Il Paese sul Mare

**Un paese sul mare**

La sera calava sul piccolo paesino marino. L’autunno non si sentiva ancora, solo i turisti erano diminuiti. Edoardo era uno di quelli che non amavano il caos della spiaggia e il caldo afoso. Per questo aveva scelto proprio ottobre per la sua vacanza al mare. Ancora caldo, si poteva fare il bagno, mentre le notti erano già fresche e rigeneranti. Ma aveva anche un’altra ragione per tornare qui.

Camminava lentamente, scrutando i nomi delle strade sulle facciate delle case. Credeva che, una volta arrivato, avrebbe ricordato tutto, ma nulla gli era familiare. Davanti alla casa che cercava si fermò, tirò fuori un foglietto dalla tasca e controllò l’indirizzo. Era quello giusto. Lo stesso indirizzo, ma al posto della vecchia casetta a un piano ora c’era un elegante villino a due piani con il tetto aguzzo. Attraverso le sbarre del cancello, vedeva bene il giardino curato, con alberi carichi di limoni, kaki e mele.

Edoardo si tolse la borsa sportiva dalla spalla e la posò a terra, poi prese un fazzoletto dai pantaloni e si asciugò la fronte sudata. In fondo al giardino, una donna stava ritirando il bucato dalle corde. La vide di spalle. «Possibile che sua madre sia ancora viva?» pensò. La donna intanto raccolse la cesta con il bucato e si accingeva ad andarsene. Edoardo inspirò profondamente e la chiamò a voce alta:

—Signora! Affitta una camera?

La donna si voltò, lo guardò e si avvicinò al cancello. Vistala da vicino, capì di essersi sbagliato. Era una donna della sua età.

—Cercate una camera? —chiese, strizzando gli occhi e studiando il suo volto.

—Sì. Degli amici hanno soggiornato qui d’estate, mi hanno consigliato di rivolgersi a voi, —mentì.

—Perché così tardi? La stagione è quasi finita.

—Per me è perfetto. Non sopporto il caldo. —Edoardo sorrise. —Allora, la camera è disponibile?

—Potrei affittarvele tutte, sono libere. —La donna posò la cesta a terra e aprì il cancello. —Entrate e andate dritti in casa, la porta è aperta.

Edoardo sollevò la borsa e la superò.

—Avanti, —lo invitò di nuovo quando lui esitò sulla soglia.

Edoardo entrò in un ampio ingresso che faceva anche da salotto. Pulito, luminoso, con mobili dignitosi e accoglienti, poco somigliante a quello che ricordava.

—La vostra camera è al secondo piano, seguitemi, ve la mostro, —disse la donna.

I gradini della scala scricchiolavano appena sotto il suo peso. Prima non c’era un secondo piano. Ma era davvero nel posto giusto?

—La porta a destra. —La padrona di casa indicò. —Per quanto resterete? Beh, poco importa. La stanza da bagno è accanto, è condivisa con altre tre camere. Ma per ora siete l’unico ospite, quindi sarà tutta per voi.

Edoardo entrò in una camera piccola ma accogliente. Dalla finestra si vedeva il mare, su cui infuriava un tramonto cremisi.

—Sembra una fiaba, —disse Edoardo, senza trattenere l’ammirazione.

—I vostri amici vi hanno informato sul prezzo? Fuori stagione facciamo uno sconto. I pasti sono a parte.

—Per me va bene. —Edoardo si voltò verso la donna e sorrise. —Come posso chiamarla?

—Rosanna. E voi come vi chiamate?

—E… Edoardo, —si presentò, esitando un attimo.

«Rosanna. Possibile che sia la stessa Rosanna? Com’è cambiata. E cosa mi aspettavo? Che dopo quarant’anni sarebbe rimasta la stessa ragazzina? Il tempo ha cambiato tutto e tutti. Sembra che non mi abbia riconosciuto», pensò, osservandola.

—Non siete mai stato qui prima? —Rosanna glielo chiese come se avesse letto i suoi pensieri. —Mi guardate in un modo che mi è venuto il dubbio…

—Non credo, in questa casa non ci sono mai stato. —Diede un’altra rapida occhiata alla stanza.

—Volete cenare? —chiese Rosanna.

—Se non è un disturbo, —Edoardo cercava in lei i tratti di un tempo.

—Nessun disturbo. Scendete tra venti minuti. —E uscì dalla camera.

Edoardo si lasciò cadere pesantemente sul letto. Era morbido a sufficienza e non scricchiolava sotto di lui. Quarant’anni prima aveva dormito al piano di sotto, in una stanzetta minuscola. Il secondo piano non esisteva ancora.

«Non mi ha riconosciuto. E come potrebbe, sono passati quarant’anni. Probabilmente si è persino dimenticata di me. È ingrassata, è invecchiata. Se l’avessi incontrata per strada, non l’avrei riconosciuta. Ah, Rosanna, quanta acqua è passata sotto i ponti…»

***

Era arrivato in quell’angolo di costa con due amici. Con loro avrebbe dovuto esserci anche la sua Lucia. Ma proprio alla vigilia della partenza avevano litigato. L’aveva vista per caso con un altro uomo, più anziano, aveva fatto una scenata di gelosia, e Lucia gli aveva detto che non sarebbe partita con lui. Edoardo ne era rimasto sconvolto, voleva rinunciare anche lui alla vacanza. Quale riposo, quando l’amata lo aveva tradito e il suo mondo era crollato?

Ma un amico lo convinse a lasciare la città per calmarsi e guarire la ferita dell’anima. Dormivano tutti insieme, in una camera con l’amico e la sua ragazza, Marta. In stagione si trovava poco. Edoardo si sentiva a disagio. Girava fino a tardi sulla passeggiata, per lasciarli soli. E anche al mare se ne stava lontano da loro.

Fu così che conobbe Rosanna. Anche lei nuotava lontano dalla spiaggia affollata. E nuotava benissimo. Si presentarono, e Edoardo le chiese dove alloggiava.

—Sono del posto, sono venuta in vacanza dalla mamma. Devo andare, le ho promesso di aiutarla nell’orto. —Rosanna si infilò un vestito sul costume bagnato.

—Posso accompagnarti? Non andartene senza di me. —Edoardo afferrò in fretta la sua roba.

Lungo la strada le chiese se sua madre affittava camere.

—Certo. Qui quasi tutti lo fanno. D’inverno bisogna vivere di qualcosa. Tu non hai un posto dove stare?

—Ce l’ho. Sto con un amico e la sua ragazza, ma è scomodo per tutti.

—Se vuoi, vieni da noi, parlerò con la mamma, —propose Rosanna.

Edoardo accettò subito, senza nemmeno vedere la stanza. Che poi era piccolissima, ma costava di più. Marco con Marta si erano indignati, cercando di convincerlo a restare con loro.

—Ho i miei interessi, —rispose evasivamente, e gli amici lo lasciarono perdere.

Due settimane volarono. Quasi non pensava più a Lucia. E perché farlo, quando accanto a lui c’era Rosanna, carina e innamorata di lui? Allora gli era sembrato di amarla anche lui.

Una volta aveva sentito la madre rimproverarla per le serate tardive con l’ospite. Le raccomandava prudenza. Ma ogni sera si ritrovavano al mare, sdraiati sulla sabbia, ammirando le stelle e baciandosi fino a perdere il fiato, fino a quando il cielo sopra le montagne non si tingeva di rosa.

Prima di partire si scambiarono i numeri, promett—E poi, proprio mentre il treno scompariva all’orizzonte, Edoardo capì che il passato non poteva essere recuperato, e che forse, in fondo, era meglio così.

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