Intrigo e Inganno: Una Serre Rovinata Minaccia Due Famiglie

Fin dalla prima mattina, una vicina entrò nel cortile di Isabella, disperata e con le lacrime agli occhi. Era Giulia, i capelli arruffati e le mani che tremavano.

“Tutto è perduto!” singhiozzò. “La serra, il mio raccolto intero… qualcuno li ha distrutti stanotte! Contavo su quei pomodori e zucchine per i bambini, per noi, per venderne un po’… ora non resta più nulla!”

“Non disperarti così, Giulia,” cercò di consolarla Isabella. “Non è la fine del mondo. Possiamo sistemare tutto. Mio marito Antonio ti aiuterà, è bravo con le mani.”

“Che Antonio,” sbottò Giulia. “Mio marito Marco è fuori controllo da tre giorni, beve senza fermarsi. Tutto ricade su di me. E ora l’ultima speranza per la stagione è svanita.”

Isabella rifletté. Voleva aiutare, ma qualcosa nel comportamento della vicina la insospettì. Ultimamente, Giulia girava troppo spesso attorno alla loro casa. Una volta per il sale, un’altra per le piantine, poi solo per chiacchierare. E sempre vestita con cura, come se dovesse uscire per un appuntamento, non per l’orto.

In realtà, Giulia covava un piano da tempo. Dopo i tradimenti e le liti con Marco, aveva rivolto lo sguardo al marito altrui: ad Antonio, uomo tranquillo, premuroso e sobrio. E poi, Isabella non era meglio di lei? Lei, Giulia, era più bella, più sveglia, una massaia migliore. Ma Isabella era una donna forte, e per spostarla ci voleva astuzia.

Decise di osare il tutto per tutto. Pagò generosamente un fannullone del paese, Sandro, per rovinarle la serra di notte. Peccato per il raccolto, certo, ma se avesse aperto la strada alla sua felicità, ne valeva la pena.

Quella mattina, la scena delle lacrime, la visita a Isabella, i lamenti e le allusioni… tutto per un solo scopo: che Antonio arrivasse e si avvicinasse a lei.

Ma Antonio, pur gentile, non era uno stupido. Capì che Giulia aveva qualcosa in mente. Rifiutarsi l’avrebbe offesa, acconsentire le avrebbe dato speranza. Allora scelse una mossa insolita.

Andò da Marco, il marito di Giulia, e parlò chiaro:

“Ascolta, fratello, tieniti stretta tua moglie,” gli disse. “Il capocantiere Matteo ci ha messo gli occhi da tempo. Le offre soldi, viaggi. Eppure lei rifiuta, aspetta ancora te. Sei importante per lei, non vuole distruggere la famiglia…”

A Marco cadde il velo dagli occhi. Sì, beveva, urlava, trascurava tutto. Eppure sua moglie era bella, fedele, paziente… e lui cosa faceva? La rovinava con le sue mani. E poi sì, un giorno l’avrebbero portata via, e sarebbe stato troppo tardi.

Il mattino dopo, Marco uscì a riparare la serra. Poi prese i soldi dal conto segreto e li diede a Giulia, che rimase a bocca aperta.

“Andiamo al mare,” le disse. “Riposiamoci, come una volta. Sono anni che siamo insieme, ma sembriamo estranei.”

Giulia si illuminò. Corse a fare shopping, comprò vestiti nuovi, si vantò con tutte le amiche. Passò anche da Isabella, orgogliosa della sua vita rinata.

Isabella sorrise. Aveva capito tutto. Ma tacque. Nessuno le avrebbe portato via Antonio. Non con regali, non con lacrime, non con sotterfugi.

Si limitò a chiudere la porta dietro Giulia e andò da suo marito—per abbracciarlo, ringraziarlo e, a dirla tutta, essere un po’ orgogliosa. Di lui, della loro famiglia. E del fatto che, a differenza di altri, non aveva mai costruito la sua felicità sulla disgrazia altrui.

La lezione? L’amore vero non ha bisogno di inganni, e le cose più preziose non si conquistano con la furbizia, ma con il cuore.

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