Il Mistero del Regalo Promesso

Nel vasto salone di un ristorante nel cuore di Firenze, risuonava il festoso clamore del matrimonio di Isabella e Marco. Gli ospiti ridevano, la musica scorreva come un fiume, e gli sposi brillavano di felicità davanti alla tavola imbandita. Arrivò il momento dei regali. I primi ad avvicinarsi furono i genitori di Isabella, che consegnarono con solennità una busta gonfia di banconote. Poi venne la madre di Marco, Rosalia, che con modestia offrì un mazzo di rose e, chinandosi, sussurrò: «Il mio vero dono lo riceverete dopo le nozze». «Quale dono?» si stupì Isabella, lanciando un’occhiata al marito. «Non ho idea di cosa intenda», rispose Marco, alzando le spalle con un sorriso perplesso. Ma Isabella non poteva immaginare l’intrigo che la suocera aveva architettato.

Ancor prima del matrimonio, Rosalia aveva lasciato misteriosi indizi al figlio e alla futura nuora: «Non voglio regalarvi sciocchezze. Non aspettatevi nulla durante il matrimonio, ma dopo vi sorprenderò con qualcosa di grandioso!» «Come preferisci», rispose Isabella, imbarazzata. «Non pretendiamo nulla». «Mamma, non preoccuparti, va tutto bene», la rassicurò Marco. «Ci basta averti accanto in quel giorno». «Non mi presenterò alle nozze di mio figlio a mani vuote», dichiarò ferma Rosalia. «Ma non parlatene con i parenti». «D’accordo», annuì Marco, anche se Isabella dubitava che la suocera avrebbe mantenuto la parola. Sapeva che Rosalia non navigava nell’oro, ma gli sposi avevano pagato tutto da soli, senza gravare sulla famiglia. I genitori di Isabella, nonostante le modeste possibilità, erano riusciti a donare ai novelli sposi ventimila euro. Al matrimonio, Rosalia si limitò ai fiori, gesto passato quasi inosservato tra brindisi e balli. Ma brillò con i suoi lunghi discorsi, godendo dell’attenzione degli ospiti.

«Non potete immaginare cosa ho preparato per voi», sussurrò Rosalia alla fine della serata, gli occhi scintillanti di malizia. «Sarà una sorpresa che vi lascerà senza parole, ma più avanti». «Tranquilla, non preoccuparti», replicò dolcemente Marco, stringendo la mano della moglie. «Sono curiosa, devo ammetterlo», confessò Isabella, cercando di nascondere l’interesse. «Forse tu sai e non vuoi dirmelo?» «Onestamente, non ne ho idea», scrollò le spalle Marco. «Ma ciò che conta è che siamo insieme e felici». Isabella annuì, ma la curiosità la tormentava. Cercò di strappare un indizio alla suocera, ma Rosalia si limitò a un sorriso enigmatico: «Se vi dico tutto, non sarà più una sorpresa. Abbiate pazienza!»

Passarono mesi, ma il dono promesso non si materializzò. Quel tema, inizialmente motivo di ilarità, cominciò a irritare Isabella. Dopo otto mesi, si decise a ricordare a Rosalia la sua promessa. «Certo, a te interessano solo i soldi!» esplose la suocera, la voce tremante di risentimento. «Meglio chiedermi come sto, se ho bisogno di aiuto!» «Se hai bisogno di qualcosa, dillo pure, saremo sempre qui per te», si confuse Isabella, senza capire tanta rabbia. Ma Rosalia tacque, recitando la parte dell’offesa e lamentandosi con il figlio della «sfacciataggine» della nuora. «Non stressare mia madre con questo discorso», pregò Marco la moglie. «Mi ha fatto una scenata da non credere». «Ho solo chiesto per curiosità, dopo tutte queste misteriose allusioni!» si giustificò Isabella.

