Ricordo di quel tempo, quando il mio figlio, Alessandro, si avvicinò a me con lo sguardo stanco.
Papà, voglio divorziare. Non ne posso più! La moglie è pigra, e io mi trovo a fare tutto da solo disse, la voce carica di amarezza.
Perdono, figlio mio rispose il vecchio Vittorio, accarezzando la barba bianca.
Perché? chiese Alessandro, confuso.
Perché non ho sempre trattato con dolcezza tua madre, Anna. È colpa mia se dentro di te è nato quel pensiero di separazione il padre sospirò, gli occhi persi nei ricordi.
Non devo separarmi? ribatté il giovane.
No, non separarti Non permettere mai a quel pensiero di prendere vita. Vittorio posò una mano sul braccio del figlio. Non è la pazienza a salvare il matrimonio, è il tuo atteggiamento. Se cambi tu, tutto intorno a te cambierà.
Come posso cambiare? chiese Alessandro, desideroso di una risposta.
Guarda tua moglie, Costanza, come insegna il Signore. È un dono divino per te, la tua gioia, la tua compagna, la madre dei tuoi figli. È come quella fragile coppa di ceramica che Dio ti ha affidato: trattala con tenerezza, con cura, con rispetto, e il resto non avrà più importanza. Se oggi non sa fare qualcosa, impara con lei. Se non riesce a stare al passo, copri la sua debolezza con la tua forza e il tuo amore. Quando qualcosa le sfugge, raccontale la sera, accanto a una tazza di tè, stringendola delicatamente alle spalle. Il vostro cammino è solo vostro, il vostro amore è solo vostro. Chi cerca di intaccare la vostra unione con odio è il nemico della vostra casa, anche se fosse tua madre, tuo fratello o il tuo più caro amico. Non giudicarli, perdona e fai capire a ognuno che, per la tua sposa, per il tuo amore, saresti pronto a morire senza esitazione, ma non permetterai mai a nessuno di ferire la tua famiglia con parole cattive.
Anche voi due, io e la mamma, eravate sul punto di divorziare? chiese Alessandro, quasi a provocare.
Anche senza aiutanti a volte litigavamo con veemenza. Eravamo testardi, orgogliosi Ma la vita è diversa per voi. Nessuno vi scaccia da Dio. Chiedete a Lui saggezza, cedete luno allaltro, confortatevi e rallegratevi a vicenda. Lamore, se non lo conosci, cresce piano. Ne vedrai tutta la grandezza e il valore solo nella tarda età, quando, al tramonto, stringerai di nuovo Costanza alle spalle e non avrete più bisogno di parole.
Il silenzio calò su Alessandro. Per la prima volta dopo tanto tempo, guardò sua moglie non come un peso, ma come una donna che, come lui, si stancava, aveva debolezze, e bramava calore e sostegno. Gli si fece vergogna di aver visto solo i difetti, senza notare gli occhi che un tempo brillavano di gioia accanto a lui.
Quella notte, rientrato a casa, non pronunciò rimproveri. Si avvicinò, la abbracciò e, a bassa voce, disse:
Perdona, amore mio. Non ho riconosciuto il più prezioso dono della mia vita in te.
Costanza rimase sorpresa, ma nei suoi occhi scintillò di nuovo la fiamma che un tempo li aveva uniti. Non ci furono parole lunghe, solo il silenzio, il tocco e la consapevolezza di essere ancora insieme.
Perché il vero amore non muore; a volte si nasconde sotto strati di rancore e di fatiche quotidiane. Ma se lo si nutre con attenzione, pazienza e tenerezza, si risveglia più forte di prima.