La madre portava periodicamente a casa nuovi “mariti”Alessia ne ricordava tre. Ma nessuno di resiste, se ne andavano tutti. La madre piangeva, la stringeva tra le braccia e diceva:
*”Niente, prima o poi la fortuna sorriderà anche a noi.”* Poi usciva per andare al lavoro.
Lultimo era durato due settimane, ma quando lei smise di comprargli alcolici, si rattristò e se ne andò, rubandole gli orecchini dargento dal portagioie. La madre non denunciò nulla. Disse che era colpa sua.
Per cinque anni, tutto rimase tranquillo. Alessia si convinse che avrebbero vissuto in pace, ma non durò. A quindici anni, sua madre si innamorò. Le raccontava di quanto lui fosse meraviglioso, gentile, e di come lamasse.
Alessia era contenta per lei. Quando la madre presentò Marco, piacque anche a lei. Sembrava un uomo sulla quarantina, vestito bene, che a cena bevve solo un bicchierino. Parlarono a lungo, e lui fece persino delle battute intelligenti. Alessia andò a letto presto, lasciandoli in cucina. Immaginava di trovarlo lì la mattina, ma unora dopo sentì la porta sbattere. Se nera andato.
La madre, il giorno dopo, non smetteva di lodarlo. Diceva che lavorava in municipio, un uomo rispettabile, attento alla reputazione. Aveva proposto di trasferirsi da lui dopo il matrimonio, ma avrebbero aspettato un anno, finché Alessia non avesse finito le superiori. Intanto, avrebbero ristrutturato il suo appartamento.
Alessia la ascoltava, ammirandola. Sembrava ringiovanita. A trentasei anni, si era ormai rassegnata a restare sola.
Si sposarono poco prima dellinizio della scuola. Marco si dimostrò discreto. Bussava sempre prima di entrare in camera sua, chiedeva se serviva aiuto con lo studio. Col tempo, divennero quasi amici. A tavola, lei condivideva le sue preoccupazioni, e lui ascoltava con sincero interesse.
La madre fiorì. Marco la viziava: presto, nuovi orecchini, poi una collana.
Lanno passò in fretta. Finirono i lavori e si prepararono a trasferirsi. Marco propose ad Alessia di unirsi a loro, ma lei, ormai maggiorenne, cercava indipendenza. Lui insistette: avrebbe potuto studiare allistituto tecnico, e poi lui le avrebbe trovato un buon lavoro.
Prima di partire, Marco le disse:
*”Vieni a trovarci spesso, e noi passeremo a controllare. Se hai bisogno di qualcosa, chiedi. Siamo famiglia.”*
Le regalarono un ciondolo doro per il diploma. Lo adorava tanto da passare ore a guardarlo allo specchio. Quando lo scelsero, la madre esitò:
*”Non è troppo presto per un regalo così?”*
Lui rispose:
*”E chi glielo regalerebbe, se non noi?”*
Lei sorrise. Aveva trovato luomo perfetto.
Dopo il loro trasloco, Alessia cominciò a vivere da sola. Allinizio le mancavano, ma col tempo si abituò. Sua madre passava a portarle soldi o cibo, a volte si incontravano per strada. Tutti indaffarati.
Alessia si iscrisse allistituto tecnico. La vita da studentessa le piaceva. I fine settimana raccontava le novità durante le visite.
Una volta, le annunciarono che Marco sarebbe partito per un anno di lavoro allestero. La madre lo avrebbe seguito. Le avrebbero mandato soldi.
Alessia li accompagnò in stazione. La madre tratteneva le lacrime, ma lei rise:
*”Mamma, dai! Ho quasi diciassette anni, sono adulta. Prometto di comportarmi.”*
Risero, si abbracciarono, e salirono sul treno.
Tornarono solo per Capodanno, regalandole montagne di pacchi. Poi ripartirono.
Poco dopo, sua madre chiamò: il lavoro si sarebbe prolungato di due anni. Marco sarebbe tornato a prendere le cose inutili e ad affittare casa. Lei non poteva venire, il lavoro non glielo permetteva.
Tornata da scuola, Alessia sentì dei rumori in casa. Entrò e lo trovò.
*”Ciao, sei già qui?”*
*”Eh, Alessia, salve. Sì, sto facendo spazio.”*
Marco la fissò, quasi non la riconosceva. In un anno, era diventata una donna. Forme più dolci, il trucco che la rendeva ancor più bella, nonostante la facesse sembrare più grande.
Alessia posò la borsa.
*”Mi vorrei cambiare, poi ti preparo qualcosa da mangiare.”*
Nello specchio dellingresso, Marco la vide svestirsi. Quelle curve delicate. Scosse la testa. Doveva togliersi quelle idee.
A cena, scambiarono notizie. Lei gli preparò il letto nella vecchia camera, poi andò nella sua. Sentì la doccia di Marco, i suoi passi in cucina. Ma lui non riusciva a dormire. Limmagine di Alessia nello specchio non lo abbandonava.
Alessia voltò pagina del libro e lo vide sulla soglia. Lo sguardo strano, avvolto solo in un asciugamano.
*”Cosa vuoi?”*
Tre giorni dopo, Marco partì. Alessia sospirò sollevata, cercando di dimenticare. Ma tre mesi dopo, lui tornò. E tutto si ripeté.
Se ne andò di nuovo. Alessia si sentì sporca, piena di vergogna. Poi, la verità: era incinta.
Chiamò Marco più volte. Lui rimandava. Finalmente, rispose.
*”Ti manco così tanto da chiamarmi tu?”*
*”Sono incinta.”*
*”Dio santo! Come è potuto succedere?”*
Era sul punto di avere una promozione. Invece, rischiava il carcere.
*”Alessia, ti mando i soldi. Risolvi questo problema. E che nessuno lo scopra.”*
Lei si strinse la testa. Uno scandalo. Lavrebbero cacciata dalla scuola, additata. E se avessero scoperto chi era il padre? Sua madre non lavrebbe sopportato.
Una settimana dopo, Marco arrivò con denaro e un indirizzo. Una vecchia casa in campagna, a trecento chilometri.
*”Vai lì. Non ti faranno abortire senza i genitori. Troverai una donna là, paga e risolverà tutto.”*
Alessia piangeva, terrorizzata. Lui la strinse.
*”Nessuno deve sapere. Peggiorerebbe solo le cose.”*
Partì il giorno dopo. Una settimana più tardi, toccò a lei.
Arrivò in un paesino sperduto. Trovò la casa, entrò. Poi cercò la donna di cui parlava Marco. Una vecchia sdentata le indicò una casetta vicino al bosco.
La strega la accolse con freddezza.
*”Cosa vuoi, peccatrice?”*
Alessia scoppiò in lacrime. La donna si ammorbidì, offrendole acqua.
*”Per favore, aiutami a…”*
*”No, cara, dillo chiaro: vuoi che io ammazzi tuo figlio?”*
Alessia la fissò inorridita.
*”No…”*
*”E allora perché sei qui?”*
Scappò via, il ghigno della vecchia ancora nelle orecchie.
Cosa fare? Era sola, in quel posto dimenticato da Dio.
Luca era tornato lì dopo il carcere. Condannato per omicidio colposo. Aveva sentito le grida di una ragazza in un vicolo, era corso. Due teppisti le strappavano la camicetta. La ragazza non aveva più di sedici anniLuca la prese per mano e le disse: “Restiamo insieme, costruiremo una nuova vita per questa bambina, lontano da chi ci ha fatto del male”.