Da allora, Isabella evitò Rosalia, parlandole solo quando necessario. Ma la situazione peggiorò. Rosalia ricominciò a lamentarsi con Marco: «Finché tua moglie credeva che le avrei fatto un regalo sontuoso, mi cercava. Ora che sa che non avrà nulla, mi evita!» «Non è vero, Isabella non è così», difese Marco la moglie. «Allora spiegami il suo comportamento!» insistette Rosalia. «Da quel giorno non mette più piede in casa mia e mi parla a denti stretti». Isabella, saputo dell’accusa, sospirò: «Tua madre è impossibile. Prima la infastidiva la mia premura, ora il mio riserbo. Domani mi accuserà di averla guardata storta!» «Pensa che ci interessino solo i suoi soldi», ammise Marco, colpevole. «Già, e in un anno non ci ha regalato nulla», ricordò Isabella. «I miei genitori, invece, ci portano sempre qualcosa, condividono i prodotti dell’orto e non arrivano mai a mani vuote». «Stai insinuando che mia madre viene da noi senza niente?» si irrigidì Marco. «È la mia unica madre e chiedo che tu la rispetti». «Nessun problema», tagliò corto Isabella. «Ma non solo arriva senza niente, se ne va anche con i contenitori di cibo che preparo io».

L’argomento regalo divenne tabù, ma i litigi continuarono. Rosalia, come versando olio sul fuoco, trovava sempre motivo di lamentarsi della nuora. Intanto, con gli altri assumeva un’aria angelica, dichiarando di adorare Isabella. «Io e Marco facciamo di tutto per lei, ma non riceviamo gratitudine», si lamentava. «Non mi intrometto nella loro vita, faccio regali costosi. Volevo persino darle l’anello di famiglia, un cimelio della mia bisnonna, ma guarda come mi ha ripagata!» Gli ascoltatori annuivano compiaciuti, credendo alla sua sincerità.

Alla vigilia del primo anniversario, Rosalia tornò a parlare della sorpresa. «Aspettatevi qualcosa di incredibile!» annunciò, ricevendo l’invito per una cena intima in trattoria. «Forse non è il caso di affannarsi tanto?» chiese timidamente Isabella. «Prenderò in considerazione la tua opinione, ma farò come credo, chiaro?» rispose sarcastica la suocera. Marco, udito l’accaduto, si arrabbiò: «Perché devi sempre contraddire mia madre? Lascia che regali ciò che vuole, o nulla!» «Appunto», sbottò Isabella. «Il suo fantomatico dono non l’abbiamo ancora ‘consumato’, quindi per l’anniversario è davvero superfluo».

Alla fine, i coniugi decisero di non litigare più per Rosalia e di chiudere la questione. Per l’anniversario invitarono genitori e pochi amici. I genitori di Isabella regalarono una tovaglia ricamata a mano, lenzuola e asciugamani. Gli amici offrirono un servizio di piatti e bicchieri eleganti. Rosalia arrivò con un enorme biglietto, leggendo un interminabile discorso che durò un quarto d’ora. Il suo contributo alla festa finì lì, convinta di meritare applausi. «Se dici una sola parola sui regali, litighiamo di nuovo», avvertì Marco tornando a casa. «Non era mia intenzione», replicò Isabella. «Tutto bene, riposiamoci».

Ma il silenzio di Isabella durò poco. Un mese dopo, Rosalia, in vista del suo compleanno, chiese esplicitamente ai giovani un costoso smartphone. «Dovremmo davvero assecondarla?» chiese scettica Isabella. «Ha bisogno di un telefono nuovo, e per noi non è un problema», si giustificò Marco. «Sei contraria?» «No, certo», rispose trattenendosi. «Ma tra un mese è il compleanno di mia madre, e i regali dovranno essere alla pari». Marco sospirò, calcolando le spese. Alla fine, Rosalia ricevette un telefono economico, scatenando la sua indignazione. Subito sospettò che Isabella avesse influenzato il figRosalia, con gli occhi pieni di rancore, decise che era giunto il momento di tramare la sua vendetta contro Isabella.

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