Il marito è andato via con una donna più giovane. Non ho pianto. Mi sono seduta e ho tirato un sospiro di sollievo”: Per la prima volta in anni ho sentito un peso sollevarsi.

Mio marito è scappato con una donna più giovane. Non ho versato una lacrima. Mi sono seduta, ho preso un respiro profondo e, per la prima volta dopo anni, ho sentito unondata di sollievo.

Io e Pietro siamo stati sposati trentatréanni. Ci siamo dati la mano quando avevo ventidue primavera e lui ventisei. Allinizio cera lamore da fiaba, la costruzione della casa di campagna, i mutui, il primo bimbo, poi il secondo, i lavori di ristrutturazione, gli straordinari in fabbrica. Vivevamo normali, come tutti. Nessuna passione da film, ma né tragedie né drammi.

Con il tempo ci siamo allontanati. Pietro tornava a casa tardi, giustificandosi con progetti urgenti. Io mi limitavo alla routine: lavoro alla biblioteca, spesa, pranzo, bucato, aiuto ai nipoti con i compiti, chiacchiere con la vicina di casa. La sera guardavamo la televisione, ognuno nel suo angolo del divano.

Il contatto fisico è scomparso. Non ricordo nemmeno lultima volta che mi ha abbracciata. Non mi sono lamentata, pensando fosse la norma della vita matura, che lamore cambiasse forma.

Due anni fa Pietro ha iniziato a comportarsi in modo strano. Ha cominciato a curare il suo aspetto, a perdere la pancetta, a indossare le camicie che per anni erano rimaste chiuse nellarmadio. Ha ricominciato a spruzzare profumo. Sono comparsi viaggi di lavoro e deleghe che prima non avevo mai sentito nominare. Io fingevo di non vedere.

Avevo paura di chiedere, anche se dentro di me lo sapevo. Pensavo: Forse è solo una fase. Forse si stancherà.

Un giorno, tornato a casa senza nemmeno cenare cosa che non succedeva mai mi ha detto:

Devo parlarti.

Si è seduto di fronte a me, ha fissato i miei occhi e ha pronunciato:

Ho conosciuto qualcuno. È più giovane. Mi sento bene con lei. Me ne vado.

Era tutto. Nessun urlo, nessuna esitazione.

Lho guardato. Aveva cinquantanove anni, io cinquantacinque. E ho provato sollievo. Un vero sollievo.

Nessuna lacrima, nessun dramma. Mi sono poi accomodata in cucina con una tazza di tè e si è instaurato un silenzio che non sentivo da decenni. Per la prima volta, nessuno ha sbattuto il dito contro il tè per il dolcificante. Nessuno ha schioccato le posate a tavola. Nessuno ha sbattuto la porta perché il telecomando era sparito.

Quella notte non ho dormito, ma non per dolore: ho dormito per sollievo, perché per la prima volta potevo pensare solo a me stessa. Pietro è uscito una settimana dopo, con una valigia, qualche camicia, il laptop. Il resto, secondo lui, era già mio.

I figli hanno reagito in modo diverso. La figlia, Francesca, era furiosa: Papà è impazzito, mamma, che sta pensando? ripeteva. Il figlio, Lorenzo, è rimasto in silenzio; è sempre stato più legato al padre. Io però non avevo bisogno di conforto. Mi sentivo libera.

Ho iniziato a fare le cose che avevo sempre rimandato. Mi sono iscritta a un corso di pittura, nonostante non avessi mai impugnato un pennello. Sono andata con la vicina a Bologna per un weekend la prima volta in ventanni in viaggio senza agenda né lombra di qualcuno che ti guarda con il broncio.

Ho cominciato a dormire quando volevo. Ho cenato a letto. Ho spostato i mobili del salotto. Ho comprato una tovaglia nuova, colorata, a grandi fiori. Pietro lavrebbe odiata, ma a me è piaciuta.

La gente intorno a me ha reagito strana. Alcuni si sono chiesti: Come fai a farcela?, È triste a questa età. Altri, forse in silenzio, si sono rallegrati di vedere che Pietro ha avuto ciò che meritava. Io non ho avuto bisogno delle loro opinioni.

Per anni ho vissuto in una relazione in cui ero invisibile: cuoca, contabile, infermiera, addetta alle pulizie. Non una moglie. Non una donna. Quando Pietro è andato via, non ho perso lamore; ho perso il peso.

So che suona come se mi compiacciassi per la sventura altrui, ma non è così. Sono semplicemente felice di aver ritrovato la mia vita.

Non so quanto durerà la sua avventura con la giovane. Forse a lungo, forse finirà presto. Non è più affare mio.

Il mio affare è il tè con il miele, i libri letti fino a notte fonda, le lunghe passeggiate senza sensi di colpa. Il mio affare sono io stessa.

E per la prima volta in trentanni sono davvero a casa, nella mia vera casa.

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Il marito è andato via con una donna più giovane. Non ho pianto. Mi sono seduta e ho tirato un sospiro di sollievo”: Per la prima volta in anni ho sentito un peso sollevarsi.