La futura sposa e il padre dello sposo – Segreti scomodi tra tavolate di famiglia, vecchie conoscenze e minacce inconfessabili: quando l’incontro fra Karina e i genitori di Vadim rischia di mandare all’aria matrimoni, amicizie e reputazione nella tranquilla provincia italiana

Moglie e padre

Allora, ascolta bene questa storia che ti racconto quasi sottovoce. Sai, Sofia faceva solo finta di essere tutta contenta di conoscere i genitori di Marco, anche se in realtà non se ne importava proprio. Che gliene fregava a lei? Non pensava certo di vivere con loro, figurati. E poi del padre di Marco che dicono sia pure ben messo, ma alla fine, da lui, puoi aspettarti solo grattacapi e sospetti.

Ma ormai si era messa in testa di sposarsi, e bisognava recitare la parte fino in fondo.

Sofia si era preparata, ma con semplicità, puntando a farsi vedere come una ragazza dolce e alla mano.

La cena dai genitori del fidanzato è sempre una di quelle serate dove chissà cosa può saltare fuori, e quando i genitori sono anche furbi, è proprio una prova di nervi.

Marco credeva dovesse tranquillizzarla:

Non preoccuparti, Sofi, davvero, non farti problemi. Papà sembra burbero ma si lascia convincere, vedrai. Non ti diranno niente di strano, anzi. Si innamoreranno di te. Lui, sì, un po particolare, ma mamma è il cuore della casa, continuava a ripeterle quando erano già davanti al portone.

Sofia abbozzava un sorriso, si spostava una ciocca leggera dalla spalla. Quindi, papà lunatico, mamma il sole del gruppo. Bel mix. Dentro di sé ci rideva su.

La casa poi, nulla di che. Ne aveva viste di ville più ricche anche a Firenze.

Appena arrivati, loro li hanno accolti subito.

Sofia non si agitava granché. Tutto sommato, persone come tante. Lucia, la madre di Marco come aveva già sentito da lui era stata per anni casalinga, ogni tanto se ne andava in qualche gita con le amiche, vita semplice. Il padre, Alberto Rinaldi, sì, poca voglia di parlare, però almeno taciturno. E quel nome… le suonava familiare.

Quando li ha visti, Sofia è rimasta gelata ancora prima di entrare in casa. Era la fine La suocera no, non la conosceva, ma il futuro suocero lo aveva riconosciuto al volo. Si erano già incontrati. Tre anni prima. Non spesso, ma quanto bastava, e sempre di mutuo accordo. Bar, hotel, ristoranti. Ovviamente, né la moglie di Alberto né suo figlio sapevano niente.

Così gira il mondo.

Anche Alberto ci mise poco a capire. Nel suo sguardo è passato un lampo di sorpresa, incredulità, forse di nervosismo chissà, magari stava già pensando a qualche piano, ma intanto rimase zitto.

Marco, tutto ignaro, la presentava fiero ai genitori.

Mamma, papà, questa è Sofia. La mia fidanzata. Non lho mai portata prima solo perché è timidissima.

Ecco fatto…

Alberto Rinaldi le diede la mano.

Stretta decisa, quasi dura.

Molto piacere, Sofia, disse. In mezzo a quelle parole, però, cera una nota sottile che Sofia ancora non riusciva a decifrare. Magari rabbia, o forse un avvertimento.

Sofia si chiedeva come sarebbe saltata fuori, certa che Alberto l’avrebbe smascherata.

Anche per me è un piacere, dott. Rinaldi, rispose Sofia, nascondendo bene il nervosismo. La mano stretta nella sua, ladrenalina che montava. E adesso?

Ma nulla.

Con una specie di sorriso, Alberto le offrì la sedia.

Sarà che voleva farla fuori più tardi

Ma la cena filò liscia.

A un certo punto Sofia capì: lui non avrebbe mai detto una parola. Perché se lavesse inchiodata lì davanti a tutti, si sarebbe tradito anche lui con sua moglie.

Quando si rilassò un attimo, latmosfera era anche piacevole. Lucia raccontava aneddoti dellinfanzia di Marco; Alberto fingeva di ascoltare Sofia, le chiedeva del lavoro, e certo, di lei ne sapeva parecchio. Anche la sua ironia, ormai, non la feriva più. Raccontò pure qualche battuta e, incredibile, Sofia rise davvero. Ma quei messaggi tra le righe, solo loro due li capivano.

Tipo quando, fissandola negli occhi, disse:

Sa, Sofia, mi ricorda una mia vecchia collega. Anche lei riusciva a trovare la chiave giusta per entrare in sintonia con la gente. Qualsiasi tipo di persona.

Sofia sorrise ironica:

Ognuno ha il suo talento, dottor Rinaldi.

