Luca De Rossi era sempre stato il figlio doro della famiglia De Rossi. Fin da piccolo, era lorgoglio dei suoi ricchi genitori, pilastri della comunità. Frequentò scuole prestigiose, eccelse nello sport e alla fine prese in mano il fiorente impero immobiliare del padre. La sua vita sembrava perfettaricchezza, influenza e lammirazione di tutti. Ma cera un ostacolo che non riusciva mai a superare: sua madre, Beatrice De Rossi.
Una volta donna vivace e affettuosa, Beatrice era rimasta paralizzata in un incidente dauto cinque anni prima. La sua vita era cambiata completamente. Da matriarca forte e indipendente, ora aveva bisogno di cure costanti. Luca, sempre guidato dallambizione, non aveva pazienza per questo. Aveva dovuto riorganizzare la sua vita attorno a lei, e nel tempo il suo risentimento era cresciuto. Era stanco dei continui rimandi alla debolezza di sua madre e, più di tutto, odiava come lei lo frenasse. Suo padre era morto un anno prima, lasciandolo erede della fortuna di famiglia, ma la condizione di Beatrice era come un macigno sul suo collo.
Un pomeriggio, mentre Luca e sua madre erano seduti sulla terrazza della loro lussuosa villa affacciata sulle scogliere a picco sul mare, un piano iniziò a formarsi nella sua mente. Sentiva il rumore delle onde infrangersi sotto di lui e, per la prima volta da anni, sentì unondata di libertà. Se solo sua madre non ci fosse più, avrebbe potuto vivere come volevaniente più visite in ospedale, niente più sensi di colpa, niente più obblighi.
I pensieri di Luca si fecero rapidamente oscuri. Poteva farla sembrare un incidente. Conosceva bene quelle scoglieremolte persone erano cadute negli anni, i loro corpi inghiottiti dalle onde. Bastava una semplice spinta e tutto sarebbe finito.
Il suo fedele cane, Argo, un vecchio Golden Retriever, sonnecchiava ai suoi piedi, ignaro del piano che stava prendendo forma. Luca si girò verso sua madre, che guardava lorizzonte, inconsapevole del pericolo. Non immaginava che la persona di cui si fidava di più stava per tradirla.
Con un movimento rapido, Luca le si mise alle spalle, afferrandole le spalle. “Mamma, sei troppo vecchia per questo,” borbottò. E con un gesto calcolato, la spinse giù.
Il suo urto durò poco prima che scomparisse dalla vista, il corpo in caduta verso gli scogli affilati. Luca rimase immobile, il cuore in gola. Laveva fatto. Era finalmente libero.
Ma mentre si voltava per andarsene, qualcosa gli strinse il cuore. Era Argo, che alzò la testa e iniziò a correre avanti e indietro sul bordo della scogliera. Il cane aveva gli occhi pieni di confusione e iniziò ad abbaiare freneticamente, come se capisse che qualcosa era andato storto.
Per un attimo, Luca sentì il peso delle sue azioni. Ma scrollò via quel pensiero. “È fatta,” si sussurrò, ignorando gli abbai disperati del cane.
La vita di Luca non cambiò subito. La polizia arrivò poche ore dopo, ma classificò lincidente come una tragica fatalità. Beatrice aveva problemi di mobilità da anni, e non fu difficile credere che avesse perso lequilibrio.
Ma Luca sapeva la verità. Laveva fatta franca. La villa era sua, e gli affari di famiglia erano finalmente liberi dal peso di sua madre. Ma la pace durò poco.
Argo, che era stato il compagno fedele di Beatrice per anni, si rifiutò di allontanarsi dal punto in cui lei era caduta. Il cane rimase lì per ore, fissando le rocce sotto di sé. Luca cercò di ignorarlo, sperando che se ne andasse, ma Argo aveva altri piani. Ogni giorno tornava alla scogliera, abbaiando e guaendo come se chiamasse la sua padrona.
Luca si irritò sempre di più. Non sopportava quel promemoria del suo crimine e divenne aggressivo con Argo. Lo chiuse fuori casa, ma il cane non smise. Era implacabile.
Una sera, mentre Luca era nel suo studio, un senso di inquietudine riempì la stanza. Il silenzio era opprimente. Guardò la foto di famiglia sul muro, con sua madre e Argo. Per un attimo, sentì un rimorsounemozione strana e fugace. Ma la scacciò.
Quel sentimento però non sparì. Marcì nella sua mente, e i lamenti del cane si fecero più forti ogni notte. Il sonno di Luca divenne agitato, i nervi a pezzi. Non poteva sfuggire al senso di colpa.
Poi, qualche giorno dopo, accadde qualcosa di strano. Argo scomparve. Luca pensò che fosse scappato, ma trovò segni che il cane aveva scavato sotto il cancello. Il cuore gli si gelò.
Aveva capito? Argo sapeva cosa aveva fatto?
Passarono settimane, e la vita di Luca sembrò tornare normale. Aveva messo a tacere i sensi di colpa e ricostruito le relazioni con amici e colleghi. Credeva di aver lasciato il passato alle spalle.
Ma una sera, mentre passeggiava sulla spiaggia vicino alle scogliere, sentì un abbaiare familiare. Era Argo. Luca si bloccò, il cuore in gola, mentre il cane apparve in cima alla scogliera, nello stesso punto in cui sua madre era caduta. I loro occhi si incrociaronoquelli di Argo pieni di accusa. Era come se sapesse.
Le gambe di Luca si fecero pesanti mentre si avvicinava. “Che vuoi?” sussurrò, anche se conosceva la risposta. Argo era lultimo legame con sua madre, e il cane non aveva dimenticato. La fedeltà di un tempo era diventata un fantasma del suo crimine.
Argo ringhiò, facendo un passo avanti come per sfidarlo. In quel momento, Luca capì che le sue azioni non erano mai state nascostenemmeno al cane che era sempre stato lì.
Cercò di toccarlo, ma Argo indietreggiò. Allimprovviso, Luca perse lequilibrio. Cadde allindietro, e prima di poter reagire, sentì il vuoto sotto di sé. Il suo urlo fu portato via dal vento mentre precipitava verso gli stessi scogli che avevano ucciso sua madre. Lultimo pensiero fu per Argo, che lo fissava dallaltoil giudice inflessibile della sua colpa.
Mentre le onde si infrangevano sotto di lui, il destino di Luca De Rossi fu sigillato. Non dalla ricchezza o dal potere, ma dal ricordo del suo tradimento e dal cane fedele che non aveva mai dimenticato.




