**Diario Personale**
Elena e Luca stavano per sposarsi. Il loro matrimonio era in pieno svolgimento quando il presentatore annunciò: era il momento degli auguri e dei regali. I primi a congratularsi furono i genitori della sposa. Subito dopo si avvicinò la madre di Luca, Natalia Raffaella, con una scatola enorme legata con un fiocco celeste brillante.
— Caspita! Chissà cosa c’è dentro! — sussurrò Elena, emozionata, all’orecchio di Luca.
— Non ne ho idea. Mamma ha tenuto tutto segreto — rispose lo sposo, perplesso.
Decisero di aprire i regali il giorno dopo, quando la frenesia della festa si fosse placata. Elena propose di cominciare proprio dalla scatola della madre di Luca. Sciolsero il nastro, sollevarono il coperchio… e rimasero senza parole.
Elena aveva notato da tempo un’abitudine strana in Luca: non prendeva mai nulla senza chiedere, neanche una piccolezza.
— Posso finire l’ultimo cioccolatino? — chiedeva timidamente, fissando la ciotola con l’ultimo bonbon.
— Ma certo! — rispondeva Elena, stupita. — Potevi prenderlo senza chiedere.
— Sono abituato così — replicava lui, sorridendo imbarazzato mentre apriva la carta.
Ci vollero mesi prima che Elena capisse da dove venisse tanta remissività.
Una sera, Luca la presentò ai genitori: Natalia Raffaella e Paolo Emilio. All’inizio, la suocera le parve accogliente, ma la prima impressione svanì quando li invitò a tavola.
Davanti agli ospiti, Natalia Raffaella mise due piatti con due cucchiaiate di patate e una polpetta minuscola. Luca, dopo aver svuotato il piatto, abbassò la voce per chiedere un bis.
— Ma quanto mangi? Come un bue! Non ti sazi mai! — strillò Natalia Raffaella, lasciando Elena sconvolta.
Quando invece Paolo Emilio chiese altro cibo, la suocera gliene servì con gioia una porzione abbondante. Elena finì la cena a fatica, turbata dall’evidente avversione di quella donna verso il proprio figlio.
Più tardi, durante i preparativi del matrimonio, Natalia Raffaella si rivelò ancor di più. Criticava tutto: gli anelli, il ristorante, il menù.
— Che spreco! Si poteva spendere meno! — rimproverava con disprezzo.
Fu Elena a perdere la pazienza.
— Ci pensiamo noi! — esplose. — Sono i nostri soldi e le nostre scelte!
Natalia Raffaella, offesa, smise di chiamarli e minacciò di non venire al matrimonio.
Due giorni prima della cerimonia, Paolo Emilio andò dai giovani.
— Luca, aiutami con il regalo — disse, accompagnandolo alla macchina.
Aveva comprato da solo una lavatrice per loro, senza consultare la moglie. Ammirai di essersi litigati: lei considerava persino un dono per il figlio uno spreco.
Il giorno delle nozze, Natalia Raffaella si presentò comunque — vestita con un abito sfarzoso, in taxi. Si comportò bene, consegnò la scatola enorme con il fiocco celeste, poi si perse tra gli invitati.
La mattina seguente, Luca ed Elena aprirono la scatola con impazienza. L’attesa si trasformò in delusione.
— Asciugamani? — borbottò Elena, tirandone fuori uno.
— E calzini — aggiunse Luca sospirando, sollevando due paia di calzini spessi. — Papà aveva ragione. Mamma ha preso la prima cosa a portata di mano. Inimmaginabile quanto sia diventata tirchia. Sarebbe stato meglio non portare nulla.
Ma non finì lì. Dopo qualche giorno, Natalia Raffaella telefonò a Luca per… sapere cosa avessero regalato gli altri.
— Su, dimmi! Cosa vi ha dato tua suocera? E lo zio Matteo? E le amiche di Elena? — insisteva.
Luca, infastidito, rispose breve:
— Mamma, non sono affari tuoi. Elena ed io siamo felici così.
Poi riattaccò, senza rimorsi, per la prima volta in vita sua.
La vita insegna che la gentilezza non si misura dal costo di un regalo. Ma il rispetto, come l’amore, si vede nei dettagli. E quelli, purtroppo, Natalia Raffaella li aveva persi da tempo.