All’angolo tra Via Garibaldi e Piazza Roma, a Verona, c’era un manichino nella vetrina di un negozio di abbigliamento. Era sempre vestito nello stesso modo: una camicia bianca, un paio di pantaloni grigi e un berretto storto che nessuno aggiustava mai. Un manichino dimenticato, rimasto lì per più di dieci anni. Così immobile, così parte del paesaggio, che molti ormai non lo notavano più. Ma i commercianti del quartiere gli si erano affezionati. Ogni mattina, aprendo i negozi, lo salutavano: “Buongiorno, signor Giacomo!”—così l’avevano battezzato, per scherzo. Era diventato un rituale, un piccolo gesto per iniziare la giornata. Il panettiere, il cartolaio, la fioraia… tutti salutavano il manichino. E lui, ovviamente, non rispondeva mai.
Fin quando un giorno, invece, lo fece. Era un lunedì. La vetrina era appannata per l’umidità del mattino. Mentre passavano davanti al manichino e gli dicevano, come al solito, “Buongiorno, signor Giacomo!”… il manichino sorrise. Si mosse. E sussurrò: “Buongiorno, ragazzi.” Tutti rimasero di ghiaccio. Non era un manichino. Era un uomo davvero, e si chiamava Giacomo. Aveva 74 anni. Faceva il custode del negozio da mesi. Aveva perso la casa, la famiglia era lontana, e non aveva un posto dove andare. Così, di notte, dormiva nel magazzino. Di giorno, quando il negozio apriva, rimaneva immobile dietro il vetro, fingendo di essere un manichino. Non lo faceva per scherzo. Lo faceva perché, lì, dietro quella vetrina, si sentiva meno solo. “Amo guardare la gente, vedere come comincia la giornata. E almeno qui… nessuno mi ignora.”
La storia emerse quando un ragazzo filmò la scena e la pubblicò online. Diventò virale. Migliaia di persone commentarono: “A volte crediamo che nessuno ci veda… ma c’è sempre qualcuno che osserva dall’altro lato del vetro.”
Oggi, il signor Giacomo non deve più fingere di essere un manichino. Gli hanno trovato un lavoro come ospite nel negozio. Si siede su una sedia accanto alla vetrina, sorride ai passanti e ogni mattina risponde a chi lo saluta: “Buongiorno, signor Giacomo!” Lui replica con una frase che ormai è rimasta nel cuore del quartiere: “Buongiorno… e grazie per avermi visto.”
Scrivo queste righe per ricordarmi che anche nei gesti più semplici può nascondersi una storia. E che a volte, basta uno sguardo in più per cambiare la giornata a qualcuno.






