La Maschera della Madre Perfetta: L’Ipercritica della Cognata

— È semplicemente scandaloso! Pubblica sempre foto con sua figlia sui social, aggiungendo frasi sdolcinate, ma in realtà non si occupa di lei da quattro anni! Che ipocrisia ripugnante! — la voce di Giulia tremava di rabbia mentre confidava all’amica il dolore che le tormentava il cuore.

Seduta in un piccolo bar a Firenze, Giulia raccontava della cognata, che da anni lavorava all’estero, dimenticandosi completamente della figlia.
— Va bene, c’è stata la pandemia, non poteva tornare. Ma anche prima non le importava nulla di sua figlia! Posta solo foto per far credere a tutti che sia una madre amorevole. Come si fa ad abbandonare una figlia per i soldi? — Giulia strinse la tazzina di caffè così forte che le nocche diventarono bianche.

La nipote del marito, la quattordicenne Beatrice, viveva come un’orfana con la madre ancora viva. La nonna, ormai oltre i settant’anni, faceva fatica a gestire un’adolescente.
— Mia cognata è una maestra nel creare illusioni — continuò Giulia. — Io guardo Beatrice e mi si spezza il cuore. Cresce senza una madre, mentre lei manda solo soldi, come se bastassero!

Giulia e sua cognata Francesca avevano la stessa età. Giulia aveva due figli, un mutuo da pagare e, nonostante le difficoltà, una famiglia felice. Lei e suo marito, Matteo, cercavano di vivere in armonia, ma l’ombra di Francesca, la sorella di Matteo, pesava su di loro.

— I genitori di Francesca l’hanno sempre viziata — spiegava Giulia. — Quando rimase vedova nove anni fa, fecero tutto per lei: si occuparono della nipote, le diedero soldi. Poi, dopo un paio d’anni, conobbe un tedesco, lo sposò e partì per la Germania.

Francesca non aveva intenzione di portare con sé la figlia. Diceva che prima si sarebbe sistemata, poi sarebbe tornata a prendere Beatrice. Ma gli anni passavano, e non tornò mai. In Germania, Francesca lavorava come fotografa per un’agenzia di moda, guadagnava bene. Il marito era benestante, e lei poteva anche non lavorare, vivendo nel lusso.

— A tutti dice che in Europa non è normale portarsi dietro i figli da un matrimonio precedente — commentava Giulia con amarezza. — Sostiene che Beatrice si annoierebbe, e poi chi si occuperebbe di lei? Sono solo scuse! Le è più comodo vivere senza figli!

Beatrice aspettò la madre per anni. I primi cinque credette che sarebbe tornata a prenderla, poi smise di sperare. Francesca diceva che la ragazza doveva finire la scuola italiana, altrimenti non avrebbe avuto futuro. Ma Giulia vedeva solo pretesti.
— Per lei è più facile mandare soldi e fingere di essere una madre a distanza — sospirava. — Ha lasciato tutti i problemi a noi.

La cura dei genitori di Francesca e di Beatrice ricadeva su Matteo. Un giorno i vicini allagavano il loro appartamento, un altro il padre aveva bisogno di un’operazione, poi la casa al mare aveva il tetto da sistemare. Giulia e Matteo correvano tra i loro impegni e le difficoltà altrui, mentre Francesca si limitava a inviare denaro, come se questo la solvasse da ogni responsabilità.

Un mese fa, Francesca arrivò improvvisamente a Firenze. Non si staccava da Beatrice, la fotografava per i social, la riempiva di regali. La ragazzina, trattenendo il fiato, sperava che la madre finalmente la portasse con sé. Ma il miracolo non avvenne. Quando Francesca ripartì da sola, Beatrice scoppiò a piangere, chiudendosi in camera. Giulia cercò di consolarla, ma cosa poteva dire?

— I genitori invecchiano, per loro è difficile gestire un’adolescente — diceva Giulia all’amica, la voce tremante. — Beatrice è una ragazza complicata, ha bisogno di attenzioni continue. E Francesca paga solo con i soldi. Dice: “Pago tutto, arrangiatevi”. Ma Beatrice si sente ferita! Io e Matteo andiamo ai colloqui con i professori, la aiutiamo con i compiti, e sua madre dov’è?

Una volta Giulia perse la pazienza e scrisse a Francesca, cercando di farle capire quanto la sua indifferenza ferisse la figlia. Ma la cognata rispose seccata:
— Non immischiarti nella mia famiglia! Non sono affari tuoi!

— Non è la mia famiglia? — si infuriò Giulia. — Allora perché mi tocca occuparmi di tutti i suoi problemi? Mia suocera, naturalmente, difende sua figlia, come farebbe qualsiasi madre. Ma Francesca ha scelto la strada più comoda: niente anziani, niente adolescenti. Però sui social è la madre perfetta! Il profilo è pieno di foto felici, ma nella vita reale c’è solo vuoto. Che ipocrisia!

Giulia guardò fuori dal bar, dove la pioggia disegnava ghirigori sul vetro. Pensava a Beatrice, che ogni sera controllava il telefono sperando in un messaggio della madre. Pensava ai suoceri, esausti dal peso di responsabilità che non erano loro. E a sé stessa e Matteo, la cui vita era diventata una corsa continua tra problemi propri e altrui.

Francesca, intanto, continuava a vivere la sua vita spensierata, postando nuove foto con la scritta “La mia bambina adorata”. Ma Giulia sapeva che dietro quelle immagini perfette c’era il cuore spezzato di un’adolescente e una famiglia abbandonata per l’illusione della libertà.

Cosa ne pensate di una situazione del genere?

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