Il momento che ha cambiato tutto: il destino sotto gli spruzzi di una pozzanghera

**Giorno 1: Il caso che cambiò tutto**

Seduta in cucina con una tazza di tè e una fetta di torta al cioccolato, Caterina e sua nonna, Rosa Adele, si godevano una serata tranquilla. Il grosso dei festeggiamenti per il settantacinquesimo compleanno della nonna era passato: parenti e amici se n’erano andati, e finalmente potevano parlare a cuore aperto.

*«Nonna, tu dici sempre che gli uomini si innamorano con gli occhi…»* iniziò Caterina, abbassando lo sguardo. *«Allora dimmi: che cosa non va in me?»*

*«Tutto va bene, tesoro»* rispose Rosa Adele con fermezza. *«Sei intelligente, bella, generosa ed educata. Che altro potrebbero volere?»*

*«Allora perché sono ancora sola? Ho venticinque anni, nonna… Le mie amiche si sposano, hanno figli, e io… mi sento bloccata.»*

*«Non hai ancora incontrato la persona giusta, ecco tutto»* sorrise la nonna. *«Ma quel ragazzo che c’era un po’ di tempo fa… com’è che si chiamava? Davide?»*

*«C’era»* annuì Caterina. *«Finché non ho scoperto che era sposato. Sparito senza una parola, proprio come era arrivato.»*

*«Hai fatto bene a mandarlo via»* borbottò Rosa Adele, strizzando tra le dita un tovagliolo. *«Gli sposati non portano amore, solo dolore altrui. Ma la tua felicità ti troverà, vedrai.»*

**Giorno 2: Destino in una pozzanghera**

Quella mattina, l’aria era frizzante. Caterina camminava veloce verso il lavoro, evitando pozzanghere e lastroni di ghiaccio. Era persa nei suoi pensieri, quando all’improvviso— *splash!*

Una grossa ondata di acqua sporca la investì tutta. Il suo elegante cappotto beige si trasformò in un disastro marrone. Caterina rimase immobile, sentendo le lacrime salirle agli occhi.

*«Mi scusi!»* Un uomo con un cappotto elegante le corse incontro. *«Dio mio, non l’ho vista. L’ho travolta, vero?»*

*«Le sue scuse non mi asciugano!»* singhiozzò. *«Come faccio ad andare in ufficio così?»*

*«La accompagno io. E poi dal lavasecco— lo puliamo, glielo prometto. Sono Romano, comunque.»*

*«Caterina…»*

Lui le aiutò ad attraversare la strada, aprì la portiera della sua macchina e la accompagnò prima al lavoro, poi dal lavasecco. La giornata passò in un attimo, ma Caterina si morse un labbro: non aveva chiesto il numero a Romano. E ora come l’avrebbe ritrovato?

Quella sera, mentre aspettava un taxi davanti all’ufficio, sentì una voce:

*«Caterina!»*

Davide— *quel* Davide— le correva incontro con un mazzo di fiori.

*«Dobbiamo parlare!»*

*«Non abbiamo più niente da dirci!»* rispose ferma. *«Torna da tua moglie!»*

*«Non me ne vado così!»* le afferrò un braccio. *«Devi ascoltarmi…»*

*«Lasciala stare!»* Una voce decisa alle sue spalle.

Romano era lì, sicuro di sé, con il suo cappotto perfettamente pulito sulle spalle di lei. Si voltò verso Davide:

*«Questa è la mia donna. Non toccarla.»*

*«Cosa?»* balbettò Davide. *«Da quando?»*

*«Tutto a posto, Romà»* sorrise Caterina. *«Non lo conosco neanche.»*

In macchina, sussurrò:

*«Grazie. Mi hai salvata.»*

*«Niente di che»* rise lui. *«Ma almeno un cena in cambio del cappotto me la devi.»*

*«Pensavo minimo a un matrimonio»* rispose lei.

**Sei mesi dopo**

Nella stessa casa dove Rosa Adele aveva festeggiato il compleanno, tutta la famiglia si riunì di nuovo— questa volta per le nozze di Caterina e Romano.

E solo una persona sorrideva con una luce speciale negli occhi: Rosa Adele.

*«Te l’avevo detto, Caterinella?»* sussurrò all’orecchio della nipote. *«Il destino si nasconde anche in una pozzanghera.»*

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