**Il sapore amaro della verità: un dramma nel silenzio di Bologna**
Nella cucina accogliente di un appartamento alla periferia di Bologna regnava un silenzio rotto solo dal tintinnio di un cucchiaino da tè. Chiara, seduta al tavolo, scorrò le notizie sul telefono mentre sorseggiava una tazza di tè profumato. Dalla stanza da bagno uscì suo marito, Matteo, canticchiando tra sé e sé, il volto illuminato da una strana gioia, come se custodisse un segreto inaccessibile a tutti.
«Perché sei così contento?» chiese Chiara, strizzando gli occhi e alzando lo sguardo dallo schermo.
«Così, è solo una bella giornata» rispose evasivo Matteo, versandosi del tè. Si sedette di fronte a lei, fissandola con un sorriso leggero. «Chiara, hai controllato la tua email ultimamente?»
«No, perché?» aggrottò le sopracciglia.
«Dai un’occhiata. C’è una sorpresa per te» aggiunse enigmaticamente, bevendo un sorso.
Chiara, sentendo un presentimento, afferrò il telefono. Tra le email non lette ne spiccava una. Aprì il messaggio, scorse il testo e rimase senza fiato. La tazza le tremò in mano, versando del tè sul tavolo.
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Chiara e Matteo stavano insieme da otto anni. La loro storia era iniziata come tante: romanticismo, convivenza, poi un matrimonio semplice. Si erano trasferiti a Bologna, ricominciando da zero. Vivevano in un appartamento in affitto, risparmiavano per una casa di proprietà, condividendo gioie e difficoltà.
«Non sai gestire i soldi» le aveva detto un giorno Matteo. «Passami lo stipendio, ci penso io alle spese.»
Chiara non aveva obiettato. Si fidava ciecamente di lui. Da quel momento, lui aveva preso il controllo delle finanze. Grazie alla sua oculatezza, avevano ottenuto un mutuo e poi comprato un terreno per una casetta al mare. Vivevano senza lussi, ma in modo stabile. Matteo le dava qualche soldo per le piccole spese, e Chiara sapeva che lui non si sarebbe mai permesso uno sgarro.
Quando tutto cambiò, non se ne accorse subito. Un giorno Matteo tornò dal lavoro più presto del solito, con un’aria seria.
«Chiara, mia madre verrà a vivere con noi» le disse. «È dura per lei stare da sola. Potremmo sistemarla nella casetta al mare? È solida e ci sono negozi vicini.»
«Certo» rispose Chiara. Con sua suocera, Maria Teresa, aveva un rapporto tranquillo, e in generale evitavano litigi con la famiglia.
Una settimana dopo, Maria Teresa si trasferì al mare. Chiara era sommersa dal lavoro e passò del tempo prima di riuscire a raggiungerla. Quando finalmente ci andò, rimase sconvolta.
«Maria Teresa, che succede qui?» esclamò inciampando in scatoloni davanti alla porta.
«Ciao, Chiara» rispose la suocera con indifferenza. «Niente di che. Matteo mi ha detto che mi regalate la casetta, così ho raccolto le vostre cose.»
«Ce la regali?» Chiara sentì il sangue pulsare alle tempie. «Cosa vuol dire?»
«Non te l’ha detto?» sorrise Maria Teresa. «Ho lasciato il mio appartamento al fratello minore di Matteo. Non avevo più un posto dove vivere.»
«Come hai fatto?» Chiara rimase senza fiato dallo sconcerto.
Il fratello minore di Matteo, Luca, era sposato, ma Chiara ignorava che non avesse una casa. C’erano pettegolezzi su di lui, ma li aveva sempre ignorati.
«L’ho fatto e basta» scrollò le spalle Maria Teresa. «Hanno dei figli, mica potevo lasciarli per strada.»
Chiara non rispose. Tornata a casa con un bagagliaio pieno di roba, si scagliò contro Matteo.
