**Il Segreto di Famiglia**
La piccola Beatrice, di cinque anni, si svegliò a causa di un rumore e di voci provenienti dal soggiorno. Fuori era ancora buio. Uscì dalla sua camera e vide degli uomini in camici bianchi accanto al letto della madre, Lucia, che giaceva immobile con gli occhi chiusi.
“Mamma, mamma…” sussurrò Beatrice, spaventata, mentre le lacrime le rigavano il viso. “Mamma, svegliati…”
Vide portare via la madre in barella, diretta allospedale. Rimase solo il padre, Marco, che la sera prima aveva litigato con Lucia. Beatrice aveva sentito nominare più volte il nome di Sofia, la sorella di sua madre, morta tempo fa. Aveva visto la foto di Sofia appesa nella casa della nonna Maria, in campagna.
Non capiva perché i genitori avessero discusso così animatamente. La madre aveva pianto, il padre aveva alzato la voce. Poi si erano addormentati, e adesso qualcosa era successo a Lucia.
“Papà, cosha la mamma?” chiese tra i singhiozzi.
“Vedi, Beatrice, il suo cuore è fragile. Non può agitarsi. Torna a letto, è ancora presto. Più tardi ti sveglio per lasilo.”
Lucia si era sentita male, incapace di muoversi o parlare. Marco dormiva sul divano e lei non aveva la forza di chiamarlo. Fu un impulso improvviso a spingerlo ad avvicinarsi a lei nel cuore della notte. La trovò immobile, la scosse, ma lei non reagì. Terrorizzato, chiamò lambulanza.
La mattina dopo, Marco portò Beatrice allasilo, che era vicino. Aprì la porta e la spinse dolcemente dentro:
“Vai, piccola, cambiati e raggiungi gli altri. Sono in ritardo al lavoro. Stasera ti porterò a trovare la mamma in ospedale.”
Al lavoro, cercò di distrarsi, ma la stanchezza pesava. Gli si avvicinò Giulia, la centralinista e, da due anni, la sua amante. Giovane, bella e vivace, dopo una festa aziendale si erano ritrovati nel suo monolocale. Marco lavorava come camionista per unazienda di trasporti, e Giulia insisteva perché lasciasse la moglie, soprattutto ora che aspettava un figlio.
Lucia, tornando dal lavoro, aveva incontrato Nadia, unimpiegata dellazienda di Marco.
“Marco è tornato ieri dal viaggio,” le aveva detto Nadia, senza pensare.
“Come? Lui non è ancora a casa,” rispose Lucia, confusa.
“Ho visto la sua macchina…” Nadia si rese conto di aver parlato troppo. Tutti sapevano della tresca di Marco con Giulia.
Quella sera, Marco arrivò a casa e Lucia lo affrontò:
“Dove eri? Sei tornato ieri!”
“Chi te lha detto? È una bugia!”
“Non importa chi me lha detto. Hai mentito!”
La discussione degenerò, con accuse e rancori accumulati. Beatrice li sentì litigare dalla sua cameretta. Di solito non usciva quando litigavano, come le aveva insegnato la madre. Ma quella volta fu diverso.
Alla fine, Marco ammise il tradimento. Forse, se avesse mentito ancora, Lucia non sarebbe crollata. Ma lei prese tutto a cuore.
Quella sera, Marco portò Beatrice in ospedale. Lucia era pallida, sotto flebo. Sorrise debolmente alla figlia, ma non a Marco.
Lui aveva già deciso: avrebbe lasciato Lucia, soprattutto perché Giulia lo pressava. Ma per ora taceva, per non aggravare le condizioni di sua moglie.
Passarono i giorni. Mentre Lucia era in ospedale, Marco non fu mandato in viaggio. La nonna Maria arrivò e chiese a Beatrice di lasciarla sola con il genero.
“Resta nella tua stanza, devo parlare con tuo padre.”
Inizialmente, la conversazione fu calma, ma poi sentì la nonna menzionare di nuovo Sofia. Marco rispose con asprezza.
Maria aveva scoperto da tempo il tradimento di Marco, ma solo ora intervenne. Lui si mostrò arrogante, sostenendo che non fosse affar suo.
Quando Lucia fu dimessa, ancora debole, Maria propose di portarla con Beatrice in campagna.
“Papà verrà con noi?” chiese Beatrice.
“No, tesoro. Lui vivrà altrove. Quando sarai più grande, capirai.”
Marco andò via, trasferendosi da Giulia. Beatrice e Lucia si stabilirono dalla nonna, dove laria era fresca e la vita tranquilla.
Un giorno, tornando dal negozio, una vicina, Teresa, osservò Beatrice:
“Mio Dio, Maria, tua nipote è identica a Sofia da piccola!”
A casa, Beatrice sfogliò un album e scoprì che davvero somigliava a Sofia. Ma non disse nulla.
Poco dopo, Lucia ebbe un altro malore. Morì in ospedale. Beatrice, ormai in prima media, e Maria piansero a lungo. Visitarono spesso la tomba, portando fiori di campo. Maria fissava le foto di Sofia e Lucia, piangendo.
Anni dopo, Beatrice, ormai grande, chiese:
“Nonna, perché assomiglio a zia Sofia e non a mamma?”
Maria, malata, le rivelò la verità:
“Tua madre era Sofia. Morì in un incidente con tuo padre, Antonio. Tu avevi due anni. Lucia e Marco ti adottarono.”
Beatrice rimase sconvolta. Aveva due madri, ma nessuna era più con lei. Maria le spiegò che Marco era responsabile dellincidente. Stanco, sotto la pioggia, aveva perso il controllo del camion, mandando lauto dei suoi genitori fuori strada. Fuggì senza fermarsi, confessando solo a Lucia.
Beatrice capì perché Marco era stato freddo con lei.
Gli anni passarono. Beatrice si laureò in medicina e portò Maria in città, nellappartamento dei suoi genitori adottivi. Lavorò in ospedale e sposò un collega, Luca. Maria conobbe i suoi bisnipoti, Gemma e Matteo, prima di morire serena, sepolta accanto ai suoi cari.
E Beatrice, con il cuore pieno di ricordi, capì che la famiglia non è solo sangue, ma amore.