**Il conto della villeggiatura**
A Giulia era sempre parso che quelle beghe tra fratelli e sorelle accadessero solo ai vicini o alla zia Clara di Napoli. Invece la realtà si rivelò più banale, senza neppure aspettare l’eredità dei genitori o la spartizione della vecchia casa al mare.
Sebbene la villetta al mare fosse diventata il pompo della discordia tra le sorelle Giulia e Francesca, il problema non riguardava l’eredità né chi avrebbe coltivato l’orto o preso più pomodori a settembre.
Con l’avvicinarsi del ponte del Primo Maggio, viaggiare fuori regione sembrava un miraggio. I treni erano esauriti da settimane, e Giulia detestava spostarsi in macchina: scomoda, lunga, e dove sta il relax se devi guidare per ore?
«Sentiamo, venite alla mia casetta in campagna?» propose Francesca. «Non sarà un cinque stelle, ma è accogliente. I bimbi staranno all’aria, e noi ci terremo occupate. Sarà una palestra a cielo aperto!» scherzò, o forse no, la sorella maggiore.
«D’accordo, andiamo!» accettò Giulia, che alternative non ne aveva. Restare in città significava passeggiare nel parco affollato o raggiungere i genitori, dove il relax sarebbe stato impossibile…
Non che fossero inseparabili, ma Giulia non ricordava litigi gravi. I sette anni di differenza pesavano: quando lei era alle elementari, Francesca studiava già a Milano, sposando poi Enrico e tornando mamma della piccola Beatrice.
«Faremo una grigliata, e Enrico ci preparerà i suoi liquori. Sai come si diverte a sperimentare, anche se poi non li beve!» cinguettò Francesca al telefono.
Giulia ignorava la passione di Enrico per i liquori, ma annuì, desiderosa di mantenere un tono positivo.
«Perfetto, porteremo una torta e frutta. Si preannuncia bel tempo, finalmente un po’ di sole dopo l’inverno!»
I figli di Giulia, Tommaso e Lorenzo, erano coetanei del più piccolo di Francesca. Le vacanze promettevano allegria.
Arrivò il Primo Maggio. Giulia, il marito Paolo e i bambini raggiunsero la casa al mare di Francesca. Il traffico era infernale, ma l’umore migliorava pensando alla festa in arrivo.
«Finalmente! Avevamo preparato tutto.» Francesca li accolse al cancello, vantando il tavolo imbandito e la nuova zona barbecue che Enrico aveva costruito in un weekend.
«Mettiamo subito la torta in frigo, temo si sia sciolta», disse Giulia entrando in casa, mentre i ragazzi giocavano a pallone.
La serata fu splendida: liquori assaggiati, verdure grigliate, carne e frutta. La torta fu consumata il giorno dopo.
«Quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo chiacchierato così?» sussurrò Francesca mentre sparecchiavano.
«Sempre di corsa… Peccato che Paolo debba lavorare tra i ponti, altrimenti resteremmo», rispose Giulia, sorpresa dalla propria iniziativa.
«Rimani con i ragazzi! Paolo vi riprenderà per il 25 aprile.»
Fu deciso. Il tempo sereno permise ai bambini di abbronzarsi, mentre le sorelle facevano la spesa, a volte con Enrico. Giulia tentava di contribuire, ma Francesca prendeva il controllo:
«Basta, ci penso io! Non ti fidi?» rideva, riempiendo il carrello ogni giorno.
I bei momenti svanirono alla partenza. La tavola era ancora ricca, ma Giulia non aveva fame.
«Il primo giorno era festa, ma Paolo, ogni pasto è stato un banchetto! Chissà quanto ha speso…» confidò al marito.
Scoprì presto i conti. Seduta a tavola, Francesca estrasse un quaderno con spese meticolose: cibo, bollette calcolate a testa, persino i giorni di Paolo.
«Dove trovava il tempo?» mormorò Paolo, cercando i contanti.
«Posso fare un bonifico?» chiese imbarazzato.
«Contanti, no? Le carte sono rischiose. E pensate quanto costerebbe un residence! Io vi chiedo solo le spese, senza contare il mio lavoro!»
Francesca era inarrestabile. Giulia e Paolo lasciarono 200 euro, promettendo i restanti 300.
In auto, Giulia scoppiò: «Perché quelle acciughe costose? Tommaso ha mangiato solo cetrioli!»
«Basta, 200 euro sono più che sufficienti», tagliò Paolo.
Francesca chiamò furiosa: «Ingrati! I vostri figli hanno rotto le sedie!»
Al terzo squillo, smisero di rispondere. Tornati a casa, una chiamata della madre:
«Giulia, rendi subito i 300 euro! Non si fa così!» urlò prima di riattaccare.
«Portiamoglieli e finiamola», propose Paolo.
«Mai!» urlò Giulia, piangendo ricordi d’infanzia.
Paolo partì per la casa al mare, trovando Francesca in festa con amici. «Mia moglie è distrutta, e lei ride… Avrà già preparato i conti?» pensò, tornando a casa.
Non parlarono più dell’accaduto. Trascorsi tre mesi, un messaggio: «Non ho dimenticato il debito. A settembre servono i soldi per la scuola.»
Giulia cancellò il messaggio e bloccò la sorella. Era venerdì, partivano per un agriturismo. Durante l’estate, Paolo ripeteva:
«Volevo una casetta, ma meno male che non l’abbiamo comprata!»