**Il Mistero del Regalo Promesso**
Nel ristorante elegante di Milano, tra le luci soffuse e il profumo dei fiori, si celebrava il matrimonio di Giulia e Marco. Gli invitati ridevano, la musica riempiva l’aria, e gli sposi brillavano di gioia seduti al tavolo imbandito. Arrivò il momento dei regali. I genitori di Giulia offrirono per primi una busta gonfia di soldi, mentre la madre di Marco, donna Silvia, con un sorriso timido, porse un mazzo di rose rosse. Poi, chinandosi, sussurrò: *«Il mio dono più grande ti aspetta dopo il matrimonio.»* — *«Quale regalo?»* chiese Giulia, guardando il marito con curiosità. — *«Non ne ho idea»* rispose Marco, alzando le spalle con un sorriso perplesso. Ma Giulia non poteva immaginare quale intrigo avesse preparato la suocera.
Già prima delle nozze, donna Silvia aveva fatto allusioni misteriose: *«Non voglio regalarvi cose banali. Non aspettatevi nulla al matrimonio, ma dopo vi sorprenderò con qualcosa di grandioso!»* — *«Come preferisce»* replicò Giulia, imbarazzata. *«Non pretendiamo nulla.»* — *«Mamma, non preoccuparti, va bene così»* la rassicurò Marco. *«Ci basta averti qui con noi oggi.»* — *«Non mi presenterei mai alle nozze di mio figlio a mani vuote»* dichiarò donna Silvia con fermezza. *«Ma non parlatene con i parenti, d’accordo?»* — *«D’accordo»* annuì Marco, anche se Giulia dubitava che la suocera avrebbe mantenuto la promessa. Sapeva che donna Silvia non navigava nell’oro, ma gli sposi avevano pagato tutto senza chiedere aiuto alla famiglia. I genitori di Giulia, pur senza grandi mezzi, avevano messo insieme duemila euro per loro. Al matrimonio, la suocera si limitò ai fiori, un gesto quasi invisibile tra brindisi e balli. Ma brillò nei discorsi, con lunghi auguri che sembravano conquistare tutti.
*«Non avete idea di cosa ho preparato per voi»* sussurrò donna Silvia alla fine della serata, gli occhi pieni di malizia. *«Sarà una sorpresa che vi lascerà senza parole… ma più avanti.»* — *«Tranquilla, non preoccuparti»* disse Marco, stringendo la mano di Giulia. — *«Sono curiosa, lo ammetto»* confessò lei, cercando di nascondere l’interesse. *«Forse tu sai e non dici?»* — *«Davvero non ne so nulla»* rispose Marco. *«Ma in fondo, non è il valore del regalo che conta, ma il fatto che siamo insieme e felici.»* Giulia annuì, ma la curiosità la tormentava. Provò a strappare un indizio alla suocera, ma donna Silvia si limitò a sorridere: *«Se te lo dico, non sarà più una sorpresa. Abbi pazienza!»*
Passarono mesi, ma del regalo promesso, nessuna traccia. Quello che all’inizio sembrava un gioco innocente, cominciò a irritare Giulia. Dopo otto mesi, osò ricordare a donna Silvia la sua promessa. *«Ah, quindi per te contano solo i soldi!»* esplose la suocera, la voce tremante di offesa. *«Perché non mi chiedi come sto, se ho bisogno di aiuto?»* — *«Se c’è qualcosa, dica pure, siamo qui per lei»* balbettò Giulia, sorpresa da tanta rabbia. Ma donna Silvia tacque, recitando la parte della vittima e lamentandosi con Marco della *«sfacciataggine»* della nuora. *«Non stuzzicare mia madre con questa storia»* le chiese lui. *«Mi ha fatto una scenata tremenda.»* — *«Ho solo chiesto per curiosità, dopo tutti quei misteri!»* si giustificò Giulia.
Da allora, Giulia evitò la suocera, parlandole solo quando necessario. Ma peggiorò la situazione. Donna Silvia ricominciò a lamentarsi: *«Finché tua moglie credeva che le avrei regalato chissà cosa, mi corteggiava. Ora che ha capito che non riceverà nulla, mi evita!»* — *«Non è vero, Giulia non è così»* la difese Marco. — *«Allora perché si comporta così?»* insisteva donna Silvia. *«Da quel giorno non viene più a casa mia e, se parla, lo fa a denti stretti.»* Giulia, sentendo quelle parole, sospirò: *«Tua madre non si accontenta mai. Prima la infastidiva la mia attenzione, ora la mia freddezza. Domani mi accuserà persino di averla guardata male!»* — *«Pensa che per noi valgano solo i suoi soldi»* disse Marco, colpevolizzato. — *«Sì, peccato che in un anno non ci abbia regalato nulla»* ribatté Giulia. *«I miei genitori, tra l’altro, ci portano sempre qualcosa, verdure dell’orto, e non arrivano mai a mani vuote.»* — *«Stai insinuando che mia madre viene da noi a vuoto?»* reagì Marco. *«È l’unica che ho e chiedo rispetto.»* — *«Nessun problema»* tagliò corto Giulia. *«Ma non solo arriva senza niente, se ne va pure con i tupperware pieni di cibo che preparo io.»*
Il tema del regalo diventò tabù, ma le tensioni continuarono. Donna Silvia sembrava gettare benzina sul fuoco, trovando sempre un motivo per criticare Giulia. Intanto, agli altri raccontava con aria angelica quanto adorasse la nuora: *«Io e mio figlio facciamo di tutto per lei, e lei non apprezza nulla!»* si lamentava. *«Non mi intrometto nella loro vita, faccio regali costosi. Volevo persino darle l’anello di famiglia, un cimelio di mia nonna, ma guarda come mi ha ripagata!»* E tutti, commossi, credevano alle sue parole.
Alla vigilia del primo anniversario, donna Silvia tornò a parlare del regalo. *«Aspettatevi qualcosa di incredibile!»* annunciò, ricevendo l’invito per una cena intima in trattoria. — *«Forse non vale la pena tanto sforzo?»* provò a dire Giulia. — *«Apprezzo il tuo parere, ma farò come credo io»* rispose la suocera con sarcasmo. Marco, sentendo la cosa, si infuriò: *«Perché litighi sempre con mia madre? Che regali o no, non è più importante!»* — *«Esatto»* sbottò Giulia. *«Il suo fantomatico regalo non l’abbiamo ancora “ricevuto”, quindi quello dell’anniversario è davvero superfluo.»*
Alla fine, decisero di non litigare più per donna Silvia. Per la festa, invitarono pochi intimi. I genitori di Giulia regalarono una tovaglia ricamata a mano e un set di lenzuola, gli amici delle coppe eleganti. Donna Silvia arrivò con un bigliettone, leggendo un discorso interminabile che durò un quarto d’ora. *«Se dici anche solo una parola sui regali, litighiamo di nuovo»* la avvertì Marco tornando a casa. — *«Non volevo parlare»* rispose Giulia. *«Andiamo avanti.»*
Ma il silenzio durò poco. Un mese dopo, in vista del suo compleanno, donna Silvia chiese senza mezzi termini uno smartphone costoso. *«Dobbiamo davvero accontentarla?»* chiese Giulia, scettica. — *«Mamma ha bisogno di un telefono nuovo, possiamo permettercelo»* si giustificò Marco. *«Non sei d’accordo?»* — *«No, no»* rispose lei, trattenendosi. *«Ma tra un mese è il compleE quando infine donna Silvia aprì la scatola del telefono economico che le avevano regalato, il suo sguardo si fece gelido, mentre già preparava la sua vendetta.