Il Mistero del Regalo Promesso

Nel vasto salone di un ristorante nel cuore di Firenze, risuonava la festa nuziale di Giulia e Marco. Gli invitati ridevano, la musica scorreva come un fiume, mentre gli sposi brillavano di felicità attorno alla tavola imbandita. Arrivò il momento dei regali. Per primi si avvicinarono i genitori di Giulia, consegnando con solennità una busta gonfia di banconote. Poi venne la madre di Marco, Romana De Luca. Con modestia, porse alle coppia un mazzo di rose e, chinandosi, sussurrò: «Il mio vero dono vi aspetta dopo il matrimonio». «Quale dono?» si stupì Giulia, lanciando un’occhiata al marito. «Non ho la minima idea di cosa intenda», rispose Marco, alzando le spalle con un sorriso confuso. Giulia, però, non poteva immaginare quale intrigo avesse architettato la suocera.

Ancor prima del matrimonio, Romana aveva lasciato cadere allusioni misteriose al figlio e alla futura nuora: «Non voglio regalarvi banalità. Non aspettatevi nulla il giorno delle nozze, ma più avanti vi sorprenderò con qualcosa di grandioso!» «Come preferisci», aveva risposto Giulia, imbarazzata. «Non chiediamo nulla». «Mamma, non preoccuparti, va tutto bene», l’aveva rassicurata Marco. «Ci basta che tu sia con noi quel giorno». «Non mi presenterò alle nozze di mio figlio a mani vuote», aveva dichiarato Romana con fermezza. «Ma evitiamo di parlarne con i parenti». «D’accordo», aveva annuito Marco, anche se Giulia dubitava che la suocera avrebbe mantenuto la promessa. Sapeva che Romana non se la passava benissimo, ma gli sposi avevano pagato tutto da soli, senza gravare sulla famiglia. I genitori di Giulia, nonostante le modeste possibilità, erano riusciti a mettere insieme ventimila euro per la coppia. Al matrimonio, Romana si era limitata ai fiori, un gesto quasi invisibile tra brindisi e balli. Ma aveva brillato nei discorsi, con brindisi interminabili, godendosi palesemente l’attenzione degli ospiti.

«Non avete idea di cosa ho preparato per voi», sussurrò Romana alla fine della serata, gli occhi luccicanti di malizia. «Sarà una sorpresa che vi lascerà senza parole, ma un po’ più avanti». «Tranquilla, non ti agitare», rispose Marco, stringendo la mano di Giulia. «Sono curiosa, devo ammetterlo», confessò Giulia, cercando di nascondere l’interesse. «Forse tu sai qualcosa e non mi dici?» «Onestamente, non ne ho idea», replicò Marco. «Ma, sai, l’importante non è il valore del regalo, ma essere felici insieme». Giulia annuì, ma la curiosità non le dava pace. Cercò di strappare alla suocera un indizio, ma Romana solo sorrise enigmatica: «Se vi dico tutto, non sarà più una sorpresa. Abbiate pazienza!»

Passarono i mesi, ma il dono promesso non arrivò. Un tema che all’inizio faceva sorridere, cominciò a irritare Giulia. Dopo otto mesi, decise di ricordare a Romana quelle parole. «Ah, certo, a te interessano solo i soldi!» esplose la suocera, la voce tremante di indignazione. «Meglio che mi chiedessi come sto, se ho bisogno di qualcosa!» «Se c’è qualcosa, dillo pure, ti aiuteremmo volentieri», rispose Giulia, disorientata da tanta rabbia. Ma Romana tacque, recitando la parte della vittima e lamentandosi con Marco della «sfacciataggine» della nuora. «Non tormentare mia madre con questo regalo», la pregò Marco. «Mi ha fatto una scenata che non sopporto più». «Ho solo chiesto per curiosità, è lei che ha creato tutto questo mistero!» si giustificò Giulia.

Da quel momento, Giulia evitò Romana, parlandole solo quando strettamente necessario. Ma la situazione peggiorò. Romana riprese a lamentarsi col figlio: «Finché tua moglie credeva che le avrei fatto un regalo sontuoso, mi corteggiava. Ora che ha capito che non ci sarà nulla, mi evita e mi guarda con disprezzo!» «Non è vero, Giulia non è così», la difese Marco. «Allora spiegami il suo comportamento!» insisté Romana. «Da quel discorso non mette più piede a casa mia e, se parla, lo fa a denti stretti». Giulia, saputo dell’accusa, sospirò: «Tua madre è impossibile da accontentare. Prima la infastidiva la mia attenzione, ora il mio distacco. Domani mi accuserà di averla guardata storta!» «Pensa che ci interessino solo i suoi soldi», replicò Marco, colpevolizzato. «Già, e in un anno non ci ha regalato nulla», ricordò Giulia. «I miei genitori, invece, portano sempre gioia, condividono il raccolto dell’orto e non si presentano mai a mani vuote». «Stai insinuando che mia madre viene da noi senza nulla?» si irrigidì Marco. «È la sola che ho, e ti chiedo di rispettarla». «Nessun problema», tagliò corto Giulia. «Ma non solo arriva a mani vuote, se ne va anche con i contenitori di cibo che preparo io».

Il tema dei regali divenne tabù, ma le liti continuarono. Romana, come gettando benzina sul fuoco, trovava sempre motivi di scontento verso la nuora. Intanto, agli altri si presentava con aria angelica, dicendo di adorare Giulia. «Io e mio figlio ci pieghiamo ai suoi voleri, facciamo tutto per lei, e la gratitudine? Zero», si lamentava. «Non mi intrometto nella loro vita, faccio regali costosi. Volevo perfino darle l’anello di famiglia, un cimelio della mia bisnonna, e guarda come mi ripaga!» Gli ascoltatori annuivano compiaciuti, nessuno dubitava della sincerità di Romana, così convincente era la sua recita.

Alla vigilia del primo anniversario, Romana tornò a parlare del suo «dono straordinario». «Aspettatevi qualcosa di incredibile!» annunciò, ricevendo l’invito per una cena intima in trattoria. «Forse è meglio non affaticarti troppo?» chiese timidamente Giulia. «Prenderò in considerazione il tuo consiglio, ma farò come credo, chiaro?» ribatté la suocera con sarcasmo. Marco, sentendo”Eppure, quando il grande giorno arrivò, Romana si presentò con nient’altro che un vecchio libriccino di poesie, dicendo con un sorriso ambiguo: ‘Ecco, il mio tesoro per voi è finalmente qui.'”

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