Tempo fa, in una bella casa di Milano, viveva una famiglia il cui destino era segnato da antiche convinzioni. “L’importante è fare un buon matrimonio. Un uomo benestante è la chiave per una vita felice,” ripeteva sempre la madre a sua figlia.
Lucia era lunica figlia dei signori Bianchi. Il padre, un uomo severo, la proteggeva con rigore, mentre la madre la viziava e non perdeva occasione per rammentarle il suo dovere: trovare un marito facoltoso.
Alluniversità, Lucia aveva conosciuto bravi ragazzi, e persino un fidanzato di buona famiglia. Ma il padre vigilava: niente serate fuori, niente feste studentesche, niente gite in campagna. Tutto sotto controllo.
Presto, il suo ammirato fidanzato trovò unaltra ragazza, più libera e interessante di Lucia.
Poi arrivò la laurea, e gli amori passarono in secondo piano.
Grazie allaiuto del padre, Lucia trovò un buon lavoro, e con lintermediazione della madre, anche un marito.
“Lucia, devi considerare questuomo con attenzione,” le disse un giorno la madre. “È più grande di te, ma è un vantaggio, non uno svantaggio. Che vuoi fare con un ragazzino? Pensa bene. Marco De Luca è un uomo serio, ha la sua azienda. Non dovrai nemmeno lavorare.”
“Ma è già stato sposato, mamma! Ha una figlia, significa che paga gli alimenti.”
“Non preoccupartene. La ex moglie era una sciocca, e ormai vive lontana con la bambina. Non è un problema.”
E così avvenne lincontro. Il padre di Lucia rimase in silenzio, evitando di intromettersi nelle questioni femminili.
Ma, sorprendentemente, Marco piacque a Lucia.
Dieci anni di differenza non la turbavano. Con quel portamento, tra dieci anni sarebbe stato ancora un belluomo. Elegante, gentile, vestito con cura.
Anche lei lo colpì, e si sposarono.
La madre di Lucia tirò un sospiro di sollievo, avendo adempiuto al suo obbligo, e si dedicò completamente a sé stessa: saloni, negozi, viaggi con il marito in mete esotiche senza più la figlia.
E Lucia, seguendo il suo esempio, non fu da meno.
Il marito assecondava ogni suo capriccio, e lei viveva per il piacere. Le uniche responsabilità domestiche erano dare ordini alla domestica, che già faceva tutto benissimo senza bisogno di supervisione.
Ma un fulmine a ciel sereno sconvolse tutto.
La ex moglie di Marco morì in circostanze misteriose, e lui si ritrovò costretto a prendere con sé la figlia!
Una situazione inaudita. E ora? Lucia aveva rimandato la maternità a data indefinita, e ora si ritrovava con unadolescente in casa, di cui doveva fare da “seconda madre,” come diceva Marco.
Ma non cera scelta.
Lui non si curò troppo della sua opinione, limitandosi a chiederle comprensione.
“La bambina non è colpevole, no?”
Poco dopo, Marco andò a prenderla e la portò a casa con una valigia logora e uno zaino da scuola.
Maria frequentava già la terza elementare, era alta, tranquilla, quasi silenziosa.
Non parlava mai più del necessario, ma almeno assomigliava al padre. Senza dubbio era sua figlia, non il frutto di un capriccio di quella sciocca della ex
La vita in quella grande casa con il padre, la matrigna e la domestica pesava a Maria.
Non era abituata a quel lusso!
Dopo cena, correva a lavare i piatti, chiedeva dove fosse la scopa per spazzare, stirava da sola i suoi vestiti. Tutto questo irritava Lucia
Il padre, sempre immerso nel lavoro, tornava tardi e non aveva tempo per coccole e attenzioni. Con la moglie era generoso, ma a Maria toccava al massimo una carezza sulla testa e un frettoloso:
“Come va a scuola?”
Lucia si sentiva però limitata: non poteva più uscire quando voleva, dedicarsi ai suoi hobby, prendersi cura di sé.
Non poteva certo correre in palestra allalba!
Doveva dormire, navigare sui social, rilassarsi.
Poi arrivava Maria, e non poteva sfuggirle: Marco le chiedeva di controllare i compiti e aiutarla con le lezioni.
Lucia pensò di proporre di mandare la ragazzina in un collegio, ma non osò. Suggerì invece il doposcuola:
“Vedi, non sono una maestra. E guarda, ha preso già qualche brutto voto. A scuola, invece, studia meglio. È per il suo bene.”
Ma Marco si infuriò, e Lucia rimpi





