vai con fame di dolcezza.
Nella prima pagina cera scritto:
Ricetta della cassata. Per quando Luca vorrà perdonare.
Non aveva mai sentito parlare di quel dolce. Né di sua nonna. Solo che era stata ripudiata dalla famiglia per disonore. Ma nel quaderno cera più che zucchero e farina. Cera una storia che chiedeva di essere raccontata.
Arrivò nel quartiere di Trastevere, seguendo lindirizzo scritto con inchiostro sbiadito. Bussò alla porta di una casa rosa con finestre blu. Ad aprirgli fu una donna dagli occhi grigi e la voce roca.
Sei tu? chiese lei.
Chi dovrei essere?
Quello che porta il quaderno.
Si chiamava Sofia. Era la figlia della nonna di Luca. Sua zia, anche se lui non aveva mai saputo della sua esistenza. Lo fece entrare. In cucina cerano foto ingiallite, una radio accesa con musica napoletana, e una pentola che sfrigolava.
Cassata disse lei, mescolando con un cucchiaio di legno. Come la faceva mia madre. Cotta al forno, poi bagnata nel liquore. Croccante fuori, morbida dentro. Come lei.
Luca deglutì.
Perché non mi hanno mai parlato di lei?
Perché tuo nonno giurò di cancellare il suo nome. Ma lei non ha mai cancellato te. Ti conosceva prima che nascessi.
Gli porse una lettera piegata, con il suo nome scritto a mano.
Carissimo Luca, so che questa ricetta ti arriverà prima della mia storia. Va bene così. Prepara il dolce. Solo così capirai che anche lamore a volte si brucia, e poi si perdona.
Non pianse. Non ancora. Ma qualcosa dentro di lui si incrinò.
Mi insegni? chiese.
Passarono ore a preparare limpasto: farina, ricotta, zucchero, un goccio di marsala. Poi lo infornarono, e alla fine, lo immersero in uno sciroppo denso profumato di scorza darancia.
Quando Luca ne assaggiò una fetta, il sapore gli riempì la bocca come un segreto svelato. Il dolce gli sciolse la lingua, e con esso, un nodo in gola.
E adesso? sussurrò.
Adesso portala con te. E non tacere più la sua storia.
Mesi dopo, Luca aprì una piccola pasticceria a Milano. La Dolcezza di Sofia.
Vendeva solo dolci siciliani. Ma il più richiesto era la cassata.
E sulla parete, vicino al forno, una frase scritta a mano diceva:
Ci sono eredità che non sono soldi sono ricette che ti insegnano ad amare ciò che non ti è mai stato raccontato.






