Il Figlio Prediletto Ha Tradito la Madre che lo Ha Cresciuto

Nella quiete di un piccolo borgo toscano, molti anni fa, accadde una storia che ancora oggi viene ricordata con un sospiro.

Al ballo di fine anno, tutte le ragazze sognavano di farsi fotografare con lui. Ma lui scelse Ginevra Non era né bella, né brillante, né colta. Ma suo padre era un uomo influente nel paese. E labito di Ginevra quella sera era il più elegante E poi, anche alluniversità riuscì a entrare senza fatica. Così, come se lavesse preso per mano quella sera, non lo lasciò più per anni, fino a condurlo allaltare.

***

LA VITA COME FU. Il figliolo

Da piccolo, lo ammiravano come un quadro. Oltre alla bellezza che lo rendeva speciale, il bambino sapeva anche essere dolce e affettuoso! Se qualcuno lo prendeva in braccio, lui si stringeva come fosse un figlio. Persino gli sconosciuti gli offrivano caramelle. Maria temeva che potessero portargli malocchio. A scuola, le ragazzine litigavano per stargli vicino, per essere sue amiche, e poi, più avanti, per uscire con lui. Nicola bravo negli studi, atleta promettente. Ma povero, molto povero. Le ragazze del paese non badavano al fatto che il loro idolo indossasse lo stesso paio di jeans fino a quando non gli si logorarono alle caviglie. Di un altro si sarebbero burlate, ma di lui no! Al ballo di fine anno, tutte desideravano una foto con lui. E lui scelse Ginevra Né bella, né sveglia, né istruita. Ma suo padre era un uomo importante. E il vestito di Ginevra era il più sontuoso E alluniversità ci entrò senza problemi. Così, dopo averlo preso per mano quella sera, non lo lasciò più, e lo condusse al matrimonio.

Maria, prima delle nozze, vendette il maialino e diede i soldi al figlio. E basta! Nicola prese quelle poche migliaia di lire e se ne andò

***

Maria era arrivata in paese con un bimbo in braccio. Chissà se era vero o solo pettegolezzo, ma si diceva che la casa glielavesse comprata il padre del bambino, per evitare pretese, essendo già sposato. Nessuno laveva mai vista con parenti. Viveva con modestia, lavorava nel negozietto del paese e teneva un piccolo orto. Qualche pretendente si era fatto avanti, ma lei li respingeva tutti. “Ho già un uomo!”, diceva. Che ridere! Le amiche a volte la stuzzicavano: “È dura da sola”. E lei si arrabbiava.

Quando portò Nicola a scuola, il primo giorno incontrò Vittorio, il maestro di ginnastica appena uscito dalluniversità. I loro occhi si incrociarono, quasi per caso. Poi, senza accorgersene, cominciarono a cercarsi. Lui portava Nicola in bicicletta, gli insegnava a riparare le gomme, in inverno andavano nel bosco e in primavera zappavano lorto insieme. Maria non osava dire la verità al figlio. Notava che, quando abbracciava Vittorio o gli toccava la mano in sua presenza, il bambino si irrigidiva e taceva.

“Perché, piccolino? Lui è buono! Sarà tuo padre”, sussurrava dopo che lamato se nera andato.

“Non voglio che tu lo ami! Voglio che ami solo me!”, borbottava il bambino.

Una mattina, Nicola li trovò insieme nel letto.

“Dora in poi sarà così, piccolo!”, lo abbracciò Vittorio, che davvero lo amava come un figlio.

“No! Non voglio che tu viva con noi!”, urlò il bambino. Rifiutò la colazione e scappò. Maria lo trovò solo la sera e lo riportò a casa.

“Lui cè?”, chiese, indicando la porta, con le lacrime agli occhi.

“Sì”

“Allora che se ne vada. Io non entro finché cè lui!”

“Nicola Non ti ha mai fatto nulla! Saremo una famiglia, come tutti gli altri”, cercava di convincerlo.

“Non voglio come tutti! Voglio stare solo con te! Lui non è mio padre!”

“Lo sarà, vedrai”

Vittorio uscì con la valigia, proprio come era arrivato. Abbracciò Maria, la strinse e le baciò la fronte.

“Pensaci, Nicola. Non sono vostro nemico”, disse, quasi imbarazzato. “Ci penserai?”

“No!”, il bambino scosse la testa e si girò.

“Se lo fai venire a vivere con noi, io scappo!”, le disse quando la cancellata si chiuse alle spalle di Vittorio.

Maria scelse il figlio. Vittorio se ne andò dal paese, chissà dove, perché nessuno lo rivide mai più. E Maria, a Capodanno, diede alla luce un altro figlio: Giorgio. Temeva che il maggiore non lavrebbe accettato, ma Nicola, sempre curioso di tutto, non chiese nemmeno da dove venisse quel fratellino. Lo amò da subito, lo guardava con affetto. E Maria, come per espiare una colpa, non osava mai contraddirlo.

“Il mio Nicola è così maturo”, si vantava con le amiche, “un figlio doro, tanto che sono io a chiedere consiglio a lui!”

Quelle sghignazzavano, perché sapevano bene che proprio per il “consiglio” del figlio, Maria era rimasta sola

Quando Nicola cominciò a frequentare Ginevra, Maria ne fu felice. Veniva da una famiglia benestante, e pensava che, una volta sposati, avrebbero aiutato suo figlio a farsi strada.

Come sempre, aspettava il figlio studente il sabato. Aveva preparato torte e sformati. Il treno era passato da ore, ma Nicola non arrivava.

“Mamma!”, corse a casa Giorgio dal campo sportivo, “Nicola è andato a casa di Ginevra!”

Non cenarono. Aspettarono. Ma lui non tornò. Né quella sera, né la mattina dopo. Passò solo di corsa, senza neppure baciare la madre come al solito.

“Mamma! Ci sposeremo!”, le annunciò senza preamboli.

Voleva sgridarlo per non esser venuto a casa, dirgli quello che aveva pensato tutta la notte, ma non trovò le parole mentre lui proseguiva:

“Mi aiuterai un po, vero? Vendi pure il maialino!”

“Certo, figlio mio! E quando sarà il matrimonio?”

“Non lo so ancora. Lo faremo a Firenze, da studenti! Non vogliamo farlo qui!”

La settimana dopo, Maria vendette il maialino e Nicola venne a prendere i soldi. Li prese in silenzio, senza contarli. E corse da Ginevra.

In paese tutti sapevano tutto. Si mormorava che i futuri suoceri preparavano un matrimonio sontuoso. Nicola non tornava a casa. Senza fidanzamento ufficiale, senza accordi Non sembrava giusto. Maria trovò il coraggio di andare dai futuri consuoceri, magari per aiutare. La suocera la bloccò al cancello:

“Che aiuto vuoi dare tu? Abbiamo già tutto organizzato! Gente di fiducia! E a te non spetta far nulla, perché non sei né moglie né vedova! Mio genero è cresciuto senza padre per colpa tua! Un bastardo! Credi che ci faccia piacere accogliere gente come te in famiglia? Lui ormai pazienza, per nostra figlia! Ma tu non farti vedere!”, e le sbatté il cancello in faccia.

Maria tornò a casa come ubriaca. Nessuno laveva mai umiliata così. Eppure che figlio aveva cresciuto, se lei stessa non valeva nulla? Eppure aveva dato tutto per i suoi figli Si commiserava, cieca dalle lacrime.

Le nozze furono sfarzose. Per tre giorni, la musica risuonò in tutto il paese. Non tutti furono invitati, solo pochi. Si diceva che non si era mai

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