Il marito spedì la moglie in campagna per farla dimagrire, perdutamente folle d’amore, mentre si abbandonava ai piaceri con la sua affascinante segretaria.

Il marito aveva mandato la moglie in campagna per farla dimagrire, perché aveva perso la testa e voleva godersi i piaceri con la sua segretaria senza ostacoli.

« Ginevra, non capisco cosa vuoi da me », disse Beatrice.

« Niente di speciale », rispose Gianni. « Ho solo bisogno di un po di solitudine, di riposarmi. Vai in campagna, rilassati, perdi qualche chilo. Sei diventata tutta sbiadita. »

La guardò con disprezzo, notando la sua silhouette. Beatrice sapeva di aver preso peso dopo la cura, ma non replicò.

« Dovè questo posto di campagna? » chiese lei.

« Un luogo bellissimo », sorrise Gianni. « Ti piacerà. »

Beatrice decise di non discutere. Anche lei aveva bisogno di tranquillità. « Forse siamo solo stanchi luno dellaltra », pensò. « Lasciamolo stare un po. E non tornerò finché non me lo chiederà lui. »

Cominciò a preparare le valigie.

« Non te la prendi, vero? » aggiunse Gianni. « È solo per poco, per farti riposare. »

« No, va tutto bene », rispose Beatrice con un sorriso forzato.

« Allora vado », disse Gianni, dandole un bacio sulla guancia prima di uscire.

Beatrice sospirò profondamente. I loro baci erano ormai privi del calore di un tempo.

Il viaggio durò molto più del previsto. Sbagliò strada due volteil GPS faceva capricci e non cera campo. Finalmente apparve un cartello con il nome del borgo. Il posto era isolato, le case, benché di legno, erano ben tenute, con decorazioni intagliate.

« Qui non ci sono comodità moderne », pensò Beatrice.

E aveva ragione. La casa sembrava cadente. Senza macchina né telefono, si sarebbe sentita catapultata in unaltra epoca. Tirò fuori il cellulare. « Lo chiamo ora », si disse, ma ancora nessun segnale.

Il sole tramontava e Beatrice era esausta. Se non avesse trovato la casa, avrebbe dormito in auto.

Non aveva voglia di tornare in città, né di dare a Gianni la soddisfazione di dire che non sapeva cavarsela.

Scese dalla macchina. La sua giacca rossa spiccava ridicolmente nel paesaggio rurale. Sorrise a se stessa.

« Bene, Beatrice, non ci perderemo », si disse ad alta voce.

La mattina seguente, il canto di un gallo la svegliò mentre dormiva in macchina.

« Ma che casino? » borbottò Beatrice abbassando il finestrino.

Il gallo la fissò con un occhio, poi riprese a starnazzare.

« Perché urli così? » esclamò lei, ma una scopa sfrecciò davanti al vetro e il gallo si zittì.

Apparve un anziano.

« Buongiorno! » la salutò.

Beatrice lo osservò, stupita. Gli abitanti sembravano usciti da una fiaba.

« Non badare al gallo », disse luomo. « È buono, ma fa un baccano da squartato. »

Beatrice scoppiò a ridere, il sonno svanì allistante. Anche il vecchio sorrise.

« Resti qui a lungo o è solo una tappa? »

« Per riposarmi, finché durerà », rispose Beatrice.

« Entra, piccola. Vieni a fare colazione. Conoscerai nonna. Fa delle torte e non cè nessuno a mangiarle. I nipoti vengono una volta allanno, i figli pure »

Beatrice non esitò. Doveva conoscere quella gente.

La moglie di Paolo si rivelò una nonna da favolagrembiule, foulard, sorriso sdentato e rughe gentili. La casa era pulita e accogliente.

« È meraviglioso qui! » esclamò Beatrice. « Perché i figli non vengono più spesso? »

La nonna alzò le spalle.

« Siamo noi a dirgli di non venire. Le strade sono pessime. Dopo la pioggia ci vogliono giorni per uscire. Cera un ponte, ma è crollato quindici anni fa. Viviamo isolati. Paolo va al negozio solo il mercoledì. La barca non regge più. Lui è forte, ma letà »

« Queste torte sono divine! » disse Beatrice. « Nessuno si occupa di voi? Qualcuno dovrebbe. »

« A che serve? Siamo in cinquanta. Una volta eravamo mille. Ora tutti se ne sono andati. »

Beatrice rifletté.

« Strano. E il comune, dovè? »

« Dallaltra parte del ponte. Con la deviazione, sessanta chilometri. Credi che non abbiamo chiesto aiuto? La risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi. »

Beatrice capì di aver trovato il progetto per la sua vacanza.

« Ditemi, dove trovo il comune? O mi accompagnate? Non sembra che piova. »

Gli anziani si guardarono.

« Sei seria? Sei venuta per riposarti. »

« Lo sono. Il riposo può prendere molte forme. E se piove? Devo pensare anche a me. »

Sorrisero, commossi.

Al comune le dissero:

« Ma smettetela di tormentarci! Ci fate passare per i cattivi. Guardate le strade in città! Chi mai darà soldi per un ponte verso un borgo di cinquanta persone? Cercate uno sponsor. Tipo, Rossi. Lo conoscete? »

Beatrice annuì. Certo che lo conoscevaRossi era il proprietario dellazienda dove lavorava Gianni. Era nato lì, poi si era trasferito in città da bambino.

Dopo una notte di riflessione, Beatrice decise. Aveva il numero di RossiGianni lo chiamava spesso dal suo telefono. Decise di contattarlo senza rivelare chi fosse.

Al primo tentativo, niente. Al secondo, Rossi ascoltò, poi rise.

« Sa, avevo quasi dimenticato le mie origini. Come va laggiù? »

Beatrice si illuminò.

« Benissimo, tranquillo, la gente è splendida. Ti mando foto e video. Signor Rossi, ho provato di tuttonessuno aiuta questi anziani. Solo voi potreste fare qualcosa. »

« Ci penserò. Mandami le foto, mi piacerebbe ricordare. »

Per due giorni, Beatrice filmò e fotografò. I messaggi furono letti, ma nessuna risposta. Stava per arrendersi, quando Rossi chiamò:

« Beatrice, può venire domani in ufficio, verso le tre? Prepari un piano dei lavori. »

« Certo, grazie! »

« Sa, è come tornare indietro nel tempo. La vita corre, non ci si ferma mai a sognare. »

« Capisco. Ma dovrebbe venire di persona. Ci sarò, ne sono sicura. »

Appena riattaccò, realizzò: era lo stesso ufficio di Gianni. Sorrise, immaginando la sorpresa.

Arrivò in anticipo, con unora di anticipo. Parcheggiata lauto, si diresse verso lufficio del marito. La segretaria non cera. Entrò e, sentendo voci dalla sala relax, si avvicinò. Lì cerano Gianni e la segretaria.

Alla sua vista, rimasero sgomenti. Lei si bloccò sulla porta, mentre Gianni balzò in piedi, cercando di sistemarsi i pantaloni.

« Beatrice, cosa ci fai qui? »

Lei fuggì, e nel corridoio incrociò Rossi. Gli porse i documenti e, in lacrime, corse via. Non ricordò neanche come tornò al borgo. Una volta lì, crollò sul letto in singhiozzi.

Il giorno dopo, bussarono alla porta. Sulla soglia cera Rossi con un gruppo.

« Buongiorno, Beatrice. Ieri non era pronta a parlare, così sono venuto io. Vuole un caffè?

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Il marito spedì la moglie in campagna per farla dimagrire, perdutamente folle d’amore, mentre si abbandonava ai piaceri con la sua affascinante segretaria.