La mia vita trasformata dal vicino: una storia d’amore nata dalle pulizie

Il vicino che ha cambiato la mia vita: una storia d’amore iniziata con una ramazza

Quando Giulia vide per la prima volta Lorenzo, il nuovo inquilino del sesto piano, non immaginava quanto la sua vita sarebbe cambiata. Tutto cominciò in modo banale — una sera d’autunno, con le buste della spesa e i gradini scricchiolanti del cortile del suo palazzetto a due piani alle porte di Firenze.

Mentre saliva al secondo piano, Giulia si imbatté in un uomo con un cagnolino. Il cane iniziò subito a annusare le sue borse, e Lorenzo, con gli occhiali, aggrottò le sopracciglia con aria seccata:

“Rocco, smettila, andiamo a passeggio,” borbottò, senza nascondere l’irritazione.

Giulia non resistette:

“Qui i condomini puliscono le scale a turno. Domani tocca a me, poi a te.”

“Come? Da soli?” si stupì il vicino. “Non c’è una donna delle pulizie?”

“Chi dovrebbe pagarla? Il palazzo è piccolo, ci arrangiamo noi.”

L’uomo scosse la testa e se ne andò.

Giulia borbottò tra sé mentre si toglieva il cappotto, sentendo dalla cucina il suono familiare della padella della nonna che friggeva.

“Con chi litigavi nel corridoio?” chiese la nonna, sedendosi al suo posto abituale vicino alla finestra. “Il nuovo vicino? Sembra simpatico, e pare che viva da solo. Solo che esce sempre con quel cagnolino.”

“Se ha un cane, non è proprio solo,” sorrise Giulia.

Quella sera, si mise a pulire il pianerottolo. Mentre strofinava il corrimano e lavava persino la finestra, notò che Lorenzo sbirciava per vedere chi fosse quello strano rumore di scopa.

“Ah, sei tu… Bene, prendo il mio turno. Ci penso io,” disse, sistemandosi gli occhiali. “Non sono un fannullone. E non sono mai stato sposato.”

Giulia si stupì. Pensò: “Educato, diligente… Forse non è così scorbutico come sembra?”

La settimana dopo, lo incrociò di nuovo — questa volta con un sorriso. Rocco smise di abbaiarle contro e addirittura scodinzolava. Giulia notò come Lorenzo le facesse un timido cenno di saluto, arrossendo e aggiustandosi gli occhiali.

Poi, fu Lorenzo a iniziare a pulire le scale con tale entusiasmo che i vicini sussurravano: “Ma qui sembra di stare in un albergo a cinque stelle!” Persino Giulia ammise:

“Ora dovremo tutti alzare l’asticella della pulizia… Avvisami se hai intenzione di farle brillare!”

“Non sono sempre così preciso,” arrossì Lorenzo. “È solo che… beh, volevo fare bella figura con te.”

E Giulia capì che tra loro stava succedendo qualcosa.

Quando Lorenzo dovette partire per lavoro, le chiese di badare a Rocco. Lei accettò. E la nonna, ovviamente, commentò:

“Ah, ecco perché gli servi — per il cane. O forse è solo un po’ solo…”

Giulia si occupò di Rocco, pulì le scale, lavò persino i pavimenti di casa sua, e a un tratto si rese conto che Lorenzo le mancava. Quando lui tornò, le portò dei fiori e la invitò a prendere un caffè, e nel suo cuore scoppiò un concerto di emozioni.

“Mi hanno promosso,” annunciò felice, offrendole una fetta di torta. “Ora sono capo reparto.”

Poi le regalò un profumo. Tutto sembrava perfetto, ma…

Il giorno dopo, Giulia vide una donna sconosciuta che puliva le scale.

“Per chi lavori?” le chiese.

“Per l’appartamento del sesto piano. Aiuto un parente.”

Giulia gelò. Un parente? Chi era? Una sorella? Un’amica? O… qualcosa di più?

I dubbi la tormentavano. Seduta alla finestra, ripensava alle passeggiate, al caffè, ai fiori… Era stato tutto una finzione?

La mattina dopo, vide Lorenzo uscire di casa a braccetto con quella donna. E la nonna, naturalmente, notò:

“Guarda, il tuo ‘timido’ se ne va in giro con un’altra. E non ti ha nemmeno invitata…”

“Forse è sua sorella,” tentò di giustificarsi Giulia.

“A braccetto con la sorella? Ma per favore. Ti sei innamorata di lui?”

Giulia non rispose.

Quella sera, Lorenzo bussò alla sua porta.

“Non andrò a passeggio con Rocco…” iniziò con tono freddo.

“Non ti sto chiedendo di portarlo fuori, ma di venire a cena da me. Con mia madre,” disse, sorridendo.

“Tua madre?! Quella era la mamma?!”

“Sì, ha 45 anni, mi ha avuto a 18. Spesso ci scambiano per fratello e sorella,” rise lui.

Giulia cenò con Lorenzo e Anna Maria. Fu una serata calda, accogliente, familiare. La mamma si rivelò aperta e gentile, e invitò Giulia a visitarli in campagna.

Al ritorno, attraversarono il parco, con Rocco che correva intorno a loro.

“Ti adora,” disse Lorenzo. “E anche la mamma.”

“E tu?” chiese piano Giulia.

Lui le prese le mani.

“Aspetto ogni sera solo per vederti. Sono felice che tu abiti qui accanto. E se accetti… voglio che tu resti per sempre.”

Si baciarono. E in quel bacio c’era la risposta a ogni dubbio.

“Nonna, credo che mi sposerò…” disse Giulia più tardi.

“Già? Ti ha fatto una proposta?”

“Dopo il bacio. Mi ha detto che mi ama e che sono la donna dei suoi sogni…”

“E tu lo ami?”

“Tantissimo,” sussurrò. “Non sarà il più glamour, ma è il più dolce, affidabile e innamorato.”

“Allora sarà felicità,” disse la nonna, asciugandosi una lacrima. “Perché quando c’è fiducia nell’amore, tutto riesce.”

Dopo il matrimonio, Giulia andò a vivere con Lorenzo, ma le porte tra i due appartamenti rimasero sempre aperte.

“Basterà abbattere un muro e avremo una casa enorme,” rideva la nonna. “Busserò se avrò bisogno!”

Vide nascere i pronipoti. E ogni sera raccontava loro la fiaba di come la mamma aveva incontrato il papà — nel corridoio. E concludeva sempre con:

“Il destino ti trova anche dove meno te lo aspetti.”

E i bambini ridevano e correvano a casa — dalla mamma e dal papà, dove si respirava sempre profumo d’amore e felicità.

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