La mia ex suocera non mi dà pace
Mio ex marito ormai vive la sua vita e cresce un altro figlio, ma sua madre ancora non mi lascia respirare. Dovete sapere, dice di voler fare la nonna premurosa con mia figlia. Magari si preoccupasse che il suo adorato figlio pagasse gli alimenti in tempo.
Vissi con Enrico per sei lunghi anni. Fu un inferno. Scappai via da lui senza paura di restare sola con una bambina piccola. Per quanto i parenti mi dicessero che una figlia ha bisogno del padre, sapevo di non voler più sopportare le sue ubriacature e le sue scappatelle.
Veronica Rossi non mi ha mai rispettato. Eppure, dopo il divorzio, cominciò a fissarmi con attenzione, usando come scusa la nipotina. Forse temeva che, senza di me, nessuno le avrebbe più portato nemmeno un bicchiere d’acqua.
— Ma che vuoi di più? Non ti picchia, porta lo stipendio a casa. È un uomo normale, — piagnucolava la suocera.
Ah, certo, dovevo aggrapparmi a un uomo solo perché non mi menava. Capii subito che discutere era inutile, così ignorai i suoi sermoni. Non chiesi nemmeno gli alimenti, per evitare che mio ex potesse poi pretendere qualcosa da mia figlia. Prometteva di aiutare economicamente, ma… pazienza.
Sei mesi dopo, lui si risposò. La notizia del nuovo arrivo, però, non sembrò rallegrare la suocera. Continuava a spiarmi, cercando in tutti i modi di farmi tornare con suo figlio. Arrivava a casa mia senza preavviso, scusandosi col diritto di vedere la nipote.
Perché prima non era così attaccata a mia figlia? Compresi subito: voleva solo tenere d’occhio la situazione.
Dopo il divorzio, ricominciai da zero. Se prima non mi staccavo dai fornelli e dalla scopa, ora trovai tempo per me. I weekend li passo con i miei genitori, in campagna, al cinema, allo zoo.
— Basta portare la bambina in giro. Deve imparare i doveri di casa, — mi rimproverò una volta l’ex suocera.
— Il weekend è per riposarsi. A mia figlia piace, e le vostre pentole possono aspettare.
Lei credeva dovessi piangere l’ex marito e insegnare a una bimba di otto anni a cucinare. Perché? Un’infanzia serena è importante: le preoccupazioni arriveranno dopo. Lei riordina i giochi, apparecchia… più che sufficiente per la sua età.
— Sei una massaia incapace, e tua figlia sarà uguale, — sbuffava.
Una volta dimenticai di buttare uno spazzolino vecchio, mettendone uno nuovo nel bicchiere. Ecco, per lei era la prova che portavo uomini in casa. Non mi giustificai: sono adulta, faccio ciò che voglio.
— Non hai diritto a una vita privata, sei madre! Devi pensare alla bambina, non agli uomini, — urlò in tutto il palazzo.
— E tuo figlio, invece? Ha già fatto un altro figlio!
— Tu l’hai lasciato, e gli uomini perbene non crescono sugli alberi.
Le dissi di non tornare più a tormentarmi. Se vuole vedere la nipote, ci incontriamo al parco. Ma a casa mia, no. Ora minaccia di chiamare i servizi sociali. Ma io non ho paura: sono una brava madre, non importa cosa inventi quell’anziana petulante.