«Hai pensato a quello che stavi facendo? Cosa vuol dire che abbiamo regalato la casetta a tua madre?»
«Ma che problema c’è?» sbottò Matteo. «È mia madre, ho il diritto di decidere io.»
«E io? Ho dei diritti?» urlò Chiara. «Anche io voglio contare nelle decisioni!»
«Ah, quanto siamo indipendenti!» sogghignò lui. «Quando si tratta di risparmiare sono io quello cattivo, ma quando bisogna decidere, ecco che spuntate voi!»
Non si parlarono per una settimana. Chiara, una volta calmata, provò a spiegarsi.
«Voglio solo essere coinvolta» disse piano. «Quella casetta mi piace. Non voglio regalarla, capisci?»
Matteo rimase imbronciato, ma taceva.
«Quando si tratta di aiutare tua madre, accorriamo subito» continuò Chiara. «Ma la mia non può ricevere aiuto?»
La discussione divampò di nuovo. Chiara iniziò ad andare al mare quasi ogni giorno, sperando di costringere Maria Teresa ad andarsene.
«Non avrei mai pensato di diventare così» si sfogò con l’amica Simona. «La perfida nuora che tormenta la povera suocera.»
«Lotta per ciò che è tuo» l’incoraggiò Simona. «Altrimenti ti porteranno via tutto.»
Rinfrancata, Chiara tornò al mare. Maria Teresa era occupata nelle faccende di casa: il giardino era ordinato, i fiori nuovi sulle aiuole. Tutto sembrava più accogliente. Ma Chiara scacciò quei pensieri.
«Cos’ha combinato qui?» sbottò. «Chi le ha permesso di toccare la mia terra?»
«Chiara, ma che dici?» si confuse Maria Teresa. «Matteo ha detto che potevo…»
«Non mi interessa cosa ha detto Matteo!» la interruppe Chiara. «Non è l’unico padrone qua! Chiaro?»
Vide la paura negli occhi di Maria Teresa, ma non riuscì a fermarsi. Anzi, le piaceva sentirsi potente.
«Da ora in poi, tutto deve passare per me! Per me, non per lui!»
«Va bene, Chiara» bofonchiò Maria Teresa. «La prossima volta chiederò a te. È solo che Matteo…»
«Non mi importa di quello che dice lui!» sbottò Chiara. «E quei fiori, toglieteli! Rovinano tutto!»
«Ci ho speso dei soldi…» obiettò debolmente Maria Teresa.
«Non sono affari miei!»
Chiara andava al mare ogni giorno. A Matteo non diceva nulla, e Maria Teresa non osava lamentarsi col figlio.
«Hanno una famiglia, non voglio intromettermi» piangeva Maria Teresa quando Chiara se ne andava.
Non aveva chiesto a Matteo la casetta. Il figlio minore e la moglie avevano davvero occupato il suo appartamento, e la convivenza era un inferno. Maria Teresa piangeva di nascosto, ma taceva. Fu Luca a chiamare Matteo, dicendo che sua madre non aveva un posto dove andare. Lui non poté rifiutarsi.
«Ci hai cresciuti» le disse al telefono. «Nessun problema. Lascia loro l’appartamento e vieni qui. Chiara non avrà da obiettare.»
Che errore. Mai avrebbe immaginato cosa fosse capace sua moglie.
«Perché torni così tardi dal lavoro?» le chiese un giorno Matteo.
«Non ero al lavoro» rispose secca Chiara. «Ero da tua madre.»
Ormai vedeva la suocera come un nemico da scacciare.
«Perché? Le hai portato qualcosa?» si stupì lui. «Mi aveva chiesto dei soldi, ma poi ha detto di no.»
Matteo sorrise, pensando che si fosse ammìE quando Chiara si svegliò il giorno dopo, capì che l’orgoglio l’aveva resa sola, e che la vera sconfitta non era perdere una casa, ma aver smarrito l’amore di chi le era rimasto accanto per anni.