La Chiave dei Dubbi

3 giugno 2024

Chiave dei dubbi

Quando Eleonora si stava per sposare, le amiche non facevano che raccontarle storie dell’orrore sulle suocere. Ognuna aveva il suo esempio agghiacciante: una parlava di prestiti, un’altra di intrighi, una terza di odio puro. Nei loro racconti, le madri dei mariti erano mostri veri, capaci di distruggere le giovani coppie.

Eleonora ascoltava, annuiva, e a un certo punto si ritrovò davvero a temere la futura suocera. Così, quando la relazione con Lorenzo si fece seria, cominciò a chiedergli della madre, con delicatezza, come se fosse una curiosità casuale.

“La vedi spesso? Influenza le tue decisioni? Ti aiuta economicamente?”
Lorenzo rideva:
“Che interrogatorio? Mamma è una persona normale. Le sono grato, certo, mi ha cresciuto. Ma non si intromette nella nostra vita.”

Queste parole la rassicurarono un po’. Ma i semi del dubbio erano già stati piantati. Quando Lorenzo la portò a conoscere Anna Maria, Eleonora era in guardia. Ma la donna si mostrò affabile, dolce. Era felice per il figlio e non smetteva di farle complimenti:

“Che bellezza che sei! Tu e Lorenzo avrete dei bambini meravigliosi! Non vedo l’ora di diventare nonna…”

Tutto sembrava andare bene. Anna Maria non si impicciava, non telefonava ogni giorno, non si presentava senza preavviso. A volte chiedeva aiuto a Lorenzo — il marito era morto anni prima e lei faceva fatica a gestire tutto da sola. Eleonora manteneva un atteggiamento neutrale: né freddo, né troppo affettuoso. Finché non ne parlò con le amiche.

“Ma lascia stare,” sbuffò Giulia. “All’inizio sono tutte ‘carine e amorevoli’, poi tirano fuori gli artigli. La mia faceva lo stesso, e ora mi guarda dall’alto in basso perché non sono ‘del loro ambiente’. Non fidarti!”

“Esatto,” aggiunse Martina, reduce da un divorzio difficile. “La mia all’inizio sembrava innamorata di me. Poi ci ha trascinati in un prestito, ha preso i soldi e ora lo stiamo ancora pagando. Una suocera è come una bomba a orologeria.”

Eleonora provò a ribattere:

“Ma Anna Maria non è così. È gentile, educata, sembra…”

“‘Sembra’ è la parola chiave,” sorrise ironica Giulia. “Aspetta. Si farà vedere per quella che è.”

E presto arrivò il motivo per dubitare. Un giorno Lorenzo le disse:

“Eleonora, mamma ha chiesto un prestito. Vuole comprare un casale in campagna. Ti dispiace se le diamo i nostri risparmi? Tanto stiamo ancora mettendo da parte per il mutuo…”

Eleonora si irrigidì:

“Non è una piccola somma. E siamo sicuri che li restituirà?”

“Certo. Dice che ha delle azioni di papà, le venderà e ci ridarà tutto.”

“Mmm…” Eleonora ricordò le parole delle amiche. “Non mi piace. Perché dovrebbe volere un casale proprio ora?”

Ma Lorenzo insistette. Si fidava di sua madre. Alla fine, la convinse.

Quando ne parlò con le amiche, queste si misero a recitare:

“Eccoci! Ora non vedrai più né soldi né casa. Sei troppo ingenua…”

Il tempo passava. Eleonora si ritrovava sempre più preoccupata. E se avevano ragione? E se Anna Maria non aveva intenzione di restituire i soldi? Quel pensiero non la lasciava in pace.

Un giorno, quando la suocera venne a trovarli, Eleonora decise di affrontarla. Entrò in cucina, dove Lorenzo e sua madre stavano già chiacchierando, e con voce tesa disse:

“Vorrei parlare con voi di una cosa.”

Anna Maria si girò con un sorriso:

“Anche noi volevamo dirti qualcosa, Eleonora,” le disse con un’occhiata furba.

Eleonora si sedette. Il cuore le batteva forte. Di cosa avevano parlato prima che arrivasse? Cosa stavano tramando?

Anna Maria tirò fuori dalla borsa una scatolina elegante:

“Questo è per voi. Avevo promesso un regalo per il matrimonio, ma allora non potevo. Ora è il momento giusto.”

Lorenzo annuì alla moglie:

“Apri, tesoro.”

Eleonora sollevò il coperchio… e vide un mazzo di chiavi.

“Che cosa…?”

“Sono le chiavi di casa vostra,” disse tranquillo Lorenzo.

“Hai chiesto un mutuo?!”

“No,” sorrise. “Mamma ci ha comprato una casa.”

“Cosa…?” Eleonora guardò la suocera.

“Sì, figlia mia. Quando è morto mio marito, ho venduto le sue azioni e ho investito i soldi in banca. Gli interessi sono cresciuti. Volevo regalarvi questa casa per la vostra nuova vita. La storia del casale l’abbiamo inventata io e Lorenzo per non farti sospettare. I vostri soldi ci hanno aiutato a chiudere l’affare.”

“È… vero?” Eleonora era sconvolta.

“Assolutamente. Quell’appartamento che voi e Lorenzo sognavate di comprare… ora è vostro,” disse Anna Maria. “Tutto è a posto. È intestato a entrambi.”

Le lacrime le salirono agli occhi. Le amiche, i dubbi, la paura — tutto svanì in un attimo.

“Grazie! Grazie!” Si lanciò ad abbracciare la suocera. “Non lo dimenticheremo mai!”

Anna Maria le sussurrò:

“Vivete felici. E ricordatevi che vi voglio bene, a entrambi.”

Quando Eleonora lo raccontò alle amiche, queste rimasero in silenzio. Poi, ovviamente, iniziarono a puntualizzare:

“Sei sicura che l’appartamento sia vostro? Non è forse a nome suo? E se cambia idea…?”

“Sì,” annuì Eleonora. “Ne sono certa. Sulla casa e sulla persona.”

Le amiche rimasero della loro idea. Ma Eleonora aveva imparato la lezione: non tutte le suocere sono uguali. A volte, dietro i sospetti si nasconde la bontà. L’importante è non giudicare prima del tempo. E non ascoltare chi vede solo il peggio negli altri.

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