**Il Ritorno**
“Lena! Dove sei? Lena!” – Caterina entrò di corsa in casa, diede un’occhiata alla stanza vuota e uscì sulla veranda, facendo risuonare i tacchi sul legno e sbattendo la porta. “E adesso dove la trovo?” – Per la disperazione e l’impazienza, batté un piede a terra.
Da dietro l’angolo della casa apparve una ragazza bassa con una bacinella di plastica in mano.
“Finalmente! Ti sto chiamando da un’ora…” – Caterina scese dalla veranda e raggiunse l’amica.
“Stendevo il bucato in giardino. Cos’è successo?” – Lorenza posò la bacinella sulla veranda.
“È successo!” – Caterina lampeggiò coi suoi occhi castani sotto la frangia nera e folta.
Voleva prendersi gioco dell’amica, non svelare subito la notizia, ma non resistette e la buttò fuori tutta d’un fiato:
“Nicolò è tornato.”
“Davvero?” – Negli occhi di Lorenza passò dall’incredulità alla gioia, poi alla confusione e di nuovo al dubbio.
“Non mento. L’ho visto io stessa. Sua madre difficilmente lo lascerà andare, anche lei si è struggita.”
“Andiamo!” – Disse Lorenza ridendo, e fu la prima a scattare fuori dal cortile.
Il sole inondava generosamente il paese con la sua luce calda, il fiume serpeggiava tra le rive erbose, e il mondo intero era meravigliosamente bello. Ma Lorenza non vedeva nulla intorno. Il cuore le batteva felice: “Nicolò! Nicolò!” nell’attesa del tanto sospirato incontro col suo amato.
“Guarda, eccolo!” – Caterina afferrò Lorenza per il braccio.
Davanti a loro avanzava Nicolò in divisa militare. Vide le due ragazze e corse loro incontro.
La gioia invase il cuore di Lorenza, si staccò di colpo e gli si lanciò tra le braccia, stringendosi a lui con tutto il corpo tremante.
Caterina rimase in disparte a guardare con invidia l’incontro degli innamorati. Anche a lei piaceva Nicolò, ma lui non vedeva nessuno all’infuori di Lorenza. Aveva finito la scuola due anni prima ed era rimasto al paese ad aiutare i genitori. Avevano una grande fattoria, vivevano dei raccolti, del latte e della carne. Un anno dopo, Nicolò fu chiamato per il servizio militare.
“Che ci trova in quella Lorenza? Io sono più bella di lei. Perché tutto a lei?” – Pensò gelosa Caterina, mordendosi nervosamente il labbro. Le salirono le lacrime agli occhi. Corse a casa, si buttò sul letto, affondò il viso nel cuscino e si abbandonò al pianto.
“Cos’è successo?” – La madre uscì dalla cucina.
“Niente!” – Ribatté Caterina sgarbata.
“Dai, su. Sei invidiosa? Pensi che non ci siano altri giovani per te? Guarda Alessandro, non ti stacca gli occhi di dosso, guadagna bene, è un bel ragazzo, ha la sua casa.”
“Mamma!” – Caterina scoppiò in lacrime ancora più forte. “Me ne vado. Prendo il diploma e me ne vado. A Milano.”
“Che ti è saltato in mente. E chi ti aspetta lì, dimmi. No, cara, chi nasce rotondo non muore quadrato. Te ne vai, e loro resteranno qui…” – cominciò cauta la madre.
“Macché.” – Caterina sollevò la testa dal cuscino. “Sono più bella, ho un fisico migliore. Lorenza, appena avrà un figlio, si sformerà. Devo inventarmi qualcosa. L’importante è non lasciarli soli.” Le lacrime si erano già asciugate.
“Ecco, brava.” – Disse soddisfatta la madre, tornando in cucina.
Poco dopo arrivò Lorenza. Caterina vide la felicità brillarle negli occhi, e il cuore le si strinse di nuovo dalla gelosia. Si costrinse a sorridere.
“Perché vi siete lasciati così presto?” – Non riuscì a trattenere un tono maligno.
“Stasera si raduneranno tutti i parenti per festeggiare il suo ritorno. E poi Nicolò verrà al ballo. Oh, Caterina, sono così felice! E tu cos’hai?” – Chiese Lorenza, senza capire l’umore dell’amica.
“Non vi disturbi. Tanto non ho nemmeno un vestito decente per andare al ballo. Sai che mia madre non mi dà mai soldi per comprarmi qualcosa di nuovo.”
“Ti presto il mio, quello che ti piaceva. Sono ingrassata, mi sta stretto, ma a te andrà benissimo. Vieni a casa mia a provarlo.” – Propose Lorenza.
Caterina trattenne a stento un grido di gioia. Si girò e rigirò davanti allo specchio nella stanza di Lorenza, ammirandosi. Il vestito le calzava a pennello.
“Non ti dispiace?” – Chiese titubante.
“Affatto!” – Rispose spensierata Lorenza, abbracciandola. “Tienilo. Ora devo preparare la cena.”
“A stasera!” – Caterina baciò l’amica sulla guancia e corse a casa.
Quella sera Lorenza passò a prendere Caterina, e insieme andarono al circolo ricreativo.
Dalle finestre dell’edificio in mattoni usciva una luce vivace e si sentiva la musica. Nel centro della sala alcune ragazze già ballavano. Due ragazzi giocavano a biliardo in un angolo. Lorenza cercò Nicolò con lo sguardo.
“Non c’è. Andiamo a ballare.” – Caterina si avventurò in mezzo alla pista, cominciò a volteggiare allegramente, alzando le braccia, ma senza smettere di controllare la porta per vedere se arrivava Nicolò.
Quando la musica ritmata finì, uscì all’aperto, sventolandosi il viso arrossato. Agli inizi di giugno le serate erano ancora fresche. Caterina rabbrividì. Poco distante c’era Alessandro che fumava.
Caterina fissò a lungo il crepuscolo che si addensava, finché non scorse Nicolò. Lo riconobbe dalla divisa. Senza pensarci, scese dalla veranda e si avvicinò ad Alessandro, avvolgendogli le braccia al collo. Il suo vestito chiaro risaltava nel buio.
“Che fai, Caterina?” – Chiese sorpreso Alessandro.
Invece di rispondere, all’improvviso gli piantò un bacio sulle labbra. Alessandro non si fece pregare e la strinse a sé. Quando Caterina lo respinse e si guardò intorno, Nicolò se ne stava già allontanando in fretta. Alessandro, contrariato, la tirò di nuovo a sé cercando le sue labbra.
“Ma vai via!” – Gli urlò Caterina e corse dentro al circolo.
Era andato tutto ancora meglio del previsto. Il vestito aveva giocato uno scherzo crudele a Nicolò. Di certo aveva pensato che fosse Lorenza a baciarsi con qualcun altro. Niente matrimonio!
“Hai visto Nicolò?” – Chiese Lorenza quando Caterina rientrò.
“Sì. È rimasto un attimo sulla porta ed è andato via. Su, balliamo.”
“È andato via?” – Lorenza si precipitò verso l’uscita.
Mentre Caterina, come se niente fosse, si unì alle altre ballerine.
Lorenza raggiunse Nicolò proprio davanti a casa sua.
“Aspetta! Perché te ne sei andato?” – Gli afferrò una mano.
“Mi aspettavi, eh? Il vestito l’avevi scelto apposta? E allora mettitelo per quello con cui ti sei baciata!” – Sbottò Nicolò, strappandole la mano e rientrando inInfine, Lorenza e Nicolò riuscirono a ricostruire la loro vita insieme, superando ogni ostacolo con l’amore che non era mai svanito.