**Diario di un uomo Lillusione di un principe svanita**
Non era il principe dei suoi sogni
Alessia aveva conosciuto Luca quando era appena tornato dal servizio militare. Lui sembrava uscito dalle pagine di una rivista di moda alto, atletico, con occhi verdi ipnotici e capelli neri e ricci. Al suo fianco, Alessia sembrava semplice, anche se graziosa: capelli biondi, figura slanciata, un sorriso dolce. Non credeva alla sua fortuna tra tutte le ragazze, aveva scelto proprio lei.
“Cosa vedi in lui?”, sussurravano le amiche. “Un uomo così bello non resta mai. Ti lascerà.”
Ma Alessia sorrideva credeva nel loro amore. Andavano al cinema, a ballare, incontravano amici. Luca non la lodava mai per il suo aspetto, ma restava sempre al suo fianco, e il suo tocco la faceva girare la testa. La prima volta che lo portò a casa, sua madre Maria Rossi corrugò la fronte. Più tardi, in privato, sussurrò alla figlia:
“Un uomo bello è luomo di unaltra, cara. Raramente sono fedeli. Aspetta prima del matrimonio, mettilo alla prova. Sembra troppo da vetrina.”
Alessia si offese. Credeva nei sentimenti di Luca, non voleva ascoltare dubbi. Ma sua madre aveva piantato un seme di inquietudine nel suo cuore.
Piano piano, Luca cambiò comportamento. Prima la palestra, poi il nuoto, poi nuove conoscenze. Alessia, per stargli vicino, si iscrisse anche lei agli allenamenti, ma si sentiva goffa tra ragazze attraenti e muscolose. Luca lanciava sguardi nella loro direzione, e lei tornava a casa prima, cercando di nascondere le lacrime.
“Sei debole come una bambola”, rise una volta, quando si ammalò dopo il nuoto. “Meglio che stai a casa con i tuoi libri.”
Le parole la ferirono, e le tornò in mente sua madre. Sentiva che Luca si stava raffreddando. Sempre più uscite da solo, senza chiamarla, invitarla o darle spiegazioni. Poi, semplicemente, sparì. Smise di rispondere.
“Non ti chiama?”, chiese la madre.
“No”, sussurrò Alessia, voltandosi verso il muro.
“Forza, alzati! Andiamo dal parrucchiere!”, ordinò Maria Rossi. “Un taglio nuovo è il primo passo verso una vita nuova. Poi ti cuciremo un vestito, sei brava.”
Comprarono la stoffa, Alessia disegnò i modelli, cercando di dimenticare. Le voci sulle nuove storie di Luca arrivavano a lei, ma resisteva. Quando, dopo qualche settimana, apparve al ballo con un vestito nuovo, leggero, splendente tutti si voltarono. Fu notata.
Un ragazzo, Marco, modesto e senza pretese, iniziò a prendersi cura di lei. Non era un Adone, ma i suoi occhi guardavano solo Alessia caldi e sinceri. Dopo un mese, le chiese di sposarlo.
“Questo sì che è un uomo!”, disse la madre. “Se si innamora, si sposa. Tu che dici?”
“Accetto”, rispose Alessia con calma.
“Lo ami?”
“Come no? È buono, lavoratore, fedele. Io sono tutto ciò di cui ha bisogno e solo io.”
Il matrimonio fu caloroso, pieno di anima. Alessia e Marco cominciarono da zero: la prima sedia, il primo piatto. Dopo un anno nacque la bambina, e tre anni dopo il maschietto. Famiglia, amore, felicità.
Non pensava più a Luca. Solo a volte sentiva storie di come aveva lasciato la moglie, scappato con unamante, e ora viveva di qua e di là. Alessia sorrideva:
“Cosè stato tra noi? Solo un pezzo di gioventù. Che sia felice, se può.”
A casa laspettavano i bambini e il marito. E la madre saggia, buona, la più cara. Quella che laveva salvata da una vera sofferenza. Quella grazie alla quale Alessia aveva trovato la sua felicità tranquilla e vera.
Mamma sii sempre vicina. Senza di te, la vita non è altrettanto luminosa.




