**Il Segreto che Strappò una Famiglia**
Nella quiete di un paesino lungo il fiume, dove al tramonto si accendevano i lampioni, Lucia sparecchiava in cucina. L’odore della crostata appena sfornata riempiva ancora l’aria quando squillò il telefono. Sul display apparve il nome di Giulia, un’amica con cui non parlava da anni.
«Giulia, ciao! Che piacere!» esclamò Lucia, asciugandosi le mani sul grembiule.
Dopo i convenevoli, Giulia le chiese all’improvviso:
«Lucia, ma tu e Marco vi siete separati?»
«No! Perché lo chiedi?» rispose lei, sentendo un nodo alla gola.
«Strano, allora come spieghi questo?» nella voce di Giulia c’era un filo di ansia.
Un secondo dopo, arrivò un messaggio con una foto. Lucia lo aprì, fissò l’immagine e il mondo le crollò addosso.
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«Dio santo, non ne posso più!» irruppe in casa Marco, lanciando le chiavi sul mobile dell’ingresso.
«Marco, che succede?» chiese Lucia, sorpresa. Lei tornava sempre prima dal lavoro, trovando il tempo per pulire e cucinare.
«Cosa succede? Tutto!» sbottò lui, scrollandosi di dosso la giacca. «Questo lavoro, la solita routine, le faccende! Nessuna via d’uscita, niente vita! Lucia, scappiamo via, almeno per un po’. Al lago o in quel resort in montagna. Sono al limite!»
«Ma dobbiamo chiedere i permessi» obiettò lei. «E poi abbiamo promesso a tuo padre di aiutarlo con la vigna…»
«Al diavolo la vigna!» la interruppe. «Non scappa mica in due settimane, ma io sto per esplodere! Cosa ti importa di più, i filari o io?»
«Tu, ovviamente» sussurrò Lucia, vedendolo serio. «Parlerò al lavoro, non mi diranno di no. Sono due anni che non vado in ferie.»
«Allora prenoto i biglietti?» si animò Marco, strofinandosi le mani.
«Sì» annuì lei. Anche lei voleva evadere dalla monotonia: la maturità del figlio, l’università in un’altra città, il danno dei vicini del piano di sopra che aveva costretto a rifare il bagno. Era stanca.
«Deciso» dichiarò Marco. «Il lago costa troppo, andiamo in quel resort in montagna. C’è verde, un laghetto, e non ci rovina il portafoglio.»
Lucia non protestò. Raramente contraddiceva il marito. Anche quando, dopo l’allagamento, aveva comprato delle carte da parati economiche invece di quelle che le piacevano, o quando l’aveva dissuasa da un buon lavoro, dicendo:
«Dovresti attraversare tutta la città! E la casa chi la tiene? E poi, che te ne fai di uno stipendio migliore? Non guadagno abbastanza io? Al supermercato qui vicino cercano cassiere. È comodo e hai la spesa a portata di mano.»
Lucia cedette. Quel lavoro non le piaceva, ma a casa riusciva a fare tutto. L’unica volta che si oppose davvero fu quando Marco provò a forzare il figlio a iscriversi a un’università diversa da quella che voleva.
«No!» tagliò corto. «Nostro figlio decide da solo. Non provarci nemmeno!»
Marco, sorpreso da questa reazione, indietreggiò, ma poi non perse occasione per lamentarsi che «nessuno lo ascoltava più». Lei lo calmava ogni volta, assicurandogli che non era vero.
I biglietti furono prenotati, le valigie pronte, le ferie approvate. Mancavano due giorni alla partenza quando chiamò il suocero, Enrico.
«Lucia, ciao» la voce tremula. «Marco non risponde. Sta bene?»
«Buongiorno, Enrico. È uscito in farmacia, ha dimenticato il telefono» rispose lei. «Cosa c’è? Sembri agitato.»
«Mi si è bloccata la schiena» sospirò. «Non riesco a muovermi. Potrebbe venire mio figlio? Almeno a passarmi un po’ di crema… L’infermiera costa troppo e la vicina che mi aiutava si è trasferita.»
«Certo, glielo dico. Appena torna, passiamo» promise Lucia.
Al suo ritorno, Marco ascoltò e fece una smorfia:
«Ma perché proprio adesso?»
«Marco, cosa dici?» si indignò lei. «È tuo padre! Mica sceglie quando stare male. Andiamo, vediamo come sta.»
«Ha una sorella, se non ricordi» borbottò lui.
«Tua zia cammina a malapena, se non ricordi tu!» alzò la voce Lucia. «Basta, andiamo.»
Borbottando, Marco la seguì. La porta di Enrico era socchiusa. L’uomo era in cucina, piegato dal dolore.
«Mi sono mosso male» mormorò, guardando figlio e nuora. «Se ci fosse ancora tua madre, non vi avrei disturbato.»
La madre di Marco era mancata anni prima. Da allora, Enrico viveva solo. I figli lo visitavano raramente, mentre il nipote, quando era in città, passava spesso dopo scuola.
«Babbo, ma perché proprio ora?» sbuffò Marco. «Stiamo per partire!»
Lucia lo strattonò per la manica.
«Scusami, vecchio mio» la voce di Enrico si incrinò, e lei sentì una stretta al cuore. «Non l’ho fatto apposta.»
«Tutto a posto» disse dolcemente. «Dov’è la crema? Ti aiuto subito.»
Mezz’ora dopo, Enrico riuscì a raddrizzarsi e, appoggiandosi a Lucia, raggiunse il divano. Lei controllò il frigo—c’era cibo per un giorno.
«Domani torno, ti passo ancora la crema e ti preparo qualcosa» promise.
A casa, scoppiò una lite.
«Ma che ti è saltato in mente?» sbottò Marco. «Partiamo e tu vuoi cucinare per mio padre?»
«È tuo padre!» cercò di farsi capire Lucia. «Chi lo aiuta se non noi?»
«Chiama un’ambulanza, che lo portino in ospedale!» insisté lui. «Lì lo curano e lo sfamano.»
«Sai che non ci andrà. E non è detto che lo ricoverino. A casa starà meglio» oppose lei, sconvolta dalla freddezza del marito. «Magari domani sta meglio.»
Ma il giorno dopo Enrico non migliorò. A malapena si muoveva, non poteva cucinare né lavarsi.
«Marco, dobbiamo rimandare» sospirò Lucia.
«Fai come vuoi!» tagliò corto lui. «Io parto, con o senza di te. Non ho lavorato un anno per stare dietro a un vecchio!»
Lucia sperò che cambiasse idea, ma la mattina dopo scoprì che né lui né le valigie c’erano più.
«Al diavolo i doveri! Al diavolo tutto!» pensò Marco, mentre il treno lo portava via. «Ho diritto a riposarmi!»
Mentre Lucia rinunciava alle ferie per curare il suocero, Marco si godeva il resort. Rispose una sola volta al telefono, brusco: «Non disturbarmi».
La seconda settimana, iniziò una storia con la barista del posto, Elena. La cosa si fece seria, e Marco non pensò più al ritorno.
Ma in un piccolo resort capita di incontrare compaesani. Amici di Lucia, in vacanza lì, videro Marco con Elena. Tornati in città, le chiesero delicatamente se si fosse separata. Il suo silenzio e la sua negazione furono risposte sufficienti.
Intanto**Il Segreto che Strappò una Famiglia**
Mentre Lucia si ritrovò con il cuore spezzato ma la dignità intatta, Marco, solo e pieno di rimpianti, capì troppo tardi che la famiglia non si compra con i biglietti di un viaggio, ma con il tempo e l’amore che non aveva mai saputo dare.