La mia vita è cambiata per sempre: i miei figli stavano crescendo senza di me, ma un giorno tutto è cambiato
Quando avevo trentadue anni, mi trovavo a un bivio. Apparentemente tutto sembrava perfetto: una casa accogliente nei pressi di Verona, un buon lavoro nel settore bancario, due splendidi bambini – il piccolo Leonardo di cinque anni e la piccola Sofia di tre anni – e una nuova gravidanza, una bambina. Ma dentro di me infuriava una tempesta che non potevo più ignorare.
Sono nata in un piccolo paese vicino a Siena, dove i miei genitori conducevano una fattoria. La mia infanzia è trascorsa tra i campi di grano, le mucche e i polli, tra l’odore del fieno e il suono dei secchi di mungitura. Amavo stare accanto ai miei genitori, aiutarli, accarezzare i vitelli e nutrire i pulcini. Mio padre diceva spesso: “Giulia diventerà veterinaria, vedrai”. E io ci credevo, fino a quando la vita non mi ha spinto altrove.
A ventuno anni mi sono trasferita in città e ho iniziato una carriera nel settore bancario. Dimenticai l’allevamento – troppo velocemente mi ero lasciata attrarre dal mondo dei numeri, dei grafici, dei clienti e dei KPI. Tutto sembrava giusto finché non mi resi conto che non vedevo più i miei figli. Tornavo a casa alle otto di sera, stanca, con il mal di schiena e un vuoto nell’anima. Leonardo dormiva già, Sofia si aggrappava a me con le sue manine assonnate, implorandomi di restare almeno cinque minuti… e io sognavo solo di sdraiarmi e spegnere tutto.
Il mio secondo marito era una persona gentile e premurosa. È diventato il padre dei miei bambini, anche se non lo era biologicamente. Si occupava della casa, cucinava, portava i bambini a scuola, lavava e leggeva loro storie della buonanotte. Faceva del suo meglio, ma vedevo che anche per lui era difficile. Eravamo come criceti che correvano sulla ruota.
Quando chiesi al mio capo di ridurre il mio orario di lavoro, mi fu negato. “Sei indispensabile”, mi dissero. Ma dentro di me qualcosa si ruppe. Sentii che era arrivato il momento.
Un giorno, mentre spazzolavo il nostro cane, un grosso e peloso Poldo, ricordai improvvisamente la mia infanzia. Di quanto sognassi di curare gli animali, di quanto amassi i gatti, di come portassi i miei figli allo zoo ogni volta che potevo. Questo amore per gli esseri viventi non si era mai spento. Aspettava solo pazientemente il suo momento. Sollevai la testa e pensai: “E se…”
Chiamai mio marito:
— Paolo, cosa ne pensi se aprissimo un hotel per animali?
Dall’altro capo ci fu un silenzio, poi una calda risata:
— Lo sognavo da tempo, non sapevo come proportelo.
Stavamo costruendo una casa e nel progetto erano previsti due garage e un’officina per mio marito. Cambiammo tutto. Ristrutturammo il layout: ora c’era un accogliente hotel per animali – con box separati, riscaldamento e un’area per le passeggiate.
Mi occupai dei documenti, delle consulenze, delle autorizzazioni. Fu un percorso lungo, pieno di notti insonni e dubbi. Ma dopo sei mesi accogliemmo il nostro primo cliente: il gatto Tito, il cui proprietario partiva per le vacanze. Era l’inizio di un nuovo capitolo.
Lasciai il lavoro in banca, senza voltarmi indietro. Al posto della monotonia dell’ufficio, avevo passeggiate mattutine con i cani, fusa di gatti e risate di bambini fuori dalla finestra. I miei figli erano di nuovo con me – la mattina facevamo colazione insieme, durante il giorno mi aiutavano a prendermi cura degli animali, e la sera li mettevo a letto ascoltando i loro racconti avventurosi.
Mio marito continuava a sostenermi – moralmente, fisicamente, economicamente. Siamo diventati una vera squadra. La casa è sempre in ordine, il frigorifero è pieno di cibo fresco, l’anima è tranquilla.
Il nostro business prospera. Le persone percepiscono quando lavori con il cuore. Vedono i loro animali felici di ritornare da noi. Qualcuno dice: “È come un santuario per animali!” E io sorrido e ringrazio per la fiducia.
Ora sento di nuovo di vivere. La mia famiglia è felice. E non mi pento di nessuna scelta. Perché scegliere con il cuore è sempre la decisione giusta. Anche se richiede coraggio.
La vita è imprevedibile. Un tempo pensavo che la carriera bancaria fosse il mio limite. Oggi dico con orgoglio: sono la proprietaria di un hotel per animali. E una mamma che è tornata accanto ai suoi figli.