«Il Figlio Non È Venuto Perché La Nuora Non Ha Permesso»: Ha Detto Che Chiediamo Sempre Qualcosa e Che La Nostra Casa Non Le Serve

«Il figlio non è venuto perché la nuora non l’ha lasciato»: lei ha detto che gli chiediamo sempre qualcosa e che la nostra casa non le serve

— E niente, non viene… — sospira con amarezza Valentina. — Io e mio marito ormai non ci arrabbiamo nemmeno più, ci siamo abituati. Ogni volta è la stessa storia. Prima le promesse, poi il silenzio.

— Cos’è successo stavolta? — chiedo. — La nuora ancora non glielo permette? Mi pare che tra voi non filasse poi così bene…

— Forse non gliel’ha permesso. Anche se mio figlio non ha mai detto esplicitamente che è lei a trattenerlo. Ma si vede… Prima veniva più spesso. Adesso invece — niente. Lei ha trovato il modo di tenerlo legato. Dovremo persino riparare il tetto con degli operai — lui, guarda un po’, non riesce a trovare nemmeno un giorno libero — dice Valentina, trattenendo a stento il risentimento.

Si tratta di suo figlio Matteo, quarant’anni. Ha lasciato il paese natale dodici anni fa, si è sistemato a Bologna, fa il meccanico. Una volta riparava tutto con le sue mani, adesso dirige soltanto. Si è sposato in città, ha comprato casa. Tutto da solo. Sua moglie, Fiammetta, l’ha conosciuta tardi — erano già grandi quando si sono messi insieme.

— Lei non aveva mai avuto una relazione seria prima di lui — continua Valentina. — E capisco perché. Ha un carattere davvero… difficile. Fin dal primo incontro non siamo andate d’accordo. Io ci ho provato, davvero. Ma lei… sembrava decisa a vedermi come una nemica fin dall’inizio.

— L’ho sentita un paio di volte al telefono — interviene la vicina — sembra quasi che prenda in giro, anche quando saluta. Non capisco cosa ci trovi mio figlio.

Fiammetta quasi non parla con i genitori di Matteo. Una volta all’anno, con il suo permesso solenne, lui può venire a trovarli. E sempre senza di lei. Quest’anno Matteo aveva promesso di venire in primavera — per aiutare con il tetto. Aveva anche comprato i biglietti. Ma poi, come si è scoperto, la nuora ha cambiato tutto.

— È incinta — dice Valentina con frustrazione. — Adesso, guarda caso, non può lasciarla sola. Anche se è una donna adulta, un’infermiera, cosa le potrebbe succedere? Da due settimane gli sta facendo il lavaggio del cervello. Lui all’inizio resisteva, ma poi…

— E come fa a sembrare ragionevole? — scuote la testa il marito di Valentina. — La accompagna al lavoro per mano? I suoi genitori vivono lì vicino — che la aiutino loro. Perché deve rinunciare a tutto per lei?

— Esatto — continua Valentina. — Sono sicura che sia sua madre a spingerla. “Non lasciarlo andare, chissà se poi torna e chiede il divorzio”. La sua sorella minore, tra l’altro, è già rimasta sola con un figlio. Adesso vive con i genitori.

— Ma Matteo non è così — obietto. — È una persona perbene. E poi, perché non possono venire insieme?

— Ma figurati! — fa un gesto di fastidio Valentina. — Fiammetta non verrà mai con lui. Mio marito le ha telefonato una volta — lei ha fatto una scenata tale che lui mi ha detto di non chiamare più nostro figlio. È inutile.

— E cosa gli ha detto?

— Che gli chiediamo sempre qualcosa. Che lo teniamo lontano dalla sua famiglia. Che non ha più la forza di lottare contro di noi. Che le ferie dovrebbe passarle con la moglie e il bambino, non “assecondando i capricci dei vecchi”. E che la nostra casa non le serve, ce la teniamo pure.

— Che sfacciataggine! E tuo figlio?

— Dice che non è colpa sua. Che non vuole peggiorare le cose. Che è preoccupato per la gravidanza. Capisco tutto. Ma non è giusto. Lo abbiamo cresciuto, gli abbiamo dato tutto ciò che potevamo. E adesso non può venire nemmeno un giorno?

Il marito di Valentina non ce l’ha fatta. In un momento di rabbia ha detto al figlio che non aspetterà più — chiamerà una ditta, farà tutto da solo. E lui può pure restare con la moglie, se lei ora è più importante dei genitori.

— Solo che non capisce — dice piano Valentina. — Le mogli possono essere tante… Ma i genitori sono unici. E non durano per sempre.

Oggi ho capito una cosa: l’amore di un figlio non è una garanzia, ma una scelta. E quando si sceglie di voltare le spalle, il vuoto che lasci dietro non si riempie più.

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