La Figlia del Mio Uomo dal Primo Matrimonio

**3 Gennaio**

Le vacanze di Natale stavano per finire. Dopo giorni di panettoni, torroni e antipasti, avevamo voglia di qualcosa di semplice. Così, per colazione, mia moglie Giulia preparò la solita farina davena. Io, lei e nostro figlio Luca stavamo mangiando quando il mio telefono squillò. Uscì in corridoio per rispondere.

Dalla cucina, Giulia origliava, cercando di capire chi fosse e cosa volessero. Quando tornai, notò che non ero turbato, ma preoccupato.

Mmm dissi. Era mia madre. Ha la pressione alta, vuole che vada da lei.

Certo, vai pure. Giulia annuì.

Mentre mi vestivo, lei ricordò le mie parole al telefono: «Adesso? Ma ne vale la pena? Va bene, va bene…». Di solito, quando mia madre chiamava, correvo da lei senza discutere. «Sto solo immaginando cose», si disse.

Torno presto gridai dallingresso, e la porta si chiuse alle mie spalle.

Mangia, forza. Giulia sgridò Luca, che giocherellava con il cucchiaio nella ciotola.

Andiamo sulla collina? Lo avevi promesso. Il bambino sollevò un pezzetto di farina davena, esitando prima di metterlo in bocca.

Quando torna papà, andiamo. Daccordo? sorrise. Ma solo se finisci tutto.

Va bene. Senza entusiasmo, Luca riportò il cucchiaio alla bocca.

Se tra cinque minuti la ciotola non è vuota, restiamo a casa. Giulia si alzò per lavare i piatti.

Stirando i vestiti, mentre Luca giocava con le macchinine sul pavimento, sentii la serratura della porta.

«Finalmente», pensò Giulia, posando il ferro. «Che ci metta tanto a togliersi il cappotto?» Si avviò verso lingresso.

Davanti a lei, una bambina di circa dieci anni la fissò con curiosità. Io ero dietro, con unaria colpevole. Misi le mani sulle spalle della piccola e alzai il mento, sfidante.

Questa è mia figlia, Sofia dissi, abbassando gli occhi. Mia madre mi ha chiesto di tenerla fino a domani.

Capisco. E sua madre? È scappata al sud con lultimo amante? commentò Giulia con sarcasmo.

Scrollai le spalle, ma prima che potessi rispondere, lei era già tornata alla tavola da stiro.

Entra sentii dire, e con la coda dellocchio vidi Sofia avvicinarsi a Luca.

Cè ancora farina davena? chiesi a Giulia.

Io non la voglio intervenne Sofia. Io voglio pasta al sugo con la salsiccia.

La guardai, disorientato, poi mia moglie. Lei alzò le spalle e fece un cenno verso la cucina, come a dire: «Vai, cucina tu, io sono occupata».

Dopo un po, la chiamai.

Abbiamo la pasta? Non la trovo.

Cè. Eccola. Appena finisco di stirare, vado a comprare il resto. Mi lanciò unocchiata di rimprovero.

Non guardarmi così. Non sapevo che

Davvero? E tua madre non ti ha detto perché ti chiamava? Dal mio sguardo, capì di aver indovinato. E a me non potevi chiedere? Perché non mi hai avvisato? Anche Luca avrebbe dovuto saperlo. Ora si metteranno a litigare per te.

Come a conferma, dalla stanza arrivò un urlo. Giulia corse dentro, io dietro.

Ecco. Sistemala tu. Allargò le braccia.

Luca si strinse a lei. Sofia fissava il pavimento, imbronciata.

Cosa è successo? mi avvicinai a mia figlia.

Giulia rimase ferita dal fatto che fossi andato prima da Sofia, non da Luca.

Lei ha rubato la macchin ina singhiozzò lui.

Dalla cucina, il rumore della pasta che traboccava. Corsi a spegnere il fuoco. «E non posso dirle nulla. È ospite. La povera orfanella, come la chiama mia madre. E io cosa dovrei fare?»

Vuoi guardare i cartoni? Giulia fece uno sforzo per parlare con calma a Sofia.

La bambina annuì, e lei, sollevata, accese la TV. Si sedettero insieme sul divano.

Tua madre ha ricominciato? Vuole rovinare la nostra famiglia? È ossessionata dal riportarti insieme allex. Mi hanno raccontato come urlò quando nacque Luca, che non aveva altri nipoti oltre a Sofia. Vuole mettermi alla prova, vedere come tratto tua figlia? sibilò Giulia in cucina.

Sta davvero male. Difesi mia madre.

E che fastidio le dava una ragazzina grande? Poteva chiamare lei lambulanza. Io alla sua età sapevo già farmi la frittata. Non la smetteva.

Basta! alzai la voce, sbattendo il cucchiaio sul tavolo. Sofia, vieni a mangiare! gridai verso la stanza.

Papà, portamela qui rispose lei, calma.

Papà lo imitò Giulia, rotolando gli occhi. Vai, corri da lei. Uscì dalla cucina, ignorando Sofia, e ripiegò la tavola da stiro, lasciandomi solo con mia figlia.

Alla fine, portai Sofia in cucina. Giulia tratteneva a stento la rabbia. Si sedette accanto a Luca, ma era distratta. Lui la cercava con lo sguardo. «Resisti», si diceva. «Luca capisce. Vede che la bambina non mi piace. Non è giusto». Gli sorrise, forzata.

Lirritazione montava. Sentiva lingiustizia, lumiliazione. Dalla cucina, sentivamo ridere io e Sofia. Lei e Luca sembravano dimenticati. «Devo stare attenta. Sofia racconterà tutto a mia suocera, e quella dirà a tutti che sono cattiva, che ho rovinato la famiglia»

Mamma, quando andiamo sulla collina? Luca la riportò alla realtà.

Non lo so. Abbiamo una ospite. Gli accarezzò i capelli.

Sofia arrivò masticando. Io stavo lavando i piatti. «Lava la ciotola per lei? Per me e Luca non lha mai fatto. Allora sa di aver sbagliato», pensò Giulia con amarezza.

Allora, andiamo? entrai allegro in sala.

Sì. Ma abbiamo solo un bob. Giulia non staccò gli occhi dal cartone insulso.

Nessun problema. Prendiamo la slitta e ci alterniamo, vero, Luca? Vestiamoci! Lultima frase era per Sofia.

Luca, vai in bagno e preparati. Giulia sospirò, alzandosi.

Prese i suoi vestiti e uscì per cambiarsi.

Per tutta la strada, Giulia cercò di convincersi a essere gentile con Sofia. «Sono una madre. Non esistono bambini di serie B… Non è colpa sua se nessuno la vuole, neanche sua madre. Poteva portarsela al sud. E Luca non centra. E io?»

Sulla collina, Sofia salì subito sul bob. Giulia mise Luca sulla slitta. Lui scese urlando, mentre Sofia, più grande e forte, risaliva.

Ora tocca a te! lo incoraggiò Giulia.

Poi vai tu con la slitta disse a Sofia, già pronta a ripartire.

Io ero impacciato, incapace di intervenire. Spinsi il bob con Sofia.

E io? chiese Luca, deluso.

Cercava prote

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