Oggi Nicola mi ha chiamata con urlo dalla sala: “Grazia! Grazia, dove sei andata? Vieni qui subito! È urgente!” Ho asciugato le mani sul grembiule, il cuore in gola. “Arrivo, arrivo! Cosa succede, è scoppiato un incendio?” Lui mi ha afferrata per i gomiti, gli occhi scintillanti: “No, meglio! Ricordi Petronio, il mio ex capo? Quello pensionato l’anno scorso? Vende il trilocale in centro! A metà prezzo per noi, dice che gliel
Cara mia Fiorella, che giorno tormentato… Nicola continua a fissare quella dannata stufa nella nuova cucina, le mani sporche di grasso mentre borbotta imprecazioni. Ogni rumore rimbomba in queste mura spoglie come in una cattedrale vuota, e mi manca disperatamente il calore del nostro vecchio salotto a Trastevere, dove le risate dei bambini riempivano ogni angolo senza bisogno di arredi costosi. Oggi Ginevra ha avuto quel sorriso triste quando ha detto “che spazio magnifico”, quasi un rimprovero per non aver chiesto il loro parere prima di vendere l’anello di famiglia e ipotecare la nostra serenità. Dav
Guardando passare i riflessi del lampione nella pozzanghera sotto casa, capì che il vero dono era stato il fragile equilibrio che avevan perduto per inseguirla, quella casa con le ossa ammuffite che adesso li divorava vivi.
Il dono che rovinò tutto
