— Maria, guarda un po’ lui! — sussurrava la vicina Valentina Ricci, accennando al giardino di fronte. — Questo sì che è un marito! Compra fiori alla moglie ogni settimana, ha lavato la macchina all’alba per accompagnare Lucia al lavoro. E il tuo dove sta?
Maria mescolava distrattamente il minestrone senza staccarsi dai fornelli. Oltre la finestra, Antonio Moretti del settimo edificio zappava con cura i pomodori, mentre un mazzo di rose scarlatte riposava sulla panchina.
— Basta, Vale — sospirò Maria. — Ognuno ha la sua vita.
— Che vita? — si indignò la vicina sedendosi al tavolo. — Osservalo bene! Il giardino pare uscito da una cartolina, adora la moglie, porta i nipoti in bici ogni weekend. E Lucia che raggiante! Ieri al supermercato mi ha raccontato per mezz’ora come Antonio le massaggia i piedi la sera.
Maria aggrottò le sopracciglia. Antonio Moretti era davvero il marito perfetto. Tutte le vicine ne parlavano, lo sapeva l’intero quartiere. Spalava la neve dal marciapiede delle anziane, riparava i recinti, prestava attrezzi e non alzava mai la voce.
— E io che ci guadagno? — Maria spense il fuoco voltandosi. — Il mio Vittorio è un brav’uomo.
Valentina sbuffò.
— Brav’uomo?! Ieri alle undici ha messo la musica a palla, la mia nipotina ha pianto fino all’alba! E l’altro ieri la sua auto ostruiva il vicolo, il signor Berti è passato a stento.
— Aveva solo il morale sotto i tacchi — si difese Maria, pur sapendo d’essere poco convincente.
Vittorio non era affatto perfetto. Dimenticava compleanni, lasciava i piatti sporchi per giorni, spendeva metà stipendio in canne da pesca. Eppure Maria lo amava così: per le sue goffe colazioni quando lei stava male, per i rumorini nel sonno, perfino per i calzini sparsi per la camera.
Dopo la partenza di Valentina, Maria uscì a innaffiare i cetrioli. Oltre la siepe, udì il dialogo sommesso di Antonio con la moglie:
— Lucia, vuoi la sedia? Non stare in ginocchio, ti fai male.
— Non serve, caro, controllo le fragole e ho finito.
— Intanto preparo il tè. Con limone o marmellata?
— Con la marmellata, amore.
Maria confrontò involontariamente quella scena con la sua mattina:
— Vittò, la colazione è pronta!
— Arrivo! — gridò lui dal bagno, aggiungendo: — C’è caffè?
— Quello solubile è nella dispensa, cercalo.
— Ma dove cavolo…
Alla fine, Vittorio uscì senza caffè per pigrizia, e Maria si rimproverò tutto il giorno per non avergli preparato la tazza.
Quella sera, mettendo a letto la nipotina Sofia, Maria udì un sospiro.
— Che c’è, tesoro?
— Nonna, perché lo zio Antonio porta i fiori alla zia Lucia ogni giorno? E il nonno Vittorio a te mai?
Maria si sedé sul letto, sistemando la copertina.
— Ti piacerebbe che me li regalasse?
— Sì! Tu sei buona, mi leggi storie e fai le pizze. Perché lui non ti regala niente?
La verità infantile bruciava. Maria baciò Sofia sulla fronte mormorando: “Dormi, cara”.
L’indomani, incrociando Lucia al supermercato, Maria la osservò attentamente. Lucia appariva davvero felice: curata, con un vestito estivo e l’acconciatura perfetta.
— Ciao Maria! Tutto bene? — sorrise Lucia scegliendo pomodori.
— Bene, e tu?
— Benissimo! Oggi Antonio vuole cucinare il minestrone, dice: “Riposati, moglie mia”. Figurati! — rise Lucia. — Ma resterò a sorvegliarlo o confonde sale e zucchero.
— Fortunella col marito — disse Maria con una punta d’invidia.
— Sì — concordò Lucia, ma il suo sguardo divenne pensieroso. — E il tuo Vittorio? Ho sentito ha comprato una nuova canna da pesca?
— Sì. Ora ogni weekend va al fiume Po.
Strada casa, Maria immaginò quanto sarebbe bello se Vittorio l’aiutasse o cucinasse. Ma trovò la solita scena: lui sul divano con una birra, gli stivali da lavoro per terra e un piatto sporco di frittata nel lavello.
— Maria, cosa c’è per cena? — chiese Vittorio senza staccare gli occhi dalla TV.
— Riscaldiamo il minestrone di ieri.
— Con la carne?
— Ci sono polpette nel freezer.
— Allora scongelale, sono affamato come un lup
Mentre Maria metteva le polpette in padella osservando Vittorio che ora discuteva animatamente con la TV sull’arbitro, sorrise finalmente, comprendendo che il suo marito imperfetto era perfetto così, semplicemente per lei.