In questa famiglia non ci sei

“Non sei più parte di questa famiglia!” La voce di Letizia tremava di furore. “Hai capito? Qui non c’è più posto per te!”

“Cara, calmati,” tentò Carlo, ma la moglie lo bloccò.

“Zitto! Con il tuo silenzio in tutti questi anni le hai fatto credere di poter fare qualsiasi cosa!”

Giada era in piedi sulla soglia del soggiorno, una valigetta in mano. Il suo volto era pallido, le labbra tremavano, ma lo sguardo manteneva orgoglio.

“Va bene, mamma. Come vuoi.”

“Non chiamarmi mamma!” sibilò Letizia. “Ho una sola figlia e non sei tu!”

Carlo sprofondò nella poltrona coprendosi il volto. Giada fissò il padre, sperando in una parola di difesa. L’uomo restò muto.

“Papà?” chiamò piano.

“Giada, forse è troppo brutale,” iniziò Carlo, sollevando la testa. “Parliamone con calma.”

“Di cosa?” Letizia afferrò una foto dalla mensola scaraventandola a terra. Il vetro andò in pezzi. “Ci ha disonorati! Tutto Bassano del Grappa punta il dito!”

Giada osservò la cornice rotta: li ritraeva felici lo scorso Natale. Ora sembrava una beffa crudele.

“Letizia,” corresse Giada, “non è colpa mia.”

“Non è colpa tua?” La donna le si avvicinò. “Frequenti un uomo sposato! Distruggi una famiglia! E ora aspetti pure un bambino da lui!”

Giada posò una mano sul ventre, ancora piatto. La notizia aveva già percorso la loro cittadina veneta.

“Lo amo,” sussurrò.

“Lo ami!” la imitò la madre. “Un quarantenne con tre figli! Cosa avresti di speciale per fargli abbandonare la moglie?”

Il volto di Giada si fece cera.

“Mi ama. Vivremo insieme.”

“Dove?” chiese Letizia con sarcasmo. “Qui? In casa mia? Credi permetterei a quel… a quel…”

“Basta così,” intervenne Carlo. “È pur sempre nostra figlia.”

“Nostra?” La moglie gli si rivolse. “Io non partorii figlie simili! L’ho cresciuta, pagato l’università, trovato un lavoro. E lei? Si lega al primo uomo disponibile!”

Giada appoggiò la valigia.

“Vittorio non è il primo venuto. Ci conosciamo da un anno.”

“Un anno intero!” Letizia alzò le mani al cielo. “Un anno di bugie! Dicevi di lavorare fino a tardi e invece correvi dall’amante!”

“Non mentivo, solo…”

“Cosa? Tacevi? È come mentire!”

Carlo si alzò raggiungendo la finestra. Fuori, una pioggerella cadeva sulle tegole delle case vicine.

“Giada,” disse senza voltarsi, “cosa dice questo Vittorio? Sta davvero divorziando?”

“Certo,” rispose lei. “Ha presentato le carte in tribunale.”

“Le ha presentate,” replicò Letizia. “Ma la famiglia è già distrutta. I figli senza padre.”

“Non si amavano,” spiegò Giada. “Vivevano come coinquilini. Lui dice che sposò per interesse.”

“Certamente lo dice!” Rise amara la madre. “Tutti gli sposati dicono così! Moglie insopportabile, matrimonio forzato! Poi, quando si stancano dell’amante, tornano a casa!”

“Vittorio è diverso,” insistette Giada.

“Sono tutti uguali! Pensate non conosca la vita? Quante storie così ho visto! Promettono montagne d’oro, poi spariscono alla prima gravidanza!”

Giada trasalì.

“Sa del bambino. Ne è felice.”

“Felice? Allora dov’è ora? Perché non è qui a difenderti?”

“È… in trasferta. Tornerà tra una settimana.”

“Comodo,” commentò Letizia. “Parte proprio quando
Mentre guardava il buio della notte oltre la finestra bagnata, Anna si rese conto che costruire la felicità sulle macerie degli altri porta solo solitudine.

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In questa famiglia non ci sei