In Famiglia Si Litiga, Anche la Casa Non Sorride

**5 Ottobre 1994**

“Ogni disgrazia comincia dal mattino,” dice il proverbio, ma nel caso di Lisa, la rabbia non conosceva orari.

“Lo odio! Non è mio padre! Se ne vada, vivremo meglio senza di lui,” sibilava furiosa, mentre io mi domandavo perché non riuscissero a vivere in pace. Non immaginavo i tormenti che agitavano quella casa.

Lisa aveva una sorellina più piccola, Edda, figlia di sua madre e di quel patrigno odiato. A me sembrava che l’uomo trattasse entrambe con uguale affetto, ma la verità era diversa. Lisa evitava di tornare a casa dopo scuola, calcolando l’orario in cui lui sarebbe uscito per lavoro. Se sbagliava i conti e lo trovava ancora lì, diventava una furia.

Mi sussurrava: “È ancora qui! Viola, resta nella mia stanza.” Poi si chiudeva in bagno, fingendo indifferenza, e ne usciva solo quando sentiva la porta sbattere. “Finalmente se n’è andato! Tu sei fortunata, Viola, hai un padre vero. Io… mi consuma,” sospirava. “Andiamo, fammi compagnia a pranzo.”

La madre di Lisa era una cuoca straordinaria. In quella casa, il cibo era sacro: colazione, pranzo, merenda, cena, tutto misurato con precisione. Ogni volta che andavo da loro, la tavola era imbandita, pentole ancora fumanti sotto i canovacci.

Lisa, però, detestava Edda, dieci anni più giovane, e la tormentava senza pietà. Solo anni dopo sarebbero diventate inseparabili. Lisa si sarebbe sposata, avrebbe avuto una figlia, poi tutta la famiglia (tranne il patrigno) sarebbe emigrata in Israele. Dodici anni dopo, sarebbe nata la seconda figlia. Edda sarebbe rimasta nubile, ma avrebbe aiutato a crescere le nipoti con devozione. Lisa, nel frattempo, avrebbe mantenuto i contatti con il padre biologico, morto poi in un altro matrimonio.

Io, cresciuta con entrambi i genitori, mi ritrovai sempre amica di ragazze con famiglie spezzate. Allora non capivo le loro sofferenze, ma ora so quanto fosse dura.

Irma, per esempio, aveva genitori alcolizzati. Si vergognava di loro e mai permetteva visite. “Viola, vieni al mio compleanno,” mi disse un giorno con insolita sicurezza. “Mia madre mi ha dato l’indirizzo di mio padre vero. Ora so dove trovare protezione.”

Il giorno dei suoi sedici anni, arrivai da lei. La tavola era coperta da una tovaglia consumata: un tegame di risotto, pane tagliato, limonata in bicchieri rigati. Niente più. Irma ne era orgogliosa. Io mangiai con gratitudine, evitando la sfoglia che si sbriciolava.

I genitori restavano muti, in piedi accanto a noi. Nel letto in fondo alla stanza, la nonna borbottava: “Zina, non bere! Altrimenti mi dimenticherai.” Irma arrossì: “Nonna, tranquilla, oggi beviamo solo limonata.”

Irma avrebbe perso madre, patrigno e nonna in un anno. A venticinque anni, sola, avrebbe accettato il mio ex marito come conforto, ma neanche quello sarebbe durato.

Poi c’era Tania, che viveva con la sorella Anna, maggiore di quattro anni. La madre, tornata al primo marito dopo aver divorziato dal padre di Tania, portava loro cibo ogni settimana. Io invidiavo la sua libertà.

Tania si sposò, ebbe una figlia, ma quando il marito finì in carcere, cadde nell’alcol. Anna la trovò morta a quarantadue anni.

Nicole arrivò nuova in classe. Bellissima, con una voce da sirena. I ragazzi la adoravano, ma lei aveva solo occhi per Dario, che la portava via dopo scuola con la sua auto. Quando lui partì per il servizio militare, Nicole pianse, ma non aspettò. Ebbe un figlio da un altro, poi rifiutò Dario al suo ritorno: “Mi rimprovereresti sempre quel bambino. Preferisco restare sola.”

Più tardi, si sarebbe risposata con un contadino e trasferita in campagna.

Ora scrivo solo con Lisa, lontana ma vicina. Mi dice che farà di tutto per proteggere la sua famiglia: “Non voglio che le mie figlie soffrano come ho sofferto io con un patrigno. Se ci sono problemi, meglio affrontarli con un padre vero. Lui mi ha segnata per sempre.”

Ridiamo ancora dei nostri scherzi di scuola. Di Irma e Nicole, invece, non so più nulla.

**Morale:** La famiglia è come l’olio d’oliva—se è buono, lega ogni piatto; se è rancido, rovina tutto.

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