Marco, ovviamente tutto innamorato, continuava a guardare Sofia come fosse la Madonna. Lui davvero la amava. E questa era la cosa più dolce. Ma pure la più triste. Per lui, soprattutto.

Poi il discorso scivolò sui viaggi. E Alberto, sempre fissando Sofia, se ne uscì:

Io preferisco i posti isolati. Dove non cè mai confusione. Così posso pensare, rilassarmi, magari con un buon libro. E lei, Sofia, cosa preferisce?

Chiara provocazione.

A me piacciono i posti pieni di gente, allegri. Certo, a volte troppe orecchie sono un problema, tagliò corto Sofia, senza cadere nella trappola.

Per un attimo Lucia le lanciò uno sguardo strano, come se avesse intuito qualcosa, ma poi scacciò via ogni brutto pensiero.

Alberto sapeva che Sofia non cercava mai il silenzio. E sapeva bene il motivo.

A fine serata, quando era ora di andare a dormire, Alberto abbracciò Marco:

Figlio mio, trattala bene. Lei è speciale.

Suonava sia come un complimento che come una presa in giro. Ma solo Sofia lo capì davvero.

Sentì il gelo nellaria. Speciale. Proprio quella parola.

***

Di notte, con la casa immersa nel silenzio, Sofia non chiudeva occhio.

Rifletteva su quellincontro, cercando di capire come affrontare tutto ora che si era stravolto il quadro. E sospettava che pure Alberto non dormisse, ciascuno coi suoi pensieri.

Sofia si alzò, indossò la felpa che teneva di solito in casa sopra maglietta e pantaloncini, e senza far rumore uscì dalla stanza. Scese le scale abbastanza forte da farsi sentire se qualcuno fosse sveglio, e raggiunse la veranda, convinta che di lì a poco Alberto lavrebbe raggiunta.

Non dovette neanche aspettare.

Non dormi? chiese lui, comparendo alle sue spalle.

La notte proprio non vuole arrivare, rispose Sofia.

Un refolo leggero e il profumo del suo dopobarba le tornò subito familiare.

Lui la fissava.

Cosa vuoi davvero da mio figlio, Sofia? ora tutta la sicurezza era sparita, So di che pasta sei fatta. So quanti uomini come me hai avuto nella vita. E so anche che hai sempre voluto solo i soldi. Non lo nascondevi neanche. Il prezzo lo sapevi dire, pure se con discrezione. Ma Marco, perché proprio lui?

Visto che lui non aveva voglia di ricordare il passato, nemmeno Sofia si fece scrupoli. Gli rispose con un ghigno:

Io lo amo, dottor Rinaldi. Non posso?

Lui non ci credette minimamente.

Tu ami? Ma fammi ridere. So bene chi sei, Sofia. Racconterò tutto a Marco. Di te, del tuo lavoro, di quello che sei stata davvero. Credi che vorrà sposarti dopo?

Sofia si fece sotto, quasi a sfidarlo, vicina quanto basta.

Racconta pure, dottor Rinaldi Ma allora tua moglie saprà del nostro piccolo segreto, non ti pare?

Non è…

Non è ricatto. È solo equità. Se racconti comè andata davvero tra noi, toccherà anche raccontare il resto, tutto quello che è successo per davvero. Puoi star certo che non mi tirerò indietro.

Non è la stessa cosa

Davvero? Pensi che tua moglie accetterà la storia? Lucia ci tiene alla fedeltà, e lo sai quanto è giusta.

Un tempo, ubriaco fradicio, lui si era pentito con Sofia di averle fatto le corna. Diceva che Lucia era fedele e buona, e lui invece un farabutto. Ma Lucia non avrebbe mai perdonato. Mai. Quindi ora toccava scegliere davvero.

Sapeva che Sofia non bluffava.

Va bene, ammise, Io non dirò niente. E tu bocca chiusa. Nessuno dovrà sapere. Facciamo finta che non sia mai successo.

Ed è proprio per questo che Sofia era tranquilla. Lui aveva molto più da perdere di lei.

Va bene, dottor Rinaldi.

Il mattino dopo, lasciarono casa dei genitori di Marco. Sotto lo sguardo di un suocero col dente avvelenato, Sofia salutava Lucia che ormai la chiamava figlia. Ad Alberto quasi veniva un tic.

Lui si sentiva in gabbia: non poteva avvisare il figlio della ragazza sbagliata, ma aveva troppa paura di rovinarsi la reputazione, di perdere anche Lucia e, con lei, parte degli averi. Lucia non sarebbe certo uscita dal matrimonio a mani vuote. E Marco poteva anche non perdonarlo

Poi capitò che Sofia e Marco tornarono altri due settimane dai suoi.

Vacanze belle piene.

Alberto evitava ogni scambio con Sofia, sempre una scusa nuova. Ma un giorno, solo a casa, non resistette alla tentazione e frugò nella borsetta di Sofia. Così, per vedere se riusciva a beccare qualcosa che lo aiutasse.

