Elisa sentì la scatolina di velluto nella tasca della vestaglia e la strinse forte nel palmo della mano. Il cuore le batteva così forte che sembrava si sentisse in tutta la casa. Dall’altra parte della parete, il ronzio monotono della TV: Luca guardava il telegiornale della sera, come faceva ogni giorno da ventisette anni di matrimonio.
“Elisa, vuoi un caffè?” gridò lui dal salotto.
“Arrivo,” rispose lei, stringendo ancora la scatolina. “Fammi finire qui.”
Era ferma davanti alla finestra della cucina, osservando il cortile dove i bambini del vicinato giocavano a pallone tra le macchine parcheggiate. Una scena normale, eppure oggi tutto sembrava diverso, come se lo stesse vedendo per l’ultima volta.
La scatolina nella tasca le scaldava la mano. Dentro c’erano due gemelli da polso d’oro con piccoli diamanti: un regalo che aveva preparato per Luca in occasione del loro anniversario, risparmiando da mesi, rinunciando persino ai suoi trattamenti di bellezza e medicine. Voleva fargli una sorpresa, dimostrargli quanto lo apprezzava.
Ma ieri tutto era cambiato.
“Allora, vieni o no?” la chiamò Luca, impaziente. “Il programma è già iniziato.”
Elisa respirò profondamente e raggiunse il salotto. Lui era seduto sulla sua poltrona preferita, con una maglietta slacciata e i pantaloni della tuta. Sul tavolino, due tazze di caffè e un giornale aperto.
“Ricordi la Simona Rossi del nostro liceo?” le chiese, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Elisa si bloccò con la tazza in mano. Proprio di quella Simona aveva passato la notte a pensare.
“Sì, perché?” rispose cauta.
“L’ho incontrata oggi vicino al supermercato. Dice che si è separata da poco. Il marito l’ha lasciata per una più giovane. Dopo quasi trent’anni insieme, ci credi?”
Elisa riposò la tazza sul tavolo. Le tremavano le mani.
“E ora come sta?”
“Vive da sola in un monolocale, fa le pulizie part-time. Peccato, ai tempi era una brava ragazza.”
Luca scosse la testa e cambiò canale, mentre sullo schermo sfilavano pubblicità.
Elisa tacque. Non poteva dirgli di aver visto quell’incontro con i suoi occhi. Di essersi nascosta tra gli scaffali del supermercato, di aver sentito ogni loro parola. Di averlo visto abbracciarla, mentre lei si stringeva a lui, mentre fissavano un appuntamento per l’indomani.
“Elisa, ma perché sei così silenziosa?” si accorse finalmente Luca. “Non ti senti bene?”
“No, tutto a posto,” cercò di sorridere. “Solo un po’ stanca oggi. Ufficio sotto pressione.”
“Ah. Allora vai a letto presto.”
Tornò a fissare la TV. Elisa si alzò e tornò in cucina, fingendo di sistemare i piatti. La scatolina dei gemelli le pesava in tasca come un macigno.
Ricordò quando, tre mesi prima, li aveva visti in vetrina da un gioielliere di Roma. Quanto tempo era rimasta lì a immaginare la sua gioia. A Luca piacevano le cose eleganti, anche se raramente se le permetteva. Diceva sempre che la famiglia veniva prima.
La famiglia. Che ironia.
Tirò fuori la scatolina e la aprì. I gemelli luccicavano alla luce della lampada. Belli, costosi. Quelli che Luca non si sarebbe mai comprato da solo.
“Amore, scendo in tabaccheria,” sentì la sua voce dall’ingresso. “Non c’è più pane.”
“Va bene,” gli rispose.
La porta sbatté. Elisa si avvicinò alla finestra e lo vide attraversare il cortile. Non verso la tabaccheria, ma alla fermata dell’autobus. Proprio dove ieri aveva preso l’appuntamento con Simona.
