Il giorno speciale: telefonate, distrazioni e sorrisi

Oggi è il suo compleanno. Fin dal mattino, tutti la chiamano, disturbandola mentre si prepara per il lavoro, anche se la commuove che nessuno si sia dimenticato…

La figlia Sofia l’ha congratulata e ricordato che dopo il lavoro deve passare da loro: cucinare, badare al nipote Luca, aiutarlo coi compiti…

Poi dovrà fermarsi dai suoceri, i signori Ferrari, a portare la spesa comprata di corsa, e infine correre a casa per preparare la cena al marito Marco.
Solo dopo, forse, potrà rilassarsi con un bicchiere di vino davanti alla TV, se le resteranno le energie. Altrimenti, pazienza. Non sarebbe la prima volta…
L’importante è che tutti siano soddisfatti. Questo è il suo regalo. Se loro sono felici, lo è anche lei…
I due gatti, Nonno e Piccolo, la osservano dalla credenza. Piccolo miagola:
«Abbiamo trovato la padrona perfetta. Chi altri ci accudirebbe così?»
Nonno aggrotta le vibris:
«E chi si prende cura di lei? Non è vecchia, sai… Quarantacinque anni, ma vestita di stracci ne dimostra sessanta. Nessuno le regala un giorno di pace neanche per il compleanno.»

Piccolo lo fissa perplesso:
«Che discorsi strani!»
«Mi ha salvato dalla spazzatura, un micino scheletrico» sospira Nonno. «Mi ha allattato col biberon. E io l’ho vista spegnersi: da ragazza allegra a donna sfiorita, sempre di corsa.»
«E allora? Abbiamo cibo, carezze, dormiamo dove vogliamo. Cosa vuoi di più?»
«Ripagare il debito» risponde Nonno. «Capisci? Un debito d’onore.»
Ma Piccolo non capisce…

*****
Il giorno finisce, tutti a dormire. All’alba, Nonno è sparito. Come evaporato!
Giulia va al lavoro con il cuore stretto, ma dopo l’ufficio deve correre da Sofia, poi dai suoceri, poi cucinare per Marco…
Le ricerche del gatto slittano alla notte.
Mentre torna a casa schiacciando pozzanghere autunnali, un vecchio con bastone e occhiali scuri la chiama:
«Bella signorina, un aiuto?»

«Subito, nonno» risponde lei, guidandolo alla panchina. Lui le stringe la mano, costringendola a sedere.
«Devo andare» si scusa.
«Ma dove corri così?» chiede lui, e lei inizia a spiegare. C’è qualcosa di familiare in quell’uomo…
«Le scarpe sono consumate» la interrompe.
«Come fa a saperlo?»
«Sono cieco, non sordo» ride. «Sfrigolano nell’acqua.»
Lei arrossisce:
«Ma la giacca è nuova…»
«Sì» annusa la stoffa. «Regalo di Sofia, vero? Usata e passata a te.»
«Sa tutto» brontola.
«Non arrabbiarti, piccola» sorride lui, baffi tremuli. Per un attimo, le sembra un gatto…

«Il compleanno?» riprende lui.
«Ieri…» Le si strozza la voce. E mentisce: «Marco mi ha regalato rose e profumo costoso. I suoceri hanno organizzato una festa con cena di pesce al ristorante! Abbiamo ballato fino a tardi…»
Il vecchio ascolta in silenzio.
«Non crede?»
Lui le rivolge un sorriso enigmatico:
«Ti conosco da sempre. Oggi ti faccio un regalo. Vieni.»
«Non posso! Devo…»
«Aspetteranno» taglia lui, trascinandola con forza insospettabile.

*****
Rientrano a notte fonda.
Lei indossa un abito elegante, tacchi alti, capelli rifatti dal miglior parrucchiere di Roma. Nella borsa firmata, gioielli e un flacone di profumo fiorentino…
Un cameriere del ristorante ha portato i sacchetti della spesa in taxi, il conducente li ha lasciati a casa.
«Grazie» sussurra Giulia baciandolo sulla guancia. «Forse era amico dei miei genitori… Mai avuto un compleanno così.»

Lui le accarezza il viso. Quel gesto le ricorda Nonno quando le sfiorava la guancia…
La porta si spalanca: Marco, i suoceri, Sofia e Luca la fissano a bocca aperta.
«Dov’eri?» ringhia il marito. «Abbiamo chiamato gli ospedali!»
«Cenavo con un amico di famiglia» risponde. Ma il vecchio è svanito.

«Che splendida!» ammira il genero.
«Bighellona con sconosciuti» sibila la suocera. «Con quali soldi?»
«Esatto» ribatte Giulia. «Spendo tutto per voi. Mai un lusso per me. Giusto?»
I suoceri sbattano la porta.
«Finalmente» sorride a Marco. «Prepara il tè. Vado a farmi una doccia.»
Lui obbedisce, aggiungendo panini e cioccolatini sul vassoio…

*****
Il giorno dopo, trova Nonno nell’armadio. Sorride, immobile.
Lo seppellisce sotto un ulivo vicino casa. Tornando, le pare di vedere il vecchio vicino ai cassonetti.
Corre, ma trova solo un micino grigio.
«Vieni» lo solleva. «Avrò cura di te.»
«Lo so» fa lui, facendo le fusa. «Lo so…»

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