Il Suo Sogno Più Prezioso

**Il Suo Sogno Più Prezioso**

“Lorenzo, sei tornato da scuola con i pantaloni strappati di nuovo!” sgridava la madre. “Ti sei picchiato ancora, vero? E immagino sia stato con Marco, come al solito. Ma quanto può durare questa rivalità? Siete compagni di classe!”

“Sì, mamma, è stato Marco,” rispose il figlio con fierezza. “Ma lho battuto. E poi, ha iniziato lui. Dice che Sofia è solo sua amica. Vedremo” minacciò il tredicenne, agitando il pugno verso la finestra.

Questa volta Marco laveva presa, anche se tempo fa aveva vinto lui, e in modo slealegli aveva teso una trappola, Lorenzo era caduto di sorpresa, e Marco gli era saltato addosso. Da bambini, quei due litigavano sempre per Sofia, la bella ragazzina della loro classe. Anche lei tornò da scuola arrabbiata e, alla domanda della madre, sbottò:

“Lorenzo si è picchiato di nuovo con Marco, e adesso Marco avrà un occhio nero. Lorenzo si è strappato i pantaloni e la mamma lo sgriderà di sicuro. Glielo merita! Perché continua a provocare Marco? E perché Marco deve sempre difendersi da lui per colpa mia? Lorenzo non mi piace affatto!”

“Figlia mia,” sospirò la madre, “è sempre stato così, fin dai tempi antichi. Le ragazze devono fare una scelta, e i ragazzi si sfidano a pugni.” Dentro di sé, però, si preoccupavapresto sua figlia sarebbe cresciuta, e la scelta sarebbe diventata reale.

“Non mi piace Lorenzo, te lho detto mille volte! Quel secchione con gli occhiali! Marco è più bello, più vivace. Non mi piacerà mai, mai!”

“Mia cara, mai dire mai. La vita può riservare sorprese inaspettate. Chi lo sa cosa il destino ha in serbo per te? Spero solo che tutto vada per il meglio,” disse la madre, scuotendo la testa con malinconia.

“Mamma, che centra il destino? È semplicemente che Marco mi piace di più, non capisci?” ribatté Sofia, mentre la madre pensava tra sé e sé.

Con lavvicinarsi della fine delle scuole, Sofia continuava a frequentare Marco, mentre Lorenzo soffriva in silenzio. Sapeva di non poter competere con il rivale nellaspetto, e ormai le loro schermaglie erano finite. Lorenzo aveva capito: Sofia non laveva scelto. A volte litigavano, ma senza arrivare alle mani.

La sera, Sofia e Marco passeggiavano e sognavano insieme.

“Sai, Marco, voglio una famiglia numerosa. Quando ci sposeremo, avremo un grande tavolo rotondo dove staremo tutti. E io lavorerò a scuolavoglio iscrivermi alluniversità di pedagogia. E destate andremo al mare con tutta la famiglia!” sorrideva Sofia, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Marco ascoltava in silenzio, senza contraddirla, ma senza approvare del tutto.

“Bello avere tanti figli, ma dovrei lavorare giorno e notte per mantenerli,” disse infine. “Sarei sempre stanco, e il mare dove lo mettiamo?”

“Anchio lavorerò, contribuirò! Con i nostri stipendi ci basterà!” insistette Sofia.

“Ma no, tu starai a casa, con i bambini. Luomo è il capofamiglia, ricordatelo. Quel che dico io, va fatto.”

Quelle parole la turb

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