Romolo, abbiamo una bambina, 3500 grammi! esclamò contenta Grazia al telefono.
Io ero sotto le finestre dellospedale di Roma, facendo ciao alla moglie che teneva il neonato fra le braccia.
È una femmina. Sono papà! Grazia, ma non ci avevate promesso un maschietto?
Il silenzio calò nella linea, poi la voce di Grazia si fece un sussurro:
Credo ci sia stato un errore
Mi voltai e attraversai la folla di papà felici che disegnavano cuori sullasfalto e lasciavano volare palloncini colorati, accanto a auto sportive lucide e parenti che li circondavano. Da sempre sognavo un figlio, un erede, il proseguimento della nostra stirpe. Mentre Grazia camminava incinta, immaginavo il nostro futuro: noi due a giocare a palla nel cortile, una battuta di pesca al lago, una serata al tavolo di casa con il pesce appena preso, e il piccolo accanto a me, orgoglio mio.
Grazia faticò a concepire; fummo dal dottor Bianchi, un luminare della medicina, e solo dopo cinque anni ricevemmo la notizia tanto attesa.
Rom, è vero?
Udi una voce alle nostre spalle, mi girai: era Pasquale, vecchio compagno delluniversità.
Quanto tempo, quante stagioni! Come va?
Sono tornato dalla mamma, un po raffreddata, e devo restare perché è sola qui; il papà è morto da cinque anni. Tu?
Vengo dallospedale, la moglie ha partorito, è una bambina.
Congratulazioni! E tu perché non ti rallegravi?
Pasquale sorrise, poi puntò al bar a due passi e mi invitò a entrare.
Allora, aspettavi un ragazzo? Noi tutti speriamo nei maschietti, è normale. Anchio, come te, mi preparavo a diventare padre di un figlio, ma ho avuto una figlia.
E i tuoi? Sono venuti con te?
Pasquale abbassò lo sguardo, rimase in silenzio e poi mi fissò con una tristezza che sembrava racchiudere lintero universo.
Sono solo, non ho più famiglia. Rom, non è il momento di parlare, tu hai la gioia.
Che succede?
Un incidente non voglio ricordare. Da un anno vivo solo, sto pensando di trasferirmi da mia madre, trovare un lavoro, ristrutturare lappartamento.
Restammo a chiacchierare a lungo, ricordando gli anni universitari, gli amici comuni, i progetti per il futuro. Lasciai il mio numero a Pasquale, dicendogli che poteva chiamarmi in qualsiasi ora.
La mattina seguente, con un enorme mazzo di peonie rosse, le preferite di Grazia, e un mazzo di palloncini, mi affrettai verso le finestre dellospedale.
Grazia!
Ero in preda allemozione quando sentii la sua voce al telefono.
Perdono, Rom! Sono felicissima per la nostra tanto attesa bambina! A chi somiglia?
A te, Rom, sei proprio un riccio!
Davvero? Ieri mi comportavo da
Non è necessario, capisco tutto
Mi interruppe la moglie.
Rom, la piccola è sana, tranquilla, mangia e dorme, e sorride anche nei sogni. Presto la dimetteranno, vedrai con i tuoi occhi.
P.S. Non ebbi altri figli; il parto fu difficile e ne risentì la salute di Grazia. Sono passati ventanni, la nostra figlia è divenuta una donna intelligente e bella, la adoriamo e ne siamo fieri. Pasquale è diventato il suo padrino. Ancora oggi gli sono grato per quella chiacchierata che mi ha aperto gli occhi, insegnandomi a valorizzare e amare tutti coloro che sono al mio fianco.





