Il Figlio Minore

**20 Settembre 1985**

“Lele, potresti non partire per questo viaggio? Il cuore mi trema… Chiedi a qualcuno di sostituirti, per favore.” Le parole di Francesca uscirono appena sopra un sussurro, mentre cercava di nascondere il tremore nella voce.

“Questo trasporto paga bene, Cecca. Tra poco nascerà il bambino, lo sappiamo entrambi—ogni centesimo vale oro adesso.” Rispose Leonardo, stringendola forte e baciando la testolina delle loro vivaci gemelle, Giulia e Martina.

Francesca annuì in silenzio. Il cuore le doleva, ma la ragione le diceva che aveva ragione: le finanze della famiglia erano allo stremo. Asciugò le lacrime mentre lo guardava allontanarsi e sussurrò, abbracciandolo: “Torna presto… Ti aspettiamo.”

La porta si chiuse. Francesca si riprese: diede da mangiare alle bambine, le portò a fare una passeggiata. La giornata trascorse stranamente tranquilla. Nessun capriccio, nessuna scenata—quasi come se anche loro sentissero qualcosa di strano.

Ogni sera alle dieci, come promesso, si chiamavano. Lei gli raccontava delle figlie che lo aspettavano, dei suoi piccoli lavori di cucito. Lui rideva al telefono e prometteva: “Domani sarò a casa, gattina.”

Ma a casa non tornò mai.

Sulla strada del ritorno, la sua autoarticolata si scontrò con un camion che aveva invaso la corsia opposta. Tutto accadde troppo in fretta. Nemmeno un secondo per evitare l’impatto. Leonardo morì sul colpo.

Quella stessa notte, il telefono squillò. Francesca, come in un sogno, sollevò la cornetta—e il suo mondo crollò.

Barcollando, raggiunse la vicina, zia Rosina. Le chiese di badare alle bambine. Poi, cadde a terra proprio sulla soglia. I medici fecero appena in tempo per il cesareo d’urgenza.

Il bambino nacque debole, prematuro. A lui mancava la forza del padre, a lei la spalla del marito.

Francesca lo chiamò come lui—Leonardo. Uscita dall’ospedale, contò i soldi rimasti. Bastavano per qualche mese. Poi? Si sarebbe vista.

La vita si ridusse a sopravvivere. Zia Rosina aiutava come poteva. Non avevano parenti vicini. Francesca ricominciò a cucire—prima per i vicini, poi il passaparola le portò altre clienti.

Le gemelle andarono in seconda elementare, il piccolo Leo all’asilo. Erano la sua speranza, la sua ancora. Ma…

Le amava di più. E lui? No, non lo odiava—ma non poteva guardarlo senza dolore. Assomigliava sempre di più a suo padre. E ogni volta, sentiva di non averlo trattenuto, non averlo salvato…

Leo era un bambino silenzioso, buono, premuroso. Leggeva, aiutava, mai una lamentela.

Alle figlie comprava vestiti nuovi, cuciva abiti per le bambole. A lui, rattoppava i vestiti vecchi.

“Povero piccolo… Orfano con la madre ancora viva,” sospirava spesso zia Rosina, vedendolo lavare i piatti o riordinare i giochi delle sorelle.

Il tempo volò. Le figlie crebbero, si sposarono, se ne andarono. Rimase solo Leo con lei.

Si diplomò come tecnico e trovò lavoro in una fabbrica di dolci a Verona. Francesca cominciò a perdere la vista—le notti insonni, i nervi a pezzi, anni di solitudine.

Leo si prese cura di lei. Cucinava, lavava, la portava a passeggiare al parco, guidandola per mano. Lei sussurrava sempre più spesso:

“Perdonami, figlio mio… Non merito il tuo amore. Vivi la tua vita, sei così giovane…”

Lui sorrideva. “C’è tempo, mamma. Ci saranno una moglie, dei figli. Vedrai i nipotini.”

Poi arrivò lei. Timida, riservata. Sofia.

“Mamma, Sofia resterà con noi. Non ha nessuno. È orfana.”

Tre mesi dopo, si sposarono. Tornarono le figlie, i nipoti, i generi—tutta la famiglia riunita. Francesca era felice, ma spesso sorrideva nascondendo il dolore.

La diagnosi fu terribile—un cancro. Non le restava molto, e lo sapeva.

Ma il destino le regalò un’ultima gioia—poté conoscere il suo primo nipote.

Se ne andò in pace, con un sorriso, stringendo la mano di colui che per anni non era riuscita ad amare.

Il figlio minore… l’unico… il più amato.

**Che la vita ti insegni ad amare ciò che il cuore, a volte, non vede.**

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

4 × 2 =

Il Figlio Minore