La mamma ha detto che il figlio non è mio

Mamma ha detto che il figlio non è mio

«Voglio fare il test del DNA!»

Giovanni era sulla soglia della porta, con un’aria così seria da far capire che non scherzava.

Giulia stava lavando i piatti e per un attimo pensò di aver frainteso, distratta dal rumore dell’acqua. Spense il rubinetto e chiese, asciugandosi le mani:
«Cosa hai detto?»
«Voglio fare il test del DNA a nostro figlio.»
«Perché?»
«Perché credo che il bambino non sia mio.»

Notizie dell’ultima ora… Il loro Matteo compiva quattro anni a settembre. Giovanni non era certo il padre perfetto, ma aveva sempre avuto un rapporto affettuoso con lui: giocavano insieme, comprava regali, a volte lo teneva la sera quando Giulia usciva. Mai, in tutti quegli anni, aveva dubitato della paternità. Del resto, non c’erano motivi: sposati da sei anni, Matteo era nato un anno dopo le nozze. Quell’anno era stato felice, e Giulia non aveva nemmeno lontanamente pensato a un tradimento. Da dove saltava fuori questa follia?

«Posso sapere perché ti è venuto in mente?» domandò, controllando la voce.

Lui sogghignò, poi la fissò con sospetto.
«Ecco! Cerchi già di dissuadermi! Se la tua coscienza fosse pulita, non avresti bisogno di preoccuparti!»

Assurdo. Tra loro non c’era stata una passione travolgente, ma Giulia credeva che l’amore vero fosse rispetto, lealtà, complicità. Mai, in tutti quegli anni, lui l’aveva umiliata così. Avevano costruito fiducia, e ora lui la accusava?

«Non cerco di dissuaderti» rispose placida. «Mi chiedo solo: perché, dopo quattro anni, dubiti di Matteo?»
«Non mi somiglia per niente!» ribatté lui, come se fosse una prova inconfutabile. «Io sono biondo, tutti in famiglia abbiamo gli occhi chiari! Lui ha capelli scuri e occhi marroni!»
«E io, secondo te, come sono?» lo interruppe lei. «E poi, è identico a mio padre, l’hai detto anche tu!»
«Non è vero» mentì Giovanni, benché mesi prima avesse notato la somiglianza. «Piuttosto, somiglia a quel tuo collega!»
«Quale?»
«Marco, quello del magazzino!»

Giulia non trattenne una risatina. Prima della gravidanza lavorava in un negozio di arredamento; Marco era il magazziniere. Matteo non gli assomigliava neanche per sbaglio, a parte i capelli scuri.

«Gio, è ridicolo» scrollò la testa. «Sai bene che non ti ho mai tradito!»
«Me l’avevano detto mamma e Claudia! Che avresti negato! Comunque, voglio il test!»

Ah, ecco il punto. Giulia era una persona amabile, ma con un carattere fermo. Con la suocera, Rosa, i rapporti si erano incrinati subito: all’inizio gentile, poi aveva iniziato a sparlare di lei, definendola stupida e brutta. Giulia non aveva tollerato le doppie facce e aveva tagliato i ponti. La cognata Claudia, pigra e pettegola, era peggio: si lamentava sempre degli altri, mai dei suoi errori.

Ora le due avevano manipolato Giovanni. Giulia decise di dargli un’ultima chance. Lo invitò a sedersi.
«Gio, sai che i tuoi parenti non mi sopportano. Hanno messo in testa sciocchezze che distruggeranno la nostra famiglia.»
«Se non hai nulla da nascondere» replicò lui, ignorandola, «allora facciamo il test.»
«Va bene» accettò lei. «Ma a una condizione: quando il test confermerà che sei tu il padre, prenderai le tue cose e tornerai da tua madre. E divorzieremo.»
«Perché?»
«Perché non vivrò con un uomo che dubita senza motivo. Se per te contano più i pettegolezzi, accomodati. Altrimenti, capirai che non ti avrei mai ferito.»

Lui esitò. Per un attimo, Giulia sperò. Ma dopo due minuti, sbottò:
«Faremo il test. Punto.»

Il giorno dopo, prelevarono i campioni. Per una settimana, Giovanni evitò anche Matteo. Giulia attese i risultati, decisa a chiudere tutto.

Quando arrivò l’email, chiamò il marito. Gli mostrò lo schermo senza guardare. Lui studiò il documento, poi sorrise.
«Matteo è mio! Finalmente! Festeggiamo!»
«Certo» annuì lei. «Ma per il divorzio. Non resterò con chi mi umilia per le chiacchiere altrui. Vattene.»

Giovanni provò a scusarsi, giurando di non ascoltare più i parenti. Ma Giulia fu irremovibile. Quell’assurda vicina aveva rivelato l’uomo egoista e insicuro che era.

Pensò alla prossima donna che avrebbe incontrato Giovanni. Con Rosa e Claudia in agguato, non le sarebbe stato facile. Forse lui avrebbe imparato? Probabile di no. La gente non cambia.

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