Frugò tra i trucchi, l’agenda, qualche taccuino. E poi lo vide: un test di gravidanza. Due belle linee marcate.

Credevo che la rovina fosse vedere mio figlio sposare una come Invece questa sì che è una tragedia! lasciò di nuovo il test al suo posto, senza riuscire a chiudere la borsa in tempo.

Sofia lo beccò subito.

Eh, non si rovistano le borse degli altri, lo rimproverò ironicamente, ma non sembrava troppo scossa.

Alberto non negò niente.

Sei incinta di Marco?

Sofia gli si avvicinò lentamente, prese la borsa e, fissandolo negli occhi, disse:

Sembra che abbia guastato la sorpresa, dottor Rinaldi.

Lui era furioso. Ormai Sofia sarebbe rimasta per sempre vicino al figlio. Se avesse parlato, era rovinato pure lui. Non cera via duscita stavolta. Bisognava stare zitti, per quanto facesse male veder il figlio cadere nella trappola.

***

Passarono nove mesi e altri sei.

Marco e Sofia crescevano Alice.

Alberto evitava di andare a trovarli. Non voleva vedere né la nuora né la nipotina. Alice per lui non era davvero sua nipote. E Sofia gli metteva paura. Gli faceva paura la sua freddezza con Marco e quel suo passato oscuro.

E come sempre

Lucia doveva andare a trovare il figlio e Sofia.

Vieni anche tu, Alberto?

No, mi fa male la testa.

Di nuovo? Questa storia si fa seria.

Ma no, sono solo stanco, vai tu.

Solita scusa della cefalea, del raffreddore, sembra che le gambe non gli reggano Ogni volta una più bella. Pure un paio di tachipirine si prendeva, per rendere tutto più credibile. Non sopportava Sofia. Ma nemmeno poteva raccontare la verità.

La sera fu lunga e piatta, pensieri incessanti a far compagnia.

Allungato sul divano.

Un po di lettura.

Poi vide che Lucia era in ritardo. Ormai erano le undici di sera, nessuna traccia. Cellulare spento. Ovvio che chiamò Marco.

Marco, tutto ok? Lucia è già partita? Non è ancora tornata a casa.

Papà, sei lultima persona con cui vorrei parlare ora.

E giù la linea

Alberto stava già per andare dal figlio quando vide fermarsi la macchina di Sofia davanti a casa. Già percepiva che si stava per scatenare qualcosa, ma vedendola davanti a sé, quasi sviene.

Che cosa vuoi da me?? Dimmi! la scosse, Cosè successo?

Sofia sembrava serena, troppo serena. Si versò un bicchiere di vino, si sedette.

È successo il finimondo.

Che intendi?

È successo quello che ci meritiamo. Marco ha trovato sul sito di un bar delle foto di una vecchia festa, quattro anni fa. Sai, quella cena allOasi vicino Siena, ricordi? Marco ci voleva portare lì per lanniversario, è andato a vedere il loro sito E ci ha visto! Proprio noi due. Il fotografo, che crepi, ha pubblicato tutto! Marco sta fuori di testa. Lucia minaccia di chiedere il divorzio. E io penso che davvero hai avuto quello che volevi; e mi sa che finirà pure tra me e tuo figlio.

Alberto la fissava fisso. Gli scorrevano nella testa tutti i ricordi. Quel sito, quella festa… Si ricordava benissimo di aver detto di non fare foto E invece guarda che storia!

Si sedette, esausto, accanto a lei.

Ma allora perché sei venuta qui?

Dovevo mollare tutto per una sera, sorrideva Sofia, Cè una confusione assurda a casa. Alice sta dalla tata. Vuoi un po di vino?

Gli offrì il suo vino.

Seduti in veranda, bevevano senza parlare. Solo le cicale a interrompere la pace.

Tutta colpa tua, sbuffò Alberto.

Sofia assentì, lo sguardo immobile sul bicchiere.

Già.

Sei insopportabile.

Me ne rendo conto.

Non te ne importa niente di Marco.

Un po sì, ma di me di più.

Ami solo te stessa.

Non lo nego.

A un tratto, lui la prese per il mento, la guardò negli occhi.

Sai che io non ti ho mai amata, vero? sussurrò.

Tranquillo, ci credo.

***

La mattina dopo, quando Lucia arrivò per riconciliarsi, decisa a perdonare il marito anche se le sarebbe costato metà dei nervi, trovò Sofia e Alberto ancora insieme, addormentati.

Chi cè? si sollevò Sofia.

Sono io, rispose Lucia, fissando in silenzio la rovina della sua famiglia.

Sofia, vedendola, sorrise appena. Alberto si svegliò dopo, ma seguire la moglie non ci pensò nemmeno.

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