La Figlia Non Amata

**La Figlia Non Amata**

Fin da piccola, Giulia sospettava di essere adottata. Una volta, rimasta sola in casa, rovistò tra i documenti di famiglia, cercando prove di un’adozione. Trovò solo il suo certificato di nascita, dove i genitori risultavano chiaramente come madre e padre biologici. Invece di sollevarla, la scoperta la turbò profondamente. Da quel momento, smise di capire cosa non andasse in lei.

Giulia era la primogenita. Tre anni dopo la sua nascita, i genitori ebbero un’altra figlia: Aurora. Prima della sorella, ricordava poco della propria infanzia. Dopo la nascita di Aurora, invece, i ricordi si fecero nitidi.

Aurora veniva coccolata come una principessa. Riceveva vestiti nuovi e giocattoli costosi, mentre Giulia indossava i vestiti smessi della cugina. A scuola, se Giulia portava un voto basso, veniva sgridata e privata della televisione o delle uscite con le amiche. Se Aurora tornava con un quattro, la madre la consolava: «I voti non definiscono una persona».

La frase che più odiava Giulia era: «Aurora è più piccola». Seguiva sempre qualcosa: «Lasciale il giocattolo» o «Falle mangiare l’ultimo cioccolatino».

Crescendo, anche Aurora notò la disparità d’affetto e iniziò a sfruttarla. Diventata un’attrice provetta, sapeva piangere a comando o adulare i genitori. Giulia, invece, si limitava a sbattere porte quando subiva un’ingiustizia.

Non passando il test per l’università statale, Giulia si iscrisse a un istituto professionale. I genitori dissero: «Non possiamo pagarti gli studi». Soldi che, in realtà, finivano nei tutor privati di Aurora e nel suo fondo per l’università.

Dopo il primo anno, Giulia trovò lavoro e con il primo stipendio affittò una stanza, trasferendosi. Vivere con i genitori e la sorella era diventato insopportabile.

Aurora, intanto, abbandonò lo studio per divertirsi. «Tanto pagheranno loro l’università», pensava. Rubava vestiti e trucchi a Giulia, arrivando a incolparla delle sigarette trovate dai genitori. Inutile negare: tutti credevano a Aurora.

Trasferitasi, Giulia ridusse i contatti con la famiglia. Ogni visita si trasformava in elogi per Aurora e rimproveri per lei, spesso inventati.

Dopo il diploma, Giulia trovò un buon lavoro, affittò un appartamento, conobbe Luca e iniziò terapia. Voleva una famiglia dove regnassero amore e rispetto, ma temeva di ripetere gli errori dei genitori. Decise: un figlio solo.

Quando Luca la chiese in sposa, si sposarono in municipio, senza invitare i genitori di lei. Con la suocera, la signora Bianchi, Giulia legò subito. «Non è colpa tua», le disse una volta. «Alcuni hanno un cuore capace di amare infinitamente, altri no. I tuoi genitori appartengono al secondo tipo. Ma ora hai anche me».

Presero una casa con un mutuo, adottarono un gatto e furono felici. Giulia chiamava i genitori solo per assicurarsi stessero bene. Di Aurora sapeva solo che era al terzo anno di università.

Una sera, mentre guardavano un film, squillò il telefono. Era la madre, cosa insolita. «Giulia! È successo un disastro!».
«Papà sta male?».
«No! Aurora…».

Giulia non provava nulla per la sorella, solo rabbia. «Cosa ha combinato?».
«Una storia complicata… Aurora avrebbe investito un pedone».
«Ha la patente? Una macchina?».
«Era l’auto di un amico. Ma non è colpa sua!».

Giulia sbuffò. Aurora, ovviamente, era innocente.
«Potrebbero arrestarla! Espellerla dall’università! Dobbiamo corrompere la polizia e pagare il ferito».

Per un attimo, Giulia credette di aver frainteso. «Vuoi violare la legge?».
«Ha sbagliato, ma dobbiamo perdonare!».
«Come perdonaste i miei “errori”? Dimenticare il pane o perdere le chiavi?».
«Non è il momento! Dacci i risparmi per la macchina!».

Giulia capì di voler tagliare ogni legame. «Non darò un euro! Anzi, sarò felice se Aurora pagherà per quello che ha fatto».
«Come osi? Non ti abbiamo educata così!».
«Vero. Mi avete cresciuta come figlia di serie B. Ora raccogliete ciò che avete seminato».

Appese, tremante. Luca la strinse, mentre piangeva. Finito il pianto, si sentì libera.

Seppi dopo che Aurora aveva preso una condanna lieve. I genitori non riuscirono a corrompere nessuno.

Quando Giulia ebbe una figlia, Elena, comprese di volere un altro bambino. Con Luca e la signora Bianchi al suo fianco, sapeva di non ripetere gli errori del passato.

Informò i genitori della nascita. Risposero: «Ora abbiamo una sola figlia, quella che non ci ha voltato le spalle».

Stranamente, Giulia non soffrì. Sorrise, sollevata. Aveva dato loro un’opportunità, loro l’avevano rifiutata. Forse era meglio così, per tutti.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

9 + 17 =

La Figlia Non Amata