Chiuse la scatolina e andò in camera. Sulla toeletta c’erano le foto: il matrimonio, la nascita del figlio Matteo, la prima vacanza al mare. Sorrisi, abbracci, attimi felici. Possibile che fosse tutto finto?
Prese in mano la foto delle nozze. Lui in un completo bianco, lei con il vestito lungo e il velo. Giovani, innamorati, pieni di progetti. Avevano ventiquattro anni, tutta la vita davanti.
“Mamma, ciao!” suonò il campanello, seguito dalla voce di Matteo. “Aprimi, sono io!”
Elisa nascose in fretta la scatolina nel cassetto e gli aprì. Sulla soglia c’era Matteo con delle buste della spesa.
“Matteo, che bello vederti,” lo abbracciò.
“Ho pensato di passare, è un po’ che non ci vediamo,” entrò in cucina, sistemando la spesa. “Dov’è papà?”
“È uscito, torna presto,” mentì Elisa.
Matteo riempì il bollitore e lo mise sul fuoco.
“Mamma, ma stai bene? Sei pallida.”
“Tutto ok, tesoro. Solo il lavoro.”
“Capisco. Ah, ti ho mai presentato Marco? Un mio collega, simpatico, single. Perché non venite voi e papà a cena da me questo weekend? Così vi faccio vedere la nuova casa.”
Elisa annuì, anche se non aveva ascoltato metà delle sue parole. Nella sua testa c’era solo una domanda: da quanto andava avanti questa storia? Luca amava Simona? Avrebbe lasciato la famiglia?
“Mamma, mi stai ascoltando?” Matteo le fece cenno davanti agli occhi.
“Certo. Dicevi della casa.”
“No, ti chiedevo se volevate prendere un cane. Ricordi quanto lo desideravamo da piccoli? Ora avete tempo.”
“Un cane?” ripeté Elisa. “Perché?”
“Mah, per compagnia. Ormai siete in due, magari vi annoiate.”
In due. Ci aveva preso in pieno.
“Dimmi una cosa, Matteo,” si sedette di fronte a lui, “sei felice nel tuo matrimonio?”
Lui alzò le sopracciglia.
“Che domanda è? Certo. Sara è perfetta.”
“E se scoprissi che ti tradisce?”
“Mamma!” Matteo quasi si strozzò col caffè. “Ma di che parli? Sara non farebbe mai… E poi, perché questi pensieri?”
Elisa capì di essere andata troppo oltre.
“Nulla, sciocchezze. Ho visto un programma in TV sulle relazioni.”
“Non saprei,” si strinse nelle spalle. “Credo che divorzierei. Non potrei vivere con qualcuno che mi tradisce.”
Tradisce. La parola giusta.
Chiacchierarono ancora un’ora di cose banali, finché non tornò Luca. Entrò con una pagnotta e un’aria soddisfatta.
“Oh, Matteo qui!” lo abbracciò. “Come va, figliolo?”
“Bene, papà. Lavoro e vivo.”
“Bravo. Sai che oggi ho visto Simona Rossi, ricordi? Del nostro liceo. Poverina, si è lasciata.”
Elisa lo osservò attentamente. Nessun imbarazzo, nessun disagio. Parlava con naturalezza, come se davvero l’avesse incontrata per caso.
“Non ricordo nessuna Simona,” rispose Matteo. “Che le è successo?”
“Il marito l’ha lasciata. Vive da sola, fa fatica. Mi fa pena.”
“Capisco. Ma sono affari suoi, no?”
Luca annuì e andò in salotto ad accendere la TV. Matteo restò ancora un po’, poi se ne andò.
“Mamma, sicura che sia tutto ok?” le chiese mentre si vestiva. “Sei strana oggi.”
“Tranquillo, Matteo. Fai attenzione in strada.”
Dopo la suaElisa chiuse gli occhi, accarezzò la scatolina vuota nel cassetto, e capì che a volte la fine di un amore è il regalo più doloroso ma necessario che si possa ricevere.