**Incontro Fuori Dagli Schemi**
Oggi ho festeggiato il mio sessantesimo compleanno. Non mi sento ancora vecchia, ma nemmeno giovaneforse “di mezza età” sarebbe più adatto, anche se la mia energia è quella di sempre. Sono una donna pratica, con le mani sempre occupate, e mi piace dire ridendo: *”Ho ancora polvere da sparo nelle mie polveriere, se qualcuno ne ha bisogno!”*
Al caffè cerano tutti: mio marito, i nostri due figli con le loro mogli, parenti, e anche ex colleghi. Ho lasciato il lavoro da poco, dopo anni come capo contabile in unazienda. Allultimo giorno ho detto: *”Non vi saluto per sempre, vi verrò a trovare Però non so come sarà stare a casa in pensione. Ma è così per tutti, ora tocca a me.”*
I miei colleghi mi stimavano. Sono sempre stata una persona generosa, pronta ad aiutare e a dare consigli utili. Anche il direttore era dispiaciuto che me ne andassi, ma non cera scelta. *”Signora Bianca, non le daremo pace neanche a casa, la chiameremo continuamente! Chi ci darà i suoi consizi altrimenti?”* dicevano ridendo mentre mi salutavano.
*”Chiamate pure, ragazze, non mi dispiace affatto”*
Oggi, al caffè, eravamo tutti felici. E io, la festeggiata, mi sentivo addirittura ringiovanita! Indossavo un elegante vestito lungo color cacao, una collana di pietre naturali, e persino delle scarpe con un piccolo taccocosa rara per me, ormai.
*”Mamma, sei bellissima!”* mi hanno detto i miei figli, regalandomi due mazzi di rose enormi.
*”Grazie, tesori,”* ho risposto, abbracciandoli uno dopo laltro.
La festa è stata perfetta. Mio marito, Enzo, non mi toglieva gli occhi di dossostasera ero davvero splendida. Siamo insieme da quasi quarantanni, abbiamo avuto una vita serena, cresciuto due bravi figli, e ora possiamo finalmente vivere per noi stessi.
*”Enzo, perché non lasci anche tu il lavoro? Basta andare avanti così,”* gli ho detto.
*”Ci penserò, Bianca. Ma sai comè la nostra generazione è abituata a lavorare. Senza lavoro, non so cosa farei,”* ha risposto, sorridendo. *”Pensavo di continuare fino a settantanni, se la salute me lo permette.”*
*”Sì, siamo una generazione di lavoratori. È così che ci hanno cresciuti.”*
Il giorno dopo, mi sono svegliata presto. Avevamo ospiti: i figli con le loro mogli, mia sorella e suo marito, e la mia anziana madre. Enzo ha costruito questa casa con le sue manibe, non proprio con le sue mani, ma ha supervisionato tutto. Lavora ancora nel settore edile e ha approfittato dei materiali a buon mercato. Ora siamo felici di avere una grande casa a due piani, perfetta per ospitare tutti.
Stavo preparando la colazione in cucinai miei ospiti sarebbero partiti verso sera, ma prima volevo coccolarli. I miei figli adorano la mia crostata di ciliegie, già in forno.
*”Si sveglieranno e berranno il caffè con la crostata Adoro avere ospiti, rende tutto più allegro. Altrimenti, in questa grande casa, saremmo solo io ed Enzo. E mia madre, anche se esce poco, è troppo malata.”*
Poco dopo, ho sentito la voce di Enzo dietro di me:
*”Bianca, oggi avresti potuto dormire un po di più, hai appena compiuto sessantanni! Dovresti riposarti.”* Ha riso. *”Ma a chi lo dico? Conosco bene il tuo carattere instancabile.”*
Io? Stare a letto con gli ospiti in casa? Mai! Sono sempre stata abituata a preparare una colazione abbondante per noi due. E Enzo, sedendosi a tavola, amava ripetere il solito proverbio:
*”La colazione mangiala da solo, il pranzo dividilo con un amico”* Si fermava, e io lo provocavo:
*”E la cena?”*
*”La cena me la mangio tutta io!”* Ridevamo sempre insieme.
Poco dopo, gli ospiti si svegliarono e la cucina si riempì di risate e chiacchiere.
*”Che bello qui da voi,”* ha detto mia sorella, Rita. *”Tutto così ordinato, pulito, e il giardino è magnifico. Bravo, Bianca!”*
*”Io? Senza Enzo non avrei mai potuto fare tutto. Lui è il mio braccio destro!”* Gli ho accarezzato i capelli, e lui mi ha guardato con affetto.
*”Sì, la mia Bianca è una forza della natura, mi trascina sempre con sé. Insieme, si sa, si possono spostare le montagne!”*
*”Avete avuto fortuna, tutti e due,”* ha detto Rita. *”Io con te, e tu, Enzo, con mia sorella.”*
*”Assolutamente. Sono felice con la mia Bianca. Non so cosa sarebbe successo se non ci fossimo incontrati quella volta. Come sarebbe stata la nostra vita separati?”*
Tutti hanno riso, perché conoscevano bene la storia del nostro incontro.
*”Sì, la storia”* ho sospirato. *”Anchio non riesco a immaginare la mia vita senza di te, Enzo.”*
*”Mamma, raccontaci ancora!”* ha chiesto il nostro figlio più piccolo. *”O meglio, papà, tu sai renderla più divertente.”*
E così, Enzo ha ripreso la storia del nostro primo incontro, avvenuto su un autobus ai tempi delluniversità.
Lui tornava a casa dopo le lezioni, il mezzo era affollato come sempre. Stava in piedi, immerso nei suoi appuntivoleva studiare lì per non perdere tempo una volta a casa. In quei giorni era single, dopo una litigata con Olesia. Sua madre non laveva mai approvata: *”Figlio mio, quella ragazza non mi piace. Cè qualcosa di falso nel suo sguardo, e non è affatto gentile. È venuta qui e non ha nemmeno salutato. Pensa bene, è con lei che dovrai vivere.”*
Mentre Enzo leggeva, la bigliettaia lo ha toccato sulla spalla: *”Il biglietto, per favore.”* Lui le ha dato i soldi, e lei gli ha restituito un euro di resto. Senza pensarci, ha infilato la mano in tasca e
Io, invece, tornavo in dormitorio e guardavo fuori dal finestrino. Avevo appena preso il biglietto e lavevo infilato nella tasca sinistraquella destra era troppo stretta per colpa di un ragazzo che mi stava addosso. Poi, allimprovviso, ho sentito una mano frugare nella mia tasca destra.
*”Che maleducato! Vuole rubarmi i miei ultimi tre euro!”* ho pensato, indignata.
Ho afferrato la sua mano e sussurrato: *”Sei proprio senza vergogna!”*
*”Quella non è roba tua,”* mi ha risposto.
*”Sono i miei soldi, non te li darò!”* ho detto ad alta voce.
*”Non sono i suoi soldi,”* ha bisbigliato. *”Mi lasci la mano.”*
*”Come non sono miei? È la mia tasca! Perché mi frughi in tasca?”* Ho alzato la voce, e i passeggeri si sono girati a guardare.
Vedendo che lautobus stava arrivando alla mia fermata, ho combattuto per riprendermi i soldi. Alla fine, il ragazzo ha mollato la presa. Ho afferrato la banconota e sono scesa di corsa.
*”Uff, ho salv