Caro diario,
oggi la mamma ha espresso il suo verdetto sul mio fidanzato, Costante, appena lha incontrato. Ginevra, non mi piace per nulla questo tuo Costante, ha detto, con quel tono che non ammette repliche.
Mi ha consigliato di chiedermi cosa non avesse colpito, perché a volte la prima impressione è solo un non mi piace, ma a volte ci sono dei segnali preoccupanti che una ragazza innamorata non vede. Se avessi ascoltato, forse il percorso sarebbe stato diverso.
Io, però, ho alzato la spalla e ho risposto con quello che mi sembrava giusto.
Non ti piacciono mai i ragazzi. Ecco perché alla fine sei rimasta sola, anche se avresti potuto sposarmi io, mi ha sputato la mamma, con la tipica saggezza di chi ha visto troppi cuori spezzati.
Capisci poco, ha sbuffato Lara, la nonna.
Da dove sai che non capisco? Perché sono più giovane? ho replicato. Non sono cieca: ho visto che linteresse verso di te non mancava, gli uomini sembravano buoni, ma tu li respingevi, senza neanche guardare due volte.
La guardi davvero? ha ribattuto la mamma, quasi filosofica, poi ha interrotto la discussione. Basta, Ginevra, lasciamo perdere.
Le ho detto il mio parere, visto che mi hai presentato Costante, e ti lascio decidere se ascoltare o decidere da sola chi ti merita e chi no.
Mamma, ti ricordo che ormai è tardi per decidere. Sono incinta di Costante. Se già è così, il nostro bambino non crescerà senza padre.
Il mio risentimento verso la mamma nasceva anche dallassenza di una figura paterna nella mia vita. A scuola ero lunica senza padre, almeno a prima vista. Alcune compagne avevano perso il papà, ma non era lo stesso di non averlo mai avuto. Io, invece, ho avuto un papà fino a quasi tre anni. Poi i genitori si sono separati, e lui ha dimenticato la figlia.
Il padre pagava gli alimenti, ma non mostrava interesse per il mio destino. Ho sempre sentito che la colpa era in parte della mamma, perché avremmo potuto accogliere un patrigno. Avremmo potuto vivere serene, anche se lui non lavrebbe amato come altri padri di classe. Ma almeno avremmo avuto un uomo in casa, evitando lo stigma di famiglia incompleta che i compagni usavano per denigrare la nostra situazione.
Ho deciso che il padre del mio bambino sarebbe stato, a qualsiasi costo. Costante non è perfetto, ma mi ama e amerebbe il nostro figlio. Quando il test di paternità è uscito positivo, è stato felice come un bambino e mi ha proposto di trasformare la seconda stanza del suo appartamento in cameretta. Il suo entusiasmo mi ha sciolta il cuore, e le parole della mamma su Costante non sono riuscite a spegnere quel fuoco.
Il vero problema si è rivelato quando il nostro bambino ha compiuto un anno. Costante lavorava, ma non aveva intenzione di aiutare nemmeno un po con la piccola Chiara. Sua madre, Elena, continuava a vantarsi di come riuscisse a gestire due figli, la casa e il lavoro subito dopo il parto, ma non aveva nemmeno una lavastoviglie o un robot da cucina come noi.
Ignorava un piccolo dettaglio: i nostri due bimbi, fin da pochi giorni, andavano in asilo nido mentre lavoravamo, e poi al nido, allasilo, a scuola con doposcuola, dove gli insegnanti li aiutavano con i compiti e li facevano mangiare. Elena si limitava a preparare la colazione e a fare il bucato, anche se avevamo già una lavatrice, non così moderna. Il suo stile di vita veniva mostrato come modello da seguire.
Purtroppo, nella nostra città non cerano più asili nido. Le mamme dovevano occuparsi dei bimbi da sole, 24 ore su 24. Alcune avevano laiuto dei mariti, altre delle madri, ma Lara viveva in unaltra città e non era in pensione, così dovevo farcela da sola.
Tutto sembrava andare bene finché, una sera, durante la doccia, è suonato lallarme antincendio. Era già capitato due volte questanno, ma era sempre stato un falso allarme. Costante non sembrava reagire, così ho finito il shampoo, mi sono avvolta nel accappatoio e sono corsa a vedere cosa succedeva. Ho scoperto che lappartamento era vuoto, la porta dingresso spalancata e il fumo entrava dalla scalinata.
Senza pensarci, ho preso Chiara, lho avvolta in una coperta e mi sono precipitata verso il tetto, poi ho attraversato il condotto di ventilazione per arrivare allappartamento di sopra. Fuori, il primo che ho visto è stato Costante, tremante, con il suo nuovo computer da gaming in mano, una videocamera professionale al collo e, dalla tasca della giacca, tablet e cellulare.
Accidenti, ho sbuffato, quasi avrei voluto colpirlo. Con la furia di una donna del porto, gli ho dato un calcio al fondoschiena. Costante, invece di chiedere scusa o spiegare, ha iniziato a incolpare me di pazzia, dicendo che si era dimenticato di sua moglie e della bambina cosa che succede a tutti, ha detto. Quello che ha davvero difeso è stata la sua attrezzatura elettronica, non la nostra famiglia.
Quel giorno ho chiesto il divorzio. Nei mesi seguenti, la suocera ha continuato a insistere per farci tornare insieme, ma la mamma mi ha accolto con me e Chiara.
Mamma, avevi ragione, non avrei dovuto legarmi a Costante, ho confessato. Hai capito subito che mi avrebbe abbandonata.
Ricordi quando ci siamo incontrate al portico e il cane di casa, Argo, è scattato verso di noi? mi ha ricordato. Il cane abbaia a tutti, ma non morde. Quando è spaventato, ha ruggito e tu sei corsa via, senza nemmeno prendermi per mano. Eppure già portavi il nostro bambino.
Capivo allora che un marito e un padre che amano davvero non si comportano così. Prima avrei detto puoi riflettere, sai bene cosa significa amare, ma ora, con lesperienza, rimango in silenzio. Ho capito, non troppo tardi, che la semplice presenza di un uomo in casa non garantisce felicità. A volte è meglio crescere un figlio da sola che stare con qualcuno solo per far bella la scena.
Non tornerò più indietro. Se un giorno Chiara, come me, vorrà chiedere alle mamme perché ha un papà assente, saprò rispondere: Il papà, in una situazione di emergenza, ha salvato il suo portatile, il tablet, il cellulare e la videocamera, ma non noi.
Mi chiedo se, invecchiando, quel papà tornerà a chiedere aiuto o se la tecnologia sarà lunica compagna della sua vecchiaia. Probabilmente Chiara non lo perdonerà mai, e io non lo perdonerò nemmeno.




