Intrappolato tra due vite: Una decisione che potrebbe cambiare tutto

 

Per più di un anno sono stato con Giulia.

Era la donna che tutti ammiravano – sicura di sé, elegante, sempre impeccabile. Quando entrava in una stanza, tutti si accorgevano della sua presenza. Io ero fiero di lei, fiero di stare al suo fianco. La nostra relazione sembrava solida, un percorso già scritto, senza incertezze.

E poi, tutto ha iniziato a sgretolarsi.

All’inizio erano piccole cose. Messaggi sempre più brevi, chiamate che finivano troppo in fretta. Gli incontri annullati all’ultimo minuto con scuse sempre diverse. Mal di testa. Impegni improvvisi. La famiglia. Un’amica che non vedeva da anni e con cui doveva assolutamente vedersi.

All’inizio non volevo pensarci troppo. Mi dicevo che era solo un momento passeggero, che tutto sarebbe tornato alla normalità.

Ma dentro di me… sapevo che qualcosa era cambiato.

Non ci siamo lasciati subito. Abbiamo continuato a vederci, ma era tutto finto. Ogni parola, ogni gesto, ogni sorriso sembrava forzato. Stavamo solo recitando una parte, aspettando il momento in cui uno dei due avrebbe avuto il coraggio di dire basta.

Poi sono arrivate le voci.

Abitavamo in una città dove le notizie viaggiano più veloci del vento. E alla fine ho scoperto la verità. Giulia si vedeva con un altro.

Non ho urlato. Non le ho chiesto spiegazioni.

Le ho semplicemente scritto, chiedendole di prendere un caffè.

Quando si è seduta davanti a me, ha abbassato lo sguardo.

– Forse è meglio se la smettiamo di fingere, – ho detto con calma.

Ha inspirato profondamente. Poi ha annuito.

– Sì… Credo che tu abbia ragione.

E così è finita.

Niente lacrime. Nessun litigio. Solo un ultimo bacio sulla guancia e ognuno per la sua strada.

Ero solo.

Poi è arrivata Alice.

Alice era tutto ciò che Giulia non era. Solare, spontanea, capace di rendere ogni giornata più leggera. Con lei era facile ridere, parlare, stare bene senza dover pensare troppo. Quando l’ho invitata per la prima volta a uscire, ho capito subito che anche lei provava qualcosa di speciale.

Le cose sono andate veloci. Forse troppo veloci.

Dopo poche settimane passavamo già le notti insieme. A volte da me, a volte da lei. I nostri amici non si sono sorpresi, le nostre famiglie hanno accettato la cosa con naturalezza.

Ero felice. Finalmente.

E poi… è arrivata quella chiamata.

Era mattina presto. Il sole iniziava appena a sorgere quando il mio telefono ha vibrato sul comodino.

Giulia.

Per un istante ho esitato.

Poi ho risposto.

La sua voce era diversa. Bassa. Spezzata.

– Ho bisogno di te… – ha detto piano.

Era in ospedale. Quattro mesi di gravidanza. Da sola.

Il cuore ha smesso di battermi per un attimo.

Non ho fatto domande. Non ho riflettuto. Ho solo afferrato le chiavi e sono uscito di casa.

Quando l’ho vista, ho sentito qualcosa spezzarsi dentro di me.

Non era più la stessa. Sembrava fragile, persa. Non c’era più quella sicurezza che l’aveva sempre contraddistinta.

Le ho comprato tutto ciò di cui aveva bisogno, mi sono assicurato che stesse bene. Ma nella mia testa c’era una sola domanda.

– Chi è il padre?

Mi ha guardato dritto negli occhi.

– Davvero non lo capisci? – ha sussurrato. – È tuo, Luca.

Il mondo è crollato attorno a me.

Non riuscivo a respirare.

– E Matteo? – ho chiesto alla fine. Il nome di quel ragazzo che tutti dicevano fosse il suo nuovo compagno.

Giulia ha sorriso, un sorriso amaro.

– Matteo? Siamo usciti qualche volta. Niente di più.

Volevo crederle.

Ma potevo?

Quella sera ho raccontato tutto ad Alice.

Lei è rimasta in silenzio. Non ha fatto domande. Ha solo ascoltato.

Poi, dopo un lungo istante, ha incrociato le braccia e ha detto:

– Sei sicuro che sia tuo? – Il suo tono era calmo, ma il suo sguardo era di ghiaccio. – Sono passati mesi. E tu credi davvero che con Matteo non sia successo niente? Luca, devi avere delle certezze. Esistono i test del DNA. Si possono fare prima della nascita. Costano, ma almeno saprai la verità.

Mi sono passato una mano sul viso, cercando di fermare il mal di testa che iniziava a pulsare nelle tempie.

– Devo pensarci…

E ora, tre giorni dopo, sto ancora pensando.

Alice ha ragione. Non posso semplicemente prendere Giulia in parola.

Ma se il bambino è davvero mio… cosa devo fare?

Scappare? Fingere che non sia un mio problema?

Non posso farlo.

Ma se decido di assumermi la responsabilità… Alice resterà?

Non lo so.

So solo una cosa.

Qualunque scelta io faccia, qualcuno soffrirà.

E io dovrò conviverci. Per sempre.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

1 + nineteen =

Intrappolato tra due vite: Una decisione che potrebbe cambiare tutto