La Compagna Perfetta

**La Moglie Perfetta**

Fin dai tempi dell’università, Luca aveva deciso che sarebbe sposato una ragazza tranquilla ed equilibrata. Quelle erano le donne ideali per la famiglia. Eppure, si ritrovava sempre con altre, vivaci e chiacchierone, che pretendevano subito fiori, regali e cene al ristorante. Ma uno studente squattrinato come poteva permetterselo? Così, osservava attentamente ogni ragazza per capire chi fosse davvero.

Verso la fine degli studi, iniziò a frequentare Veronica, intelligente, calma e meticolosa. Era evidente che in ogni cosa cercasse la precisione.

«Ale, è ora che mi sistemi», disse Luca all’amico. «Tu sei già sposato e presto avrete un figlio.»

«Finalmente, Luca! Te l’ho detto mille volte! Allora, hai deciso di sposare Veronica del mio corso?», chiese l’amico. «Sposala, è una ragazza fantastica: intelligente, bella e soprattutto pacata, niente isterismi. È maniacale con l’ordine, i suoi appunti sono perfetti, io li ho copiati chissà quante volte…»

«Sì, Ale, credo sia la scelta migliore, almeno tra quelle che conosco», rise Luca.

Prima della laurea, Luca le chiese di sposarlo, e lei accettò.

Veronica e sua sorella minore erano spesso sole a casa durante gli anni delle scuole. Il padre, camionista, era sempre in viaggio, e la madre tornava solo la sera. Così, appena cresciuta, Veronica si occupò della casa: preparava da mangiare, controllava i compiti della sorella. La madre non le imponeva nulla, ma lei era così per natura.

Quando andavano a trovare zia Giovanna, la sorella maggiore della madre, Veronica restava sempre stupita:

«Che pulizia c’è da zia Giovanna!», pensava, girando per la casa. «Centrini all’uncinetto bellissimi, piatti che luccicano… sembra che nessuno viva qui.»

Non capiva ancora di aver ereditato proprio quel carattere. A casa cercava sempre l’ordine, ma non sempre ci riusciva. Però sui quaderni e sulla scrivania regnava la precisione. All’università, i suoi appunti erano impeccabili, superava tutti gli esami, ed era sempre vestita e pettinata con cura.

Dopo il matrimonio, andarono a vivere insieme nel bilocale di Luca.

«Luca, te la sei cavata bene», diceva l’amico Ale con un po’ d’invidia. «Casa tua subito e una moglie così. Noi invece affittiamo un buco e non si vede una casa nostra neanche col binocolo.»

Veronica, una volta sposata, decise di costruire la casa perfetta. Come quella di zia Giovanna. Cercava l’ordine e la pulizia maniacale.

Nessuno le spiegò che una moglie e una madre dovrebbero mettere al primo posto i propri cari, non l’apparenza perfetta. E prima che lo capisse, dovette imparare a proprie spese.

Luca era il suo opposto: rumoroso, socievole, sempre in movimento, amico di tutti. A lui piacevano le gite in montagna, il pescare con gli amici, le grigliate. Veronica preferiva ricamare, leggere, lavorare a maglia.

Prima della nascita del primo figlio, accettava di accompagnarlo in quelle uscite, anche se non le piacevano. Lo faceva per sostenerlo.

Appena arrivava l’estate, Luca era felice.

«Veronica, domani si va in tenda, sulla riva del fiume. Pesca e grigliata! Prepara le cose.»

«Luca, non mi piace la tua natura. Zanzare, terra dura, sporcizia…», rispondeva lei, sapendo già che avrebbe dovuto prepararsi lo stesso.

Ma quando la gravidanza avanzò, si rifiutò, e lui capì. Intanto, si dedicava alla sua passione: sistemare il nido. Pulizia, cibo sano, ordine perfetto.

«Veronica, la tua casa è così linda!», diceva l’amica Elisa, venuta a trovarla. «Sei la moglie perfetta. Io invece vivo nel caos, i miei ragazzi sconvolgono tutto. Mio marito mi lascia scappare ogni tanto per respirare.»

Luca era impetuoso. A volte la trascinava in camera, e lei resisteva:

«Devo ancora stirare la biancheria, si stropiccerà!»

«A me non importa, Veronica», mormorava lui abbracciandola. «A volte questa casa sembra un ospedale, tutto così sterile…»

«Non ti piace vivere nel pulito?»

«Certo che sì, ma esageri», rispondeva, trascinandola via.

Una sera, tornando dal lavoro, annunciò:

«Amici, weekend in montagna! Sci, motoslitte, sauna e grigliata. Vieni anche tu, ti farà bene.»

«Ma sei matto? Sono incinta di sei mesi! E se ci ammaliamo?»

«Mannaggia, Veronica, sei noiosa!»

Dopo la nascita di Matteo, quasi impazzì con la sua mania per la pulizia. Lo capiva, ma non poteva fermarsi. Quando Matteo compì tre anni, tornò a lavorare, ma non per molto.

«Luca, credo di essere di nuovo incinta.»

Il giorno dopo andarono dal medico.

«Esatto!», disse felice tornando in macchina.

«Lo sapevo, l’ho capito dal tuo sorriso», rise lui.

Con la nascita di Giulia, ricadde nella routine: pulizie, bucato, stiraggio. Nemmeno Luca resisteva.

«Veronica, sei diventata una chioccia! Solo bambini, pulizia e cotolette al vapore. Queste tue cotolette mi stanno uccidendo, friggi qualcosa!»

«Ma il fritto fa male, soprattutto ai bambini! Dovresti essere contento che mi preoccupo per la nostra salute!»

Questi battibecchi erano ormai la norma. Luca era irritato da quella casa perfetta.

«Andiamocene un weekend, solo noi due. I bambini li portiamo da mia madre.»

«Tua madre ha due cani e un gatto! Pelo ovunque, è antigienico!»

«Santo cielo, Veronica, ne ho abbastanza! Tutte le mogli escono con i mariti, tranne la mia!»

Quando Giulia iniziò l’asilo, Veronica sentì che si stavano allontanando. Non capiva.

«Perché non ci parliamo più? Per me, sono la moglie perfetta.»

Una volta glielo disse, e lui rispose:

«Sì, perfetta… ma troppo noiosa.»

Luca partiva con gli amici, senza di lei. Lei restava con i bambini e puliva. Ma un giorno se ne pentì.

Non aveva mai pensato che, senza di lei, potesse avvicinarsi a un’altra. Luca era bello, alto, spiritoso, e le donne lo notavano.

Si innamorò di Anna senza accorgersene. L’amica di Ale la portava sempre in gita, e Anna aveva sempre avuto occhi per lui. Una notte, al fiume, ci fu l’occasione.

Iniziò una relazione tra Luca e Anna, bella, allegra, dolce. Un anno passò, e Veronica non sospettava nulla. Ma sentiva che qualcosa era cambiato. Una sera decise di parlare.

«Luca, parliamo della nostra vita. C’è qualcosa che non va.»

«Mi fa piacere che tu lo dica. Domani prendo le mie cose e me ne vado.»

«Dove?»

«Da un’altra. Ci sto insieme da tempo. Pensavo che te ne accorgessi, ma…»

Veronica rimase sconvolta.

«Com’è possibile? Ho fatto di tutto per questa casa!»

«Sì, la pulizia è il tuo forte. Ma io voglio una moglie che mi ami e mi sostenga. Sei una brava madre, ma non basta.»

Luca se ne andò. Veronica rimase seduta sul divano, guardando alla sua vita.

«A cosa ho speso tutti

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

19 − twelve =

La Compagna Perfetta