**L’incontro inaspettato: una verità che ha aperto gli occhi**
Martina partì in trasferta per Bologna. Sistemata in hotel, si immerse subito nel lavoro tra riunioni, trattative e scadenze. A tarda sera, esausta, scrisse al marito:
*”Tutto bene. Sono stanca. Vado a dormire.”*
Edoardo rispose subito:
*”Anch’io. Dai miei genitori sono distrutto. La ristrutturazione non è uno scherzo.”*
Dopo un bagno rilassante, Martina si infilò a letto e si addormentò. Ma il mattino dopo, uscendo dalla stanza, si ritrovò davanti l’ultima persona che si aspettava di vedere.
*”Edoardo?! Cosa ci fai qui?”* esclamò sbalordita.
*”Sorpresa!”* rispose lui con un sorriso incerto. *”Ho voluto farti una visita improvvisata—”*
Non fece in tempo a finire. La porta della camera di Martina si aprì, e sulla soglia apparve Luca, il suo collega, con cui aveva una relazione ben più intima di un semplice legame lavorativo.
Martina non credeva ai suoi occhi. Non si sarebbe mai aspettata di tradire Edoardo, ma non aveva saputo resistere al fascino di Luca, attento, premuroso e pieno di vita. Edoardo, sempre preso dal lavoro, freddo e distante. Il loro figlio adolescente, Matteo, si era ormai allontanato. Martina si sentiva sola, invisibile.
Con Luca, invece, aveva ritrovato giovinezza, interessi comuni, complicità. Lui, più giovane e senza legami, la faceva sentire desiderata. In quella trasferta erano partiti insieme, anche se Edoardo non si era mai informato sui suoi spostamenti. Lui diceva di dover aiutare i genitori con i lavori in casa.
Quella sera, dopo aver cenato e passeggiato per la città, Martina era rimasta nella stanza di Luca. Aveva scritto a Edoardo che era stanca e andava a letto. Ma al mattino…
…sulla scala si scontrarono: Edoardo usciva dalla stanza accanto, accompagnato da una bionda avvenente di ventisette anni.
*”Ma che succede?!”* gridarono entrambi.
*”Dovevi essere dai tuoi genitori!”* sbottò Martina.
*”E tu dovevi essere sola!”* replicò Edoardo. *”Perché ti chiama ‘amore’? Hai passato la notte con lui?”*
*”E tu? Chi è questa?”*
*”Lei abita qui. Sono venuto per lei. Ora fai le valigie. Torniamo a casa.”*
In quel momento, Martina ricevette un messaggio da Luca:
*”Me ne vado. Le discussioni non fanno per me. Buona fortuna.”*
Con le mani tremanti, preparò le sue cose. Il viaggio di ritorno fu un supplizio. Edoardo continuava a rimproverarla:
*”Non avrei mai pensato che saresti capace di questo. Sei una madre, una moglie! È vergognoso…”*
*”Vergognoso? E tu? Siamo colpevoli entrambi, Edoardo. E sinceramente, non so nemmeno se abbia senso continuare questo matrimonio.”*
*”Io non volevo divorziare. Volevo solo… qualcosa di nuovo. Ma sono pronto a dimenticare tutto. Per la famiglia. Per Matteo.”*
Martina tacque. Capiva che l’amore era finito. Se ci fosse stato, né lei né Edoardo avrebbero cercato altrove.
*”Non ci amiamo più,”* disse infine. *”Non siamo più una coppia. Un doppio tradimento è la fine. Separiamoci in pace. Dividiamo la casa. Matteo capirà.”*
Edoardo sospirò:
*”Non credevo che avresti accettato così facilmente… Pensavo avresti pianto, ti saresti aggrappata a me. Invece…”*
*”È finita, Edoardo. Nessun rancore. Semplicemente, non siamo più quelli di un tempo.”*
*”Va bene. La casa resti a te e Matteo. Io mi sistemo in affitto, poi comprerò. Niente di grave.”*
Martina fu sorpresa. La generosità di Edoardo era inaspettata. Non era mai stato avaro, ma un gesto del genere era raro.
*”Grazie, Edoardo.”*
Passò un anno.
Martina tornava dal lavoro. Era autunno, le foglie cadevano, un vento leggero soffiava. Adorava quella stagione.
*”Martina! Ciao!”* una voce familiare la chiamò.
*”Edoardo? Cosa fai qui?”*
*”Ero da queste parti, ho pensato di fare una passeggiata. Come va? E Matteo?”*
*”Tutto bene. Ha una ragazza con i capelli viola… La moda, immagino. A volte vengono a trovarmi. E tu?”*
*”Solo. Lavoro, risparmio per un mutuo. Ti penso spesso… Ti ricordi quando ci perdemmo in spiaggia e poi bevemmo spumante sotto le stelle?”*
*”Me lo ricordo, Edoardo. Ricordo tutto.”*
Camminarono a lungo tra i viali. E all’improvviso, ogni rancore svanì. C’erano solo loro. Senza accuse. Senza dolore.
*”Martina, mi sei mancata… Ma avevo paura di dirtelo. Temevo mi avresti respinto.”*
*”Anche tu mi sei mancato. Credevo che la libertà sarebbe stata la risposta. Invece… era solo vuoto.”*
*”Torniamo a casa?”* chiese lui piano.
*”Torniamo, amore mio. Ricominciamo. E magari un giorno faremo da nonni insieme… anche alla ragazza dai capelli viola.”*
Martina rise e gli prese la mano.
Ricominciare… A volte è proprio quello